Omelia nella Veglia Pasquale – Cattedrale Concordia, 15 aprile 2017

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Omelia nella Veglia Pasquale

Cattedrale Concordia, 15 aprile 2017

 

O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore. … Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo dall’oscurità del peccato”. Così abbiamo cantato nell’annuncio pasquale: inno di gioia che annuncia la vittoria di Gesù sul male e sulla morte. Abbiamo iniziato questa Veglia nella notte, al buio, segno delle tenebre che talvolta riempiono il nostro cuore. Spesso anche la nostra vita è avvolta dal buio. È il buio dei tempi difficili come il nostro, il buio della sofferenza e della malattia e quello più terribile della morte. Ma è anche il buio dell’egoismo che ti impedisce di vedere gli altri, soprattutto quelli che soffrono.  Il fuoco al quale abbiamo acceso il Cero Pasquale e le nostre candele, sono segno di Cristo risorto, “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Giovanni 1,8). Senza Gesù tutto il mondo vive nell’oscurità. Solo con Lui, l’umanità ritroverà la luce e la via della vita, perché come ci ha detto Gesù “chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12).

Per passare dal buio alla luce vera, siamo invitati a lasciarci guidare dalla Parola di Dio che illumina il cammino e guida i nostri passi sulla via del bene, della gioia e della speranza. La Parola di Dio di questa sera ci ha presentato la Storia della Salvezza, una storia che rivela l’amore di Dio per tutta l’umanità che non sempre crede e lo accoglie. Il simbolismo della luce appare frequente nelle letture della Veglia pasquale. Il racconto della creazione si apre con la luce, immagine di salvezza e di vita piena, che viene separata dalle tenebre. Luce che guida il cammino del popolo Ebreo che fugge dalla schiavitù dell’Egitto verso la Terra Promessa, fino “all’alba del primo giorno della settimana” (Matteo 298,1), quando le donne corse al sepolcro, trovano la pietra rotolata e la tomba vuota. Ma la salvezza che il Signore ci offre, espressa dal simbolismo della luce, non ci viene incontro in modo magico, ma scaturisce dall’alleanza che Dio ha fatto con il suo Popolo, un patto che, come ci ha ricordato il profeta Isaia, dura per sempre perché fondato non sulla nostra volontà o sulle nostre capacità ma sull’amore gratuito di Dio che trova nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù, il culmine e il vertice del suo dono.

Siamo anche noi in cammino, come le donne che di buon mattino si sono recate al sepolcro. Anche noi come loro, siamo mossi dall’amore verso di Lui e anche dalla paura; dubbi e paura espressi bene dalla domanda che ci ha riportato l’evangelista Marco: “Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?” (16,3). Sono le pietre dei nostri sbagli, dei pregiudizi verso gli altri che portano alla condanna, pietre che ci impediscono di vedere il volto del Signore e dei fratelli. Giunte le donne al sepolcro, ci racconta il Vangelo di Matteo, “un angelo del Signore scese dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa” (28,2). Questo, carissimi, è l’inizio della Pasqua, per le donne e anche per noi. È necessario, però, vincere la paura e andare a cercare Gesù, iniziando proprio dalla sua tomba, dalla sua morte. Non possiamo scappare via e dimenticarci delle sofferenze di tante persone, fuggire dal bisogno degli altri e chiuderci in noi stessi. Ecco il primo miracolo della Pasqua: rotolare via le pietre che pesano sulla nostra vita e sulla vita degli altri. Solo così, sarà possibile anche per noi recuperare il coraggio di entrare nel sepolcro buio, nel buio del nostro cuore e di tanti cuori immersi nel dolore e nella sofferenza, per accogliere la luce di Gesù risorto e vivo e per ascoltare la voce dell’Angelo che ci dice che Gesù è risorto, è vivo e che ha vinto la morte. Egli vive in mezzo a noi, è vivo nelle nostre comunità raccolte in preghiera, vicine a chi soffre, accanto a chi si trova nella sofferenza e nel dolore. Tu non sei più prigioniero del peccato, della morte e delle tue paure, perché sei libero. Il Signore ti ha liberato da ogni schiavitù e ha posto dentro di te il germe della vita nuova.

La Pasqua ha la forza di cambiare la nostra vita, di guidare i nostri passi e di orientare il nostro cammino, perché ci comunica la gioia della speranza e la forza della risurrezione. Il Risorto, luce di speranza per il mondo, ci fa risorgere da ogni disperazione e da ogni sconforto se ci apriamo a Lui nella fede, se ci mettiamo in ascolto della sua Parola, se riceviamo la sua vita nei Sacramenti e se ci apriamo all’amore e alla solidarietà con tutti, in particolare con i fratelli e le sorelle che sono nella sofferenza, nello sconforto e nel dolore, fisico, morale e spirituale. Abbiamo tutti qualcosa di nuovo da dire e da donare. Abbiamo una speranza per il mondo, una luce nel buio. Non diciamo di non essere capaci e di non sapere cosa dire e come fare! Lasciamo che sia la forza dello Spirito di vita che Gesù ci ha comunicato con la sua risurrezione a parlare in noi. Il mondo ha bisogno di noi e della nostra testimonianza; Dio ci metterà nel cuore e sulle labbra le parole da dire. Diventiamo profeti della risurrezione che rivela al mondo l’amore che Dio ha per tutti noi.

Porgo l’augurio di una Santa Pasqua a tutti voi e alle vostre famiglie; alle persone malate e soffrenti e a tutti coloro che si mettono a servizio degli altri, per la promozione del bene comune e della solidarietà tra i popoli.

 

Buona Pasqua !

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                   vescovo

 

 

 

 

Concordia Sagittaria
15/04/2017
30023 Concordia Sagittaria, Veneto Italia