Domenica delle Palme

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Omelia Domenica delle Palme

Con la Domenica delle Palme il cammino quaresimale si fa ancora più spedito inserendoci nella Settimana Santa, durante la quale siamo invitati a rivivere il Mistero Pasquale della passione, morte e Resurrezione del Signore Gesù. Ci troviamo subito di fronte a un paradosso: dal trionfo e dalla gioia di accogliere Gesù che entra in Gerusalemme, acclamato dalla folla, alla passione e al dolore di vederlo condannato e crocifisso. Dall’esclamazione del popolo: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore” (Matteo 21,9), al grido della folla: “Sia Crocifisso” (27,23). L’umile ingresso in Gerusalemme sopra un’asina, è preludio della vittoria che Gesù avrebbe riportato sul male e sulla morte attraverso la sua passione. Egli non è venuto per regnare sul suo popolo, ma per servirlo, fino al dono della vita. Paradossalmente la croce diventa la rivelazione del vero volto di Dio, come ha sperimentato il Centurione alla morte di Gesù: “Davvero costui era Figlio di Dio!” (27,54), lasciandosi stupire dall’amore che Gesù ha manifestato, pur sofferente e stremato. Gesù dona la vita per amore continuando ad amare anche coloro che lo uccidevano e lo deridevano. Commenta papa Francesco: “Dio si è svelato e regna solo con la forza disarmata e disarmante dell’amore”. Proprio sulla croce si manifesta pienamente chi è Dio: Dio amore, che si dona per primo e gratuitamente per l’umanità. Ciò che sostiene Gesù nel cammino verso la croce è la consapevolezza del suo rapporto filiale con il Padre, al quale si abbandona totalmente.

La passione di Gesù sembra essere semplicemente il frutto della malvagità degli uomini, in realtà essa è il dono più grande che Gesù fa di se stesso all’umanità, espressione della fedeltà totale e consapevole al disegno di amore di Dio e anche il gesto più grande che una persona possa fare per gli altri: morire per loro. Ce lo ricorda anche il gesto che faremo durante la processione offertoriale: il Questore di Pordenone, così come avviene in tutte le diocesi d’Italia, offre dell’olio che sarà consacrato il Giovedì santo in concattedrale. Olio che proviene dal ‘Giardino della Memoria di Capaci’ a ricordo delle stragi mafiose di Capaci e via d’Amelio. È un segno che ci richiama alla preghiera per le vittime e alla radicalità del messaggio evangelico: ama il prossimo tuo come te stesso. La fede è credere all’amore di Dio che condivide nel Figlio la nostra umanità, per portare nel mondo la pace e la speranza.

La Settimana Santa ritorna ogni anno, come tempo favorevole, perché possiamo anche noi fermarci un po’ a contemplare il grande amore di Dio per noi. L’ha fatto Gesù nel Getsemani, prima di affrontare i processi e la condanna a morte; lo aveva chiesto ai discepoli, ma questi si addormentarono, dicendo loro: “Così non siete stati capaci di vegliare con me un’ora sola?” (26,40). Carissimi tutti, dai più piccoli delle classi di catechismo ai più grandi: vi invito a trovare in questi giorni della Settimana Santa un po’ di tempo per fermarvi a contemplare il Mistero della passione di Gesù. Sarebbe ancora più bello viverlo insieme in famiglia, offrendo un po’ di tempo al Signore. Vogliamo accompagnare Gesù in questo tempo della sua passione, ci facciamo vicini a lui che si è fatto vicino a noi. Impariamo da lui ad affrontare le nostre sofferenze. Anche lui ha sperimentato di essere solo di fronte all’angoscia, al dolore e alla morte. Dio è presente anche qui, come lo è stato con Gesù, per aiutarci a viverla come credenti, da discepoli di Cristo, convinti che il masso rotolato davanti al sepolcro non sia la fine di tutto. Ce lo ha ricordato San Paolo nella lettera ai Filippesi: “Cristo Gesù pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo. … Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome” (2,6-11)

Carissimi, se vogliamo non solo vivere la Pasqua ma offrire un senso profondo e un significato alla nostra vita, soprattutto nei momenti di fatica e di dolore, è fondamentale e necessario che ci fermiamo a contemplare quel volto di Gesù che ha fatto dono della sua vita, fino al martirio per noi.

Buon cammino e buona Settimana Santa.

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo