Omelia inizio anno e Giornata mondiale della Pace – Pordenone, 1 gennaio 2017  

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Omelia inizio anno e Giornata mondiale della Pace 

Pordenone, 1 gennaio 2017

 

Risuona ancora forte dentro di noi, in questo primo giorno dell’anno, il canto degli Angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama” (Luca 2,14). La pace tornerà di sicuro, carissimi tutti, sulla terra, anche se sembra molto lontana; anche se, come ci ricorda spesso papa Francesco, stiamo vivendo, ai nostri giorni, una terza guerra mondiale a pezzi. Tornerà la pace perché il Signore ci ama, perché ha scelto di farsi uno di noi, di entrare nella nostra storia così come siamo, buoni o meno buoni, ma tutti indistintamente amati da Lui. Con questa certezza e con il cuore pieno di gioia entriamo nel Nuovo Anno 2017. Molte persone, lo hanno accolto con regali, botti, luce e invio di messaggini. Noi lo facciamo quest’oggi anche mettendoci in contemplazione del mistero che ci viene offerto dalla liturgia.

Siamo qui, infatti, per imparare dalla Vergine Maria, che oggi veneriamo come Madre di Dio, il suo stile di vita. “Custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Luca 2,19), ci ha narrato l’evangelista Luca.  Custodire e meditare nel cuore: due modalità e due atteggiamenti concreti per accogliere Gesù e per vivere il nuovo anno che ci sta davanti. Impariamo anche dai semplici pastori che, ritornando alle loro case, glorificavano e lodavano Dio (cfr. Luca 2,20). Quando si vive in prima persona l’esperienza dell’amore di Dio, si sente subito il desiderio di comunicarlo agli altri, di renderli partecipi della propria gioia. La liturgia poi, con le parole del libro dei Numeri, ci fa gli auguri ponendoci di fronte alle manifestazioni di Dio che fa splendere il suo volto su di noi, ci benedice e ci dona la sua pace (cfr. Numeri 6,25-26). Benedire è invocare dal cielo una forza che ci aiuti a camminare; è invocare una presenza che non ci lasci soli e ci sostenga nei momenti di fatica e di difficoltà; è invocare una speranza che solo Dio ci può donare, inviandoci il suo Figlio Gesù.

In questo primo giorno dell’anno, per volontà di Papa Paolo VI, da 50 anni si celebra la Giornata Mondiale della pace. Chiediamo a Maria, Regina della pace, che aiuti l’umanità intera a camminare speditamente vero un traguardo di amore e di pace. La pace è affidata anche alle nostre mani e all’impegno di ciascuno di noi, per favorire il dialogo e l’incontro con tutti, per costruire relazioni nuove, per superare barriere e divisioni. Solo se saremo capaci di essere persone nuove, diventeremo costruttori e operatori di pace e di giustizia, partecipando così alla realizzazione di una pace universale tra i popoli. Ed è proprio attorno al desiderio di costruire una mentalità nuova per l’edificazione di una umanità nuova, la civiltà dell’amore, che il messaggio di papa Francesco per la 50ma Giornata Mondiale della pace, parla di: la non violenza: stile di una politica per la pace.

Ci sono due modalità, due stili di vita, due strade per costruire il mondo: la violenza e la pace. Sono davanti ai nostri occhi le conseguenze negative della strada della violenza. Non si può costruire una umanità nuova, un mondo più umano e più giusto partendo dalla guerra. Sappiamo per certo che la guerra genera solo odio e vendetta. Solo con la pace si può costruire un vero progresso, diceva già Paolo VI, una umanità dove regna la solidarietà, la giustizia e l’amore. “La non violenza – scrive papa Francesco nel messaggio – non è un mero comportamento tattico bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità” (n. 3).  Ecco la strada che il papa indica a noi e anche a tutti gli uomini e le donne che governano le sorti del mondo intero: ottenere la soluzione delle controversie che sono ancora in atto e che affliggono l’umanità, attraverso il negoziato, riconoscendo cioè il primato del dialogo e della diplomazia sul fragore delle armi. La non violenza, come stile politico può e deve fare molto per sconfiggere la guerra. Oltretutto la non violenza è la strada che è stata percorsa da molte persone, primo fra tutti Gesù. Ci ricorda papa Francesco che “anche Gesù visse nei tempi di violenza. Egli insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano. …Gesù predicò instancabilmente l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici e a porgere l’altra guancia … tracciando così la via della non violenza che ha percorso sino alla fine, fino alla croce. Essere veri discepoli di Gesù oggi, significa aderire alla sua proposta di non violenza” (Messaggio…, 3). La non violenza è un di più di bontà e di amore che viene da Dio.

Stiamo constatando anche oggi che il ricorso alla violenza per la soluzione dei conflitti e dei contrasti, è un’illusione perché non porta mai alla pace e al benessere delle persone; anzi, la violenza genera sempre più violenza. Lo abbiamo sperimentato anche questa notte, in Turchia, dove sono stati uccisi decine di giovani che stavano festeggiano la fine dell’anno. La vera strada da imboccare per la soluzione dei problemi è la cultura dell’incontro e del dialogo, la strada della non violenza. Ne sono testimoni Gandhi nella liberazione dell’India e Martin Luther King contro la discriminazione razziale in America. Solo così si potranno prevenire i nuovi focolai di guerra e di conflitti. Tutti siamo convinti che la violenza è la profanazione del nome di Dio. Forte il grido di papa Francesco: “Mai il nome di Dio può giustificare la violenza. Solo la pace è santa, solo la pace è santa, non la guerra!” (Messaggio …, 4).

Chiediamo alla Madre di Dio, Maria regina della pace, Lei che per prima ha accolto Gesù, il principe della pace, di farci da guida, perché possiamo anche noi eliminare dalla nostra vita ogni gesto di violenza e accogliere Gesù, per diventare nei nostri ambienti quotidiani e nel mondo intero costruttori di non violenza, di giustizia, di amore e di pace.

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                   vescovo

Pordenone
01/01/2017
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia