“Giornata Sacerdotale” Chiesa del Seminario Diocesano 14 giugno 2012

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OMELIA per la “Giornata Sacerdotale”

Chiesa del Seminario Diocesano 14 giugno 2012

 

Carissimi tutti

In questa celebrazione del tutto particolare e carica di tanti significati per tutti noi sacerdoti, desideriamo esprimere il “grazie” più sincero al Signore per il dono del ministero presbiterale che ci ha donato; e un “grazie” per avere la possibilità d’esercitarlo nel servizio della Chiesa e del nostro popolo. Questo sentimento di gratitudine al Signore lo sentono particolarmente vivo quei sacerdoti, nostri confratelli, che oggi celebrano gioiosamente le tappe del loro cammino di preti: venticinque anni, cinquanta, sessanta e più…di anniversario della loro ordinazione.

La Parola di Dio proclamata, in particolare la pagina del Vangelo, mi offre l’opportunità di meditare ancora una volta sul tema prezioso della fraternità sacerdotale, che ci ha accompagnato in tutto quest’anno pastorale. Questo brano è il seguito del “discorso della montagna”, quella Nuova Legge che il Signore consegna ai suoi discepoli. Non è più sufficiente non fare il male, osservare con scrupolo tutti i precetti, le prescrizioni, i decreti, le norme…; è invece necessario accogliere con consapevolezza quell’amore che è fondamentale per tutti. Davvero l’amore di Gesù non conosce nessun confine, e non ha misura alcuna. Il suo è un invito, rivolto senza paure, ad allargare i nostri orizzonti, a non fermarsi a considerare solo i piccoli passi che facciamo, guardare solo ai piccoli meriti, alle piccole gratificazioni. Da qui nasce uno stile di vita del tutto nuovo, un nuovo stile per vivere le modalità delle relazioni tra noi: non ci si ferma al rispetto delle norme della correttezza, della buona educazione, del galateo. Si va ben oltre, passando dalla condizione di precetti vissuti con atteggiamenti negativi alla possibilità dell’amicizia.

  1. Gesù non inizia dal primo comandamento, va al centro, al cuore delle nostre relazioni: non uccidere. Uccidere non è il togliere la vita, ma è interrompere una relazione, la possibilità d’incontro con l’altro. Uccidere è l’adirarsi, l’entrare in conflitto, accanirsi nel giudizio negativo, umiliare, perdere la possibilità di relazione. Uccidere è impedire all’altro di essere se stesso.
  2. Penso, confratelli carissimi, che in questo esiste il fondamento autentico della nostra fraternità sacerdotale, una fraternità che ha vera radice nelle relazioni e che si riconferma nel perdono reciproco: “…va’ prima a riconciliarti con tuo fratello!”.

La vera novità è questa: non aspettare che sia l’altro a venirci incontro, a muovere il primo passo; la novità è, per ciascuno, quella di poter essere creativo nel saper instaurare relazioni buone, sane, disinteressate, evangeliche.

Quando inizia a crearsi la ruggine nelle relazioni, quando gli screzi compromettono il buon dialogo, inevitabilmente siamo portati a far nascere paura. Non è facile per nessuno superare tutto questo.

E tanto orgoglio è ancora presente in tutti noi!

Questa è la strada! Avere l’interesse di mettere sempre la gioia e la vita dell’altro come obiettivo primo del nostro essere e del nostro agire. In questo modo diventiamo sempre più capaci di vivere l’amicizia e la fraternità tra di noi, non solo con belle parole, ma nelle scelte concrete della vita. Diventeremo capaci di trasformare le parole in vita autentica, nella quotidianità di ogni giorno, attraverso un testimonianza davanti alle comunità che ci sono affidate.

E’ uno stile di vita che sempre più ci rende conformi al Padre, che ci ha amato intensamente nel dono di suo Figlio.

  1. Domani la Chiesa celebra la festa del Sacro Cuore di Gesù, giorno in cui è affidata alla comunità la preghiera per la santificazione del clero.

Il nostro cammino di santificazione nasce prima di tutto dal perdono, dall’amare in modo disinteressato, da una testimonianza coerente e da gesti di fraternità.

Attraverseremo anche noi la “porta della fede”, mettendo Dio come meta della nostra vita, centro di tutte le nostre attività quotidiane.

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Pordenone
14/06/2012
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia