Letture: 1 Corinzi 12, 1-11; Giovanni 21, 15-19.
Siamo all’antivigilia della celebrazione del Natale e la figura del Battista che ci ha accompagnato nel cammino dell’Avvento lascia intuire come sarà la venuta di Gesù, giorno senza tramonto che illumina il cammino, tra i tanti dubbi e le tante paure di accogliere un Messia così diverso dalle aspettative e dall’immaginario comune.
Dopo un ultimo periodo di malattia e di sofferenza che lo ha progressivamente debilitato, don Vincenzo ha concluso il suo pellegrinaggio terreno durato 81 anni, dei quali 55 consacrati a Dio e alla nostra Chiesa di Concordia Pordenone come sacerdote. Grazie alla comunione dei Santi che si crea con il battesimo e che neppure la morte fisica può interrompere, abbiamo la grazia di essere ancora vicini a nostro fratello e confratello Don Vincenzo con l’amore e la preghiera, raccomandandolo con tutto il cuore alla misericordia di Dio Padre perché lo accolga in Paradiso nella dimora eterna insieme a Gesù, Maria e tutti i Santi e a tutte le persone care che ha amato e servito.
Ho scelto come Vangelo per questa celebrazione eucaristica di commiato l’ultimo dialogo di Gesù con Pietro, come ce lo ha raccontato l’evangelista Giovanni: “Signore tu conosci tutti; tu sai che ti voglio bene” (21,17). Per ben tre volte Gesù aveva chiesto a Pietro se lo amava, e Pietro stampata ben nella mente e nel cuore l’umiliazione di quella volta in cui, prima di cadere, aveva promesso: “Se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai” (Matteo 26,32), non se la sentì a manifestare al Maestro la disponibilità di un amore incondizionato e disinteressato. Arrivò solo a dirgli ti voglio bene, un bene possibile a uno come lui, un bene che si può avere verso Gesù tenendo conto delle debolezze e delle fragilità. Anche tutti noi siamo chiamati a servire il Signore Gesù tenendo conto della nostra umanità, della nostra capacità di amare e anche delle nostre fatiche, consapevoli che siamo sempre i suoi discepoli, chiamati a metterci dietro di lui e alla sua sequela. L’amore del Signore Gesù che ha per ciascuno di noi ci permette di accogliere i suoi doni e di svilupparli secondo le nostre possibilità, la nostra umanità e il nostro carattere. Gesù chiede a tutti di volergli bene e di amarlo, rispettando la nostra scelta e le nostre capacità.
Conosciamo tutti la vita e il carattere di don Vincenzo. Nel 2018 quando mi scrisse la lettera di dimissioni da parroco per il raggiungimento dei 75 anni, gli risposi di continuare ancora con il suo stile di pastore infaticabile, forte e burbero ma nello stesso tempo ‘buono come il pane’, capace di carità concreta e senza fronzoli, non ricercando le ricompense se non da Dio Padre, che vede nel segreto. Fin da giovane don Vincenzo ha manifestato una personalità forte, vivace ed estroversa, che lo ha portato a cercare sempre nuove opportunità per fare della sua vita un dono agli altri. Aveva un carattere non sempre facile da gestire, sia nella scelta iniziale di frequentare il seminario per l’America Latina a Verona che preparava i futuri presbiteri per un servizio missionario che nel periodo della sua Ordinazione presbiterale che lo aveva inserito pienamente nella nostra diocesi e nel nostro presbiterio. Fu vicario parrocchiale a Bibione con don Arduino per 13 anni e poi parroco di Arzene e San Lorenzo per 15 anni. Infine, per ben 27 anni, esercito il ministero di parroco nella vostra comunità di san Giorgio al Tagliamento.
Durante tutta la vita ministeriale, don Vincenzo si è sempre speso per il bene della gente, con attività e iniziative che lo hanno portato a dare tutto se stesso. Ma per comprendere più profondamente la via sua vita, è necessario andare oltre alla prima impressione e, talvolta, anche agli sfoghi iniziali. Solo così si può comprendere il vero don Vincenzo. Ho avuto modo anch’io in questi ormai 14 anni di presenza in diocesi, di conoscerlo e di volergli bene, senza mai fare giri di parole ma con schiettezza e carità fraterna dialogare con lui per cercare la verità delle cose. Amava la Chiesa e apprezzava gli sforzi perché fosse sempre più vicina alla gente, libera da tante pesantezze e sovrastrutture. Fu sempre attento ad offrire alle comunità che ha servito i mezzi e gli strumenti perché la Chiesa fosse vicina e a tutti, nell’oratorio, nella scuola materna per momenti formativi, di svago e di festa della comunità.
L’apostolo Paolo scrivendo ai Corinzi dipinge la Chiesa come un organismo vivo e animato da carismi e ministeri provenienti dall’unica fonte che è lo Spirito Santo, che contribuiscono con modalità differenti alla vita della comunità. Tale visione di San Paolo è stata alla base della nuova ecclesiologia del Concilio Vaticano II, e ai nostri tempi dello stile di sinodalità che sostiene e guida il cammino di rinnovamento delle nostre Chiese. Don Vincenzo ha vissuto gli anni del Concilio e della conseguente nuova immagine di Chiesa con entusiasmo, portandolo talvolta ad accentuare, dato il suo forte carattere, la fatica di tanti a cambiare e ad accogliere le novità nei confronti del passato. Non dimentichiamo che per anni, me lo ricordava spesso, suo zio don Bravin era stato vicario generale della nostra Diocesi e non sempre le idee e la prassi pastorale dei due coincidevano.
Caro don Vincenzo ora ti trovi dinanzi al tuo Signore che hai cercato, servito e amato nella gente. La sofferenza e le fatiche degli ultimi tempi ti hanno aiutato a unirti ancora di più al sacrificio di Cristo, ottenendo per noi presbiterio, per i tuoi cari parenti e per la comunità che hai servito grazie abbondanti. Ti affidiamo con affetto e riconoscenza alla misericordia di Dio. L’incontro con la Sacra Famiglia sarà il tuo Natale che vivrai in paradiso!
Un ricordo e un grazie al tuo fratello Giancarlo e cognata Ada, al nipote Emilio insieme ai suoi familiari e parenti tutti. Un grazie anche a chi ti è stato più vicino per tanti anni nella vita e nei momenti della tua sofferenza: a Luciana e alle suore che hanno condiviso il servizio pastorale. Un particolare ricordo al tuo confratello don Natale che ha diviso con te tanti giorni della tua vita. Chiediamo a don Vincenzo che inteceda il Signore perché doni alla nostra Chiesa, alle nostre comunità parrocchiali e al seminario ancora giovani disposti a mettersi al servizio della Chiesa e delle comunità.
+ Giuseppe Pellegrini
vescovo
