Solennità della Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace

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Solennità della Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace

Pordenone, 1 gennaio 2019

 

Iniziando un nuovo anno civile, a otto giorni dalla nascita di Gesù salvatore, siamo invitati a posare il nostro sguardo su Maria santissima, che tenendo fra le sue braccia Gesù, accoglie i pastori come tenera madre che cura il proprio figlio, piccolo e indifeso. Soffermiamoci un po’ a contemplare l’amore e la tenerezza di san Giuseppe e di Maria verso il Figlio di Dio fatto uomo, e per ricevere la benedizione che Dio oggi dona a tutta l’umanità, avvolta in un clima di sfiducia dato dalla paura dell’altro, dell’estraneo e dalla corsa sfrenata al consumismo. Benedire significa farsi carico dell’altro, fare qualcosa di buono, sostenuti dalla forza e dalla potenza di Dio. Dio è la fonte della nostra vita e della nostra felicità. Lui è sempre fedele e ci accompagna nel nostro cammino con la sua benedizione che ci permette di aprirci e di accogliere la vita che ci viene donata. La festa della maternità di Maria ci aiuti a porre il Nuovo Anno sotto la speciale protezione di Dio, rinnovando quell’alleanza che Lui ha fatto con tutta l’umanità. “Ti benedica il Signore e ti custodisca, faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia” (Numeri 6,24-25).

In questo giorno pieno di luce e di gioia, mentre accogliamo l’annuncio del profeta che vede nel bambino che nasce il principe della pace (cfr. Isaia 9,5) e la benedizione del Signore che ci dona la pace, celebriamo la 52ma Giornata Mondiale della Pace. La forza e il potere di questo bambino Figlio di Dio e di Maria, non sono basati sulla ricchezza o sulla sopraffazione, ma sull’amore e sulla pace. “La pace – ci ricorda papa Francesco nel suo messaggio – si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate” (n.6). Il compito di ogni credente e di ogni uomo e donna di buona volontà è di donare la pace ad ogni persona, in mezzo ai drammi e alle violenze della storia, favorendo la convivenza dell’umana famiglia e di tutta la nostra ‘casa comune’, il pianeta in cui Dio ci ha posto per abitare e del quale siamo chiamati a prendercene cura con sollecitudine (cfr. Messaggio …, 1).

Il messaggio del papa di quest’anno: La buona politica è al servizio della pace, richiama l’attenzione alla responsabilità che i politici hanno nella costruzione della pace mondiale, andando alla radice del problema: l’impegno per il bene comune. La responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, anche a ciascuno di noi, ma in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare. Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo nella società, tra le generazioni e tra le culture, anche con quelli che non la pensano allo stesso modo. Non c’è pace senza fiducia reciproca. E la fiducia ha come prima condizione il rispetto per la parola data. L’impegno politico, come ci ricordavano spesso Paolo VI e Benedetto XVI, è una delle più alte espressioni della carità, perché contribuisce all’edificazione della civiltà dell’amore, dove ogni persona è amata e rispettata nei suoi diritti, per quello che è. Ci ricorda papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, 205: “Chiedo a Dio che cresca il numero dei politici capaci di entrare in un autentico dialogo che si orienti efficacemente a sanare le radici profonde e non l’apparenza dei mali del nostro mondo! La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune. … Prego il Signore che ci regali più politici che abbiano davvero a cuore la società, il popolo, la vita dei poveri”. Sono necessari pertanto, ci ricorda il papa nel suo messaggio, “politici, di qualunque appartenenza culturale o religiosa che, insieme, desiderano operare per il bene della famiglia umana, praticando quelle virtù umane che soggiacciono al buon agire politico: la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onesta, la fedeltà. … La buona politica è al servizio della pace; essa rispetta i diritti umani fondamentali, che sono ugualmente doveri reciprochi, affinché tra le generazioni presenti e quelle future si tessa un legame di fiducia e di riconoscenza”. (Messaggio, 3). E cita la bellissima espressione di papa Giovanni XXIII nella Pacem in terris, 24: “Quando negli esseri umani affiora la coscienza dei loro diritti, in quella coscienza non può non sorgere l’avvertimento dei rispettivi doveri”.

Carissimi, se vogliamo costruire e servire la pace, diventa fondamentale per noi e per la comunità cristiana promuovere e lavorare per la formazione di persone, adulti e soprattutto giovani, disposti ad impegnarsi e dare del loro tempo nell’esercizio della politica, vissuta come servizio alla collettività umana, al di là degli interessi personali e di parte. Troppo spesso vediamo, anche nel nostro paese, nei diversi livelli, dal locale al mondiale, leader politici scelti ed invitati ad assumere incarichi senza formazione, solo perché di parte politica. Servono leader politici con una nuova mentalità, di grande levatura, che sappiano dialogare e confrontarsi, con esperienze vere di servizio e di tirocinio.

Permettetemi, a conclusione, di riassumere in due principi l’arte del buon politico:

  • Salvaguardare i diritti fondamentali della persona e le regole comunitarie, incoraggiando e sostenendo sempre il dialogo tra le parti sociali, tra le generazioni e le culture;
  • Promettere solo quello che si può mantenere, sapendo già che alcune promesse non potranno essere mantenute perché prive di fattibilità

 

Carissimi, a tutti auguro un buon Anno Nuovo, un anno di pace nella grazia del Signore, con la protezione materna di Maria, Madre di Dio e madre nostra.

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Pordenone
01/01/2019
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia