Omelia Festa del Patrono Santo Stefano ‐ Concordia 2 agosto 2014

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Omelia Festa del Patrono Santo Stefano 

Concordia 2 agosto 2014

 

Letture: Atti 6,8-10; Atti 7,5460; Luca 6,2026

 

Lo stile di vita di Santo Stefano che fu il primo a seguire Gesù con il martirio e morì come ha fatto Gesù, perdonando e pregando per i suoi persecutori, è ben espresso nella pagina delle Beatitudini secondo la versione meno nota di Luca, nella quale Gesù, capovolgendo la scala dei valori dell’uomo annuncia la salvezza promessa da Dio, cosa Dio ha fatto e fa nel suo figlio Gesù, rivelando così anche il suo modo di agire nella storia. I discepoli sono beati perché Dio ama ciascuno secondo il proprio bisogno e necessità e perché, partecipando al mistero di persecuzione e di morte del Cristo, sono più profondamente uniti alla sua missione di salvezza, con lo stile di amore e di gratuità. “Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo” (Luca 6,23). Ma le felicitazioni e congratulazioni per i poveri, si trasformano in lamentazioni per i ricchi. Il ‘guai a voi’ non è un grido di minaccia o di vendetta, ma un estremo grido di compassione e di sofferenza verso tutti coloro che sostituiscono le cose al posto di Dio e che misurano il proprio valore o la bontà di un comportamento sul consenso degli altri o sugli indici di gradimento. “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi” (6,26).

Il martirio di Stefano è un grande atto di amore verso Dio e verso l’umanità, compresi i suoi persecutori. Infatti il legame che unisce Stefano a Gesù è proprio la carità, l’amore verso tutti; lo stesso amore che spinse il Figlio di Dio a spogliare se stesso e farsi obbediente fino alla morte di croce.  I capitoli 6 e 7 del libro degli Atti che ci presentano il lungo discorso di Stefano, ce lo presentano come esempio e modello di testimonianza di fede e di carità. Stefano parlava di Gesù con profonda convinzione e con un grane amore, della sua vita ma soprattutto della sua morte e risurrezione. Era lo Spirito Santo che parlava il Lui, sorgente della sua testimonianza. Bellissima la preghiera finale, prima del martirio, dove realizza il compimento della sua vita e del suo messaggio, diventando una sola cosa con Cristo. Ci ha ricordato papa Benedetto in una sua catechesi:

“Così la meditazione di Stefano sull’agire di Dio nella storia, sulla Parola divina che in Gesù ha trovato il suo pieno compimento, diventa una partecipazione alla stessa preghiera della Croce. Prima di morire, infatti esclama: «Signore Gesù, accogli il mio spirito» (At 7,59), appropriandosi delle parole del Salmo 31 e ricalcando l’ultima espressione di Gesù sul Calvario: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46); e, infine, come Gesù, grida a gran voce davanti a coloro che lo stavano lapidando: «Signore, non imputare loro questo peccato» (At 7,60). Notiamo che, se da un lato la preghiera di Stefano riprende quella di Gesù, diverso è il destinatario, perché l’invocazione è rivolta allo stesso Signore, cioè a Gesù che egli contempla glorificato alla destra del Padre: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio»”.

            Ecco perché, carissimi tutti, il martirio di santo Stefano diventa il modello per eccellenza per ogni cristiano, messo a dura prova nella vita di fede e nella testimonianza dei valori cristiani nella società e cultura di oggi. Modello per tutti noi presbiteri, diaconi, religiosi/e della diocesi di Concordia-Pordenone che ricordiamo Santo Stefano, nel giorno del rinvenimento delle reliquie, come nostro patrono ed intercessore. Modello per tutti voi della comunità parrocchiale di Concordia, qui presente con i sacerdoti e molti altri fedeli, e anche modello per voi della società civile e istituzionale, con la presenza del sindaco, di alcuni consiglieri e di molte associazioni. Stefano ricorda a tutti noi che vale la pena anche oggi dare la propria vita per la causa di Cristo e per l’amore dei fratelli. Stefano non ha dato qualche ora del suo tempo, ma ha dato tutta la sua vita, nella consapevolezza che una vita spesa per gli altri, in nome di Gesù ci rende più felici e ci realizza pienamente. Domandiamoci: quanto vale la pena anche oggi sacrificarsi per la causa del vangelo? Quanto siamo disposti, soprattutto in alcune situazioni particolari, ad esempio nel mondo del lavoro o nel mondo accademico o culturale, testimoniare i valori del cristianesimo, anche se ciò può comportare derisione o emarginazione? Molti, purtroppo, danno la vita per banalità o per rincorrere false illusioni o miti passeggeri. Siamo noi disposti a donare qualcosa di nostro per far contenti gli altri, per dare loro felicità, gioia e senso del vivere? Le espressioni, meglio le preghiere, che abbiamo ascoltate sulle labbra di Stefano, ci aiutano a trovare il modo giusto per amare il Signore, gli altri e anche noi stessi. E’ proprio così: nel dono di se stessi si trova il senso vero da dare alla propria vita. Mentre Stefano veniva lapidato disse: “Signore Gesù accogli il mio spirito” (Atti 7,59). Sono state anche le ultime parole di Gesù (cfr. Luca 23,46).  La vita trova il suo vero significato e noi troviamo la nostra vera identità, quando impariamo a donare la nostra vita per amore, perché così facendo riandiamo alla sorgente vera della vita che è la gratuità dell’amore di Dio. Ecco perchè sono importanti e significativi nella Chiesa i martiri di ieri e di oggi. Santo Stefano non è morto da disperato, perché davanti a lui si sono spalancati i cieli. E’ capitato anche a noi, in questi giorni piovosi, quando un angolino di cielo si apre, viene spontaneo esclamare: finalmente … e ritorna così la speranza! Ogni testimonianza di fede e di amore è un pezzo di cielo che si apre sopra di noi e dentro di noi. Non lasciamoci mai rubare la speranza – ci ricorda spesso papa Francesco – perché il cielo che è sopra di noi, possa portare serenità, gioia e pace anche dentro di noi.

 

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                  vescovo

 

 

 

Concordia Sagittaria
02/08/2014
30023 Concordia Sagittaria, Veneto Italia