Omelia S. Messa di Ringraziamento per Fine Anno – S.Marco Pordenone, 31 dicembre 2016

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Omelia S. Messa di Ringraziamento per Fine Anno

S.Marco Pordenone, 31 dicembre 2016

 

Carissimi fratelli e sorelle, ci siamo ritrovati insieme questa sera, per dare lode al Signore al termine di questo anno. Lo faremo in modo particolare al termine della liturgia eucaristica con il canto del Te Deum, insieme agli angeli e santi del cielo. Con questo inno, ripercorrendo tutta la storia della salvezza e anche la storia del nostro tempo, desideriamo ringraziare il Signore per i benefici che lungo i dodici mesi dell’anno ci ha concessi e anche chiedere perdono a Lui per non aver sempre usato nel migliore dei modi il tempo che ci ha donato.

L’anno che si chiude è posto sotto lo sguardo della Madre di Dio, Maria santissima. Anche ora volgiamo il nostro sguardo alla Vergine Maria, madre di misericordia, che ha accolto e ci ha donato Gesù, come ci ha ricordato l’apostolo Paolo: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Galati, 4,4).  La nascita di Gesù che contempliamo in questi santi giorni, vede la presenza costante di Maria, sua Madre che con il suo ‘Eccomi’ ha reso possibile il dono della Redenzione. L’evangelista Luca nel descrivere la scena della natività, presenta Maria attenta e pienamente partecipe di quel grande avvenimento, con parole significative: “Maria, da parte sua, custodiva tutte questa cose, meditandole nel suo cuore” (2,19). Maria, accoglie Gesù e custodisce gelosamente la Parola di Dio fatta carne nel suo grembo, nel silenzio della preghiera e della fede. Per questo in un altro versetto Luca scrive: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento della Parola del Signore” (1,45).

Maria che custodisce nel suo cuore la Parola, diventa per tutti noi esempio e modello da imitare. Penso che sia un atteggiamento utile e necessario anche per rileggere nel modo giusto gli avvenimenti di quest’anno. Le pagine dei giornali e la televisione in questi giorni ci stanno mostrando numerose immagini, commentando i fatti capitati nel 2016, quasi non ci riguardassero più di tanto, solo per semplice curiosità, senza andare al di là del singolo avvenimento e senza cercare i significati e i valori più profondi. Spesso si riducono ad una anonima carrellata di tragedie, di dolori e di volti che non hanno la forza di colpire il nostro cuore e di renderci partecipi dei dolori dell’umanità. Ecco perché è necessario assumere lo stile di Maria che custodiva e meditava nel suo cuore tutto quello che le era capitato. Custodire e meditare nel cuore, significa aprire il cuore al Signore e mettere, con un atteggiamento di umiltà e di fiducia, nel silenzio e nella contemplazione, quello che si è vissuto e quello che il mondo ha vissuto, davanti a Lui e al suo amore misericordioso, perché lo accolga e lo trasformi in una dimensione più grande e più profonda. In questo modo abbiamo la possibilità di rileggere la storia e gli avvenimenti del mondo intero con lo sguardo di Dio, cercando di comprenderne il valore e il significato più profondo, senza lasciarci travolgere e senza scoraggiamenti e paure.

Vi invito, in uno dei prossimi giorni, a dare una risposta alla domanda: Ripercorrendo i giorni dell’anno che sta finendo, ho cercato di avvertire la presenza di Dio che tutto rinnova e sostiene con il suo aiuto e la sua misericordia? Così potremmo verificare se le vicende del mondo, lieti o tristi che siano, si sono realizzate secondo il piano e il progetto di Dio o se invece si è dato ascolto ai progetti umani, spesso carichi di interessi privati e di volontà di potere e di denaro.

Non possiamo, così, dimenticare le tante, troppe giornate del 2016, segnate da morte e da inaudite sofferenze: dal sangue di tante persone uccise da mani che dicono di agire in nome di Dio e che invece massacrano solo per odio, per potere e per interessi economici; dalla disperazione di tanti innocenti, uomini, donne e bambini che per fuggire dalla guerra e dalla miseria sono costretti ad abbandonare le loro case e le loro terre, e affidandosi a criminali senza scrupoli e senza cuore cercano di raggiungere il nostro territorio in cerca di pace e dignità; dall’ingordigia di molti che, pur sembrando uomini per bene, mettono il loro tornaconto personale o dei loro gruppi sopra il bene di persone serie e laboriose; dal pianto delle persone che a causa di fenomeni naturali hanno perso tutto.

Ma questa sera, carissimi, vogliamo considerare anche i numerosi segni che Dio ci ha concesso attraverso tante persone buone e generose. Sono gesti che parlano di amore, di solidarietà, di bontà, di giustizia e di misericordia, che hanno riempito numerose giornate di quest’anno. Anche se questi segni non entrano nei notiziari dei giornali e dei telegiornali, anche se le cose belle non fanno notizia, ci sono e hanno reso il mondo più buono e più bello. Gesti e segni presenti anche nella nostra città e nel nostro territorio, eseguiti da persone semplici, da famiglie, da gruppi e anche dalle istituzioni. A conclusione di quest’anno sento il dovere di ricordare l’Anno Santo della Misericordia. Un dono inatteso e proprio per questo ancora più bello e significativo. Un dono che ci ha aiutati, giorno dopo giorno, ad accogliere l’amore misericordioso del Padre e del suo Figlio Gesù. Un amore che ci ha dato la forza della conversione e di essere più attenti e solidali con gli altri, in particolare con chi soffre.

Grazie, O Signore per tutti i doni che ci hai concesso; Tu sei la nostra speranza. Con Te non saremo confusi in eterno!

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                   vescovo

Pordenone
31/12/2016
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia