Omelia S. Messa inizio pellegrinaggio diocesano OFTAL
Lourdes 5 agosto 2019
Carissimi, anche se stanchi del viaggio, iniziamo insieme questa sera il nostro pellegrinaggio a Lourdes con la celebrazione dell’Eucaristia, accogliendo il dono, il regalo più grande che Gesù ci ha fatto: l’offerta della sua stessa vita, che continua nell’ascolto della sua Parola e nel dono dell’Eucaristia. Il tema, il filo conduttore che ci accompagna nel pellegrinaggio di quest’anno è una parola di Gesù che ci riporta l’evangelista Luca: “Beati voi poveri, perché vostro è il Regno dei cieli” (6,20). Desidero iniziare la riflessione con una domanda: Poveri perché? Predicare oggi la povertà non sembra un controsenso, un retaggio del passato, quando tutti erano poveri? Potrebbe sembrare una consolazione o un’illusione. Noi, infatti, viviamo nella società del benessere, dove uno si sente fortunato quando ha molti soldi, quando possiede dei beni, una casa e una bella macchina. Se oggi c’è da proclamare una beatitudine, se c’è da dire che uno è felice, si dovrebbe dire beato chi ha dei soldi e chi possiede molti beni.
Abbiamo davanti a noi la testimonianza di due figure, strettamente legate fra di loro: Maria e Bernardette. Maria, umile fanciulla che a Nazareth ha sperimentato e vissuto la povertà, dicendo nel Magnificat “ha guardato l’umiltà della sua serva … ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Luca 1,48.53).Maria si svuota di se stessa per essere colmata solamente della grazia e della presenza di Dio che si dona a chi ha il cuore semplice e libero. Maria riceve tutto e non conserva nulla per sé. Anche Bernardette, in una vita povera e ordinaria, sperimenta una felicità grande, capace di far aprire la porta del cielo. Tutto attorno a lei è povero: la grotta, rifugio per i porci, la sua casa buia e malsana. Eppure Bernardette si sente amata e voluta bene dal Signore che le dona la grazia di incontrarsi con sua Madre, Maria. Bernardette non ha più paura, non le fa paura più niente e nessuno, perché ha scoperto la ricchezza più grande, quella che rende veramente felici: l’amore di Dio che la porterà a scegliere di donare tutta la sua vita tra le suore di Nevers, per servire i poveri e sofferenti. Per Bernardette i poveri sono il volto vivente di Gesù. Più un povero è ributtante, più bisogna volergli bene! Queste sono le sue ultime parole prima di morire. Questa è la felicità che la madonna aveva assicurato a Bernardette; questo è l’atro mondo promesso. Mi sembra che possiamo ora rispondere alla domanda iniziale: poveri, perché? Poveri per spogliarci di noi stessi, dei beni inutili, per aprirci alla luce di Dio.
Carissimi, tutti siamo alla ricerca della felicità, della vita piena: anziani, adulti, giovani, sani e malati. Tutti portiamo dentro di noi un desiderio, un sogno: essere un po’ più felici e stare un po’ meglio. Come farlo? Come realizzarlo? E’ necessario aprirci alla luce, all’incontro con il Signore, Lui è la nostra vera felicità. A Lourdes siamo aiutati dal clima spirituale che ci avvolge e dalla testimonianza di tante persone, soprattutto ammalate, che ci aiutano a non disperare mai, ad aver fiducia nell’amore e nella misericordia del Padre e della Vergine Maria che ci sono vicini. Non si può tornare a casa da Lourdes allo spesso modo di come siamo partiti. Siamo invitati anche noi, in questi giorni, a lasciarci spogliare, ad abbandonare qualcosa che non va, qualche modo di fare sbagliato, qualche rigidità di carattere, qualche vizio, qualche ricchezza e diventare un po’ più poveri per fare spazio al Signore. Alla sua famiglia che gli chiedeva cosa fare di tutto quello che la gente gli portava, Bernardette rispose: “A condizione che non diventiate ricchi”. La ricchezza, infatti, chiude il nostro cuore, non ci fa essere attenti alle esigenze degli altri, sposta il vero obiettivo della vita, dandoci l’illusione di essere felici.
Carissimi tutti, in questi giorni vi invito a fermarvi un po’ e a contemplare Gesù, che “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Corinzi 8,9). In questi giorni ci sono tante cose da fare! Trovate del tempo per la preghiera, per contemplare il volto di Gesù povero, che vi passa accanto. Vogliamo anche noi essere poveri per essere liberi di amare e di donarci agli altri. Lui è la luce vera che illumina la vita e il cammino di ciascuno di noi.
Domani celebriamo la festa della Trasfigurazione del Signore. Siamo invitai ad aprirci alla luce di Dio. Lui desidera entrare nella nostra vita con tutto il suo calore e amore per rischiarare le nostre tenebre. Anche per noi, è bello stare qui, essere insieme, con il Signore, con i fratelli e le sorelle e soprattutto con Maria, nostra madre, che in questi giorni si fa compagna di strada. Facciamo nostra la preghiera di papa Francesco: “Ogni volta che vado in un santuario mariano mi piace guadagnare tempo guardando e lasciandomi guardare dalla Madre, chiedendo la fiducia del bambino, del povero e del semplice che sa che lì c’è sua madre. Se qualche volta siamo tentati di isolarci e rinchiuderci in noi stessi … guardiamo a Maria affinché purifichi i nostri occhi da ogni pagliuzza”.
Buon pellegrinaggio.
+ Giuseppe Pellegrini vescovo