Omelia per la solenne professione monastica di Suor Anna – Poffabro, 12 giungo 2016

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Omelia per la solenne professione monastica di Suor Anna

Poffabro, 12 giungo 2016

In questa solenne celebrazione la nostra sorella Anna si consacra a Dio nella vita monastica, seguendo la regola di San Benedetto, sinteticamente racchiusa nel celebre motto “ora et labora”. In queste parole ritroviamo innanzitutto la consegna della preghiera, che come ci ha ricordato Papa Benedetto, “è il sentiero silenzioso che ci conduce direttamente nel cuore di Dio; è il respiro dell’anima che ci ridona pace nelle tempeste della vita” (omelia a Montecassino). La preghiera quotidiana unita al dono di sé e all’offerta del sacrificio di lode è il mezzo attraverso il quale una monaca partecipa efficacemente alla missione della Chiesa e nello stesso tempo diventa richiamo per tutti a mettere al primo posto la vita interiore, l’educazione del cuore e degli affetti.

La pagina del vangelo di oggi ci offre un bellissimo esempio di una donna che è stata coraggiosa perché ha aperto totalmente il suo cuore a colui che dona serenità, pace e salvezza. Ai piedi di Gesù, si è sentita dire: “La tua fede ti ha salvata, va’ in pace” (Luca 7,50). E Lei piange, con lacrime di gioia, perché si è sentita amata veramente, sperimentando così la tenerezza e l’amore misericordioso del Padre. “Gesù – scrive papa Francesco nella Misericordiae Vultus, 9 – rivela la natura di Dio come quello di un Padre che non si dà mai per vinto fino a quando non ha dissolto il peccato e vinto il rifiuto, con la compassione e la misericordia”. Il racconto evangelico rivela tutta l’umanità di Gesù che sa amare ed essere amato, ricevere e restituire amore, facendoci così partecipi della sua divinità. Rivela anche l’amore di una donna che si è fatto preghiera del cuore attraverso gesti d’amore che, pur muti, sono il segno di profonda relazione e incontro con Dio e con i fratelli.

Anche tu, carissima suor Anna, sei chiamata, nella preghiera, nel silenzio e nello scrutare le scritture, ad amare con tutta te stessa il Signore Gesù, alla ricerca del Padre e dell’Assoluto, raccogliendo le tracce dell’invisibile nella trama della storia personale e comunitaria e ad essere segno di un amore che si dona per il bene dell’umanità. Un amore che diventa preghiera! C’è una caratteristica particolare della tua preghiera e della preghiera delle persone consacrate di clausura che è bello e significativo ricordare, quello dell’intercessione, che è lo stare davanti a Dio per gli altri. Questa attitudine è presente in molti esempi biblici, da Abramo che pregò per scongiurare la punizione di Sodoma (Genesi 18,22-32), a Mosè che intercedette per l’intero popolo di Israele (Esodo 32,11-13), ed anche per un solo individuo come sua sorella Miriam (Numeri 12,13); da Samuele che, nonostante l’avvenuta rottura col popolo, promise di continuare ad intercedere per esso (1 Samuele 12,23), a Davide che pregò per la vita di suo figlio (2 Samuele 12,16-17); da Amos che pregò il Signore Dio di perdonare Giacobbe perché “egli è così piccolo” (Amos 7,1-6), a Geremia che disse al popolo di pregare per il benessere della città in cui erano stati deportati (Geremia 29,7). Non una preghiera intimistica e staccata dalle situazioni concrete della vita e dalle persone, ma una preghiera che ci fa sentire Dio vicino, attento ai bisogni e alle necessità dell’umanità. Anche nell’orazione Dio desidera che maturiamo un reale interessarci gli uni degli altri, ad immagine della cura che Dio ha per ognuno di noi. Per questo il Signore spesso non mostra il suo volto, ma risplende nell’aiuto che noi diamo ad un altro. Ciò è chiaramente espresso nella parabola del giudizio finale, nel vangelo di Matteo, dove il Signore, a quelli che hanno aiutato gli altri, dice: “Tu l’hai fatto a me” (Matteo 25,40). Intercedere è farsi carico dell’altro. Forti di questo pensiero, siamo qui a chiedere a te Suor Anna, e alle tue sorelle, di custodire nella preghiera tutti noi, tua famiglia in Cristo: la Chiesa di Verona che ti ha generato alla fede, insieme con i tuoi genitori, i tuoi familiari ed amici, e questa Chiesa di Concordia-Pordenone, con le sue necessità e le sue fatiche, con i suoi progetti e le sue speranze, senza dimenticare i bisogni di questo nostro mondo e di questo nostro tempo, in una dimensione di fraternità universale. Davanti all’altare del Signore e nelle ore liturgiche scandite in coro, ricordati di noi.

L’altro cardine del motto che riassume la regola di San Benedetto è il lavoro. Benedetto si riferisce al lavoro come fondamento di un ordine economico a misura d’uomo, come esercizio ascetico per fuggire l’ozio, nemico dell’anima, e anche come strumento per rendere libero e lieto l’essere umano, facilitandogli così la ricerca di Dio, che resta lo scopo essenziale della vita monastica. La consacrazione di sé nell’assunzione dei consigli evangelici costituisce un annuncio profetico, in quanto la vita consacrata evoca, prefigura, manifesta e proclama i valori del Regno, diventando, come dice il documento conciliare Lumen Gentium: “segno che può e deve attrarre efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana” (n. 44). Sii anche tu, carissima suor Anna, un segno profetico anche nella pratica dell’obbedienza del lavoro. Che tu possa dire, in quello che farai con l’opera delle tue mani, che il lavoro rende l’umanità con-creatrice con Dio perché Lui non ha ultimato l’opera della creazione, ma l’ha affidata all’umanità attraverso il nostro lavoro.

Cara Suor Anna, ti ringraziamo per il tuo sì. Con te e per te preghiamo il Signore perché porti a compimento l’opera che ha iniziato; la sua gioia colmi la tua esistenza e attraverso di te raggiunga quanti ti avvicineranno: così rinnovi e allieti il volto della sua Chiesa. Ricevi con fiducia il dono e l’impegno che il divino Sposo ti affida: realizzare con le tue sorelle quanto gli Atti degli Apostoli ci raccontano della prima comunità dei credenti: “Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere…. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati” (2,42.48).

Intercedano per te la Vergine Maria,

Madre di Dio e Regina delle vergini,

Sant’Anna, sua madre, di cui porti il nome,

i santi Benedetto e Scolastica,

e tutti i santi monaci e le sante monache

che hanno meritato la visione del Signore misericordioso nel suo regno,

perché hanno camminato sulla terra

sotto la guida del Vangelo.

Amen

 

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                   vescovo

Pofabbro
12/06/2016
Frisanco, Friuli Venezia Giulia Italia