Omelia apertura Porta Santa – Bibione 27 maggio 2016

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Omelia apertura Porta Santa

Bibione 27 maggio 2016

Carissimi fratelli e sorelle, penso che nell’oltrepassare la Porta Santa delle misericordia siamo tutti rimasti attratti e affascinati dall’immagine del Padre misericordioso del dipinto di Rembrandt e in particolare da quelle due mani che si appoggiano delicatamente sulla schiena del figlio prodigo ritornato a casa. Possiamo ben affermare che raramente l’immenso amore misericordioso di Dio è stato espresso e dipinto in maniera così forte ed intensa. La gestualità delle due mani parlano dell’amore di Dio per l’umanità. Il peccato e il perdono si abbracciano: l’umano e il divino diventano così una cosa sola. Ed è proprio con il gesto delle due mani, che rappresentano le mani di Dio, di Dio che è padre e madre. Sono, infatti, due mani differenti: quella di destra, di un uomo e quella di sinistra di una donna, ad indicarci la pienezza e la totalità del modo di amare di Dio, che sa donarsi fino in fondo con un amore forte e viscerale.  Sembra che queste mani siano lo strumento dell’occhio del cuore del Padre che arde dalla passione e dal desiderio di comunicare al figlio tutto il suo amore, la sua paternità e vicinanza, riaccogliendolo pienamente nella sua casa.

Le mani di Dio si sono posate, questa sera, anche su ciascuno di noi. In esse confluiscono perdono, riconciliazione e guarigione del cuore. Ecco perché papa Francesco, nella bolla di indizione del Giubileo della misericordia, ci ha ricordato che in questa parabola: “Gesù rivela la natura di Dio come quella di un Padre che non si dà mai per vinto” (MV 9). Che bello sapere che il nostro Dio non ci tiene il muso duro, che non si arrabbia mai con noi, nemmeno quando sbagliamo, lo offendiamo e lo tradiamo perché ci ama di un amore infinito ed è contento e felice quando ritorniamo a casa. “Vi sarà più gioia nel cielo – ci ha detto Gesù – per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti” (Luca 15,7).

Questa, carissimi, è l’esperienza del giubileo della misericordia. Portiamo tutti dentro di noi qualche situazione di fatica e di difficoltà, di tensione con alcune persone, talvolta anche con chi ci sta vicino. Anche noi siamo attratti dall’illusione di una facile felicità che si crede di raggiungere scavalcando gli altri o pensando che solo le cose materiali e futili ce la possano dare. Attratti da ciò, ci siamo anche allontanati dalla strada che il Signore ci ha tracciato, scegliendo qualche scorciatoia. Ecco perché siamo qui stasera, per accogliere di nuovo l’amore gratuito e generoso di Dio che nel suo Figlio Gesù ci dimostra quanto ci ama, quanto ci perdona e quanto ci vuole bene. Un Dio che in Gesù ci ha donato tutto, amandoci fino alla fine.

Per poter sperimentare l’amore, la misericordia e il perdono di Dio, è necessario che noi ci rendiamo disponibili ad accogliere questi suoi doni, attraverso l’ascolto e il silenzio, che sono i due atteggiamenti fondamenti. C’è un’espressione di Gesù, che ci sta accompagnando nel cammino pastorale di quest’anno e che mi sembra significativa anche per questo momento: “Venite in disparte … e riposatevi un po’” (Marco 6,31). Bibione è un luogo ideale per vivere un periodo di riposo e di vacanza. Vivere bene la vacanza è una bella opportunità, soprattutto nel ritmo frastornante del mondo contemporaneo, per recuperare non solo le forze fisiche ma anche quelle dello spirito. Ecco perché abbiamo scelto che anche la Chiesa parrocchiale della località turistica di Bibione diventasse per un periodo ‘Chiesa giubilare’, segno della vicinanza della Chiesa per tutti quelli che desiderano vivere il riposo e le vacanze in modo caratteristico, come una opportunità per gioire con il Signore e con i fratelli. Anche Dio dopo la creazione, nel settimo giorno, si è fermato per contemplare il creato, lasciandosi stupire dalle meraviglie dell’universo e dell’umanità, appena creati. Siamo sempre di corsa e anche noi rischiamo di non accorgerci del bello che ci sta attorno, di un tramonto mozzafiato o delle onde increspate del mare. Solo lo stupore può condurci alla serenità, alla pace e alla gioia. Fermarsi e sostare ai piedi di Gesù, ci aiuta a recuperare la verità di noi stessi, a coltivare relazioni più fraterne e più vere tra di noi, anche in famiglia, e a ringraziare così il Signore che ci ha creati e che ci dona continuamente il suo amore, la sua presenza e le meraviglie del creato.

Questa sera sono presenti anche le autorità civili e militari, le forze dell’ordine con il sig. Sindaco a alcuni della Giunta e del Consiglio comunale; i presidenti e direttori di categoria, che ci ricordano che nelle località turistiche, come Bibione, ci sono tante e tante persone che lavorano più assiduamente per accogliere e servire nel migliore dei modi i numerosi turisti presenti. Anche voi, siete chiamati a vivere il Giubileo della misericordia. E mentre vi ringrazio per tutto quello che fate, vi ricordo che una delle opere di misericordia, è proprio quella dell’accoglienza dei ‘pellegrini’, delle persone che vengono nel nostro territorio, da qualsiasi parte provengano. Accogliere significa, prima di tutto, considerare l’altro come persona, come un fratello o una sorella da amare; significa mettersi al suo servizio con cordialità, rispetto, trattandoli sempre nel migliore dei modi. Significa accogliere così il turista, ma anche chi è nel bisogno, nella povertà o sofferenza, fisica e spirituale, offrendo il meglio di noi stessi.

Sono certo, carissimi tutti, che l’agire di Dio nel suo Figlio Gesù, vi sarà da guida per vivere bene le occasioni che l’Anno Santo e la Chiesa giubilare della parrocchia vi offrono.

 

                                                           + Giuseppe Pellegrini

                                                                       vescovo

Bibione
27/05/2016
30028 Bibione San Michele al Tagliamento, Veneto Italia