Funerale di Francesca Galbero in Margonari

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Omelia

Bovolone (VR), 26 gennaio 2022

Funerale di Francesca Galbero in Margonari

Letture: Romani 8,31b-35.37-39; Matteo 7,24-27

Più di 41 anni fa, in questa Chiesa parrocchiale di Bovolone, ho unito in matrimonio Francesca e Costantino. Oggi siamo qui ad accompagnare Francesca nel suo cammino definitivo verso la dimora eterna, il Paradiso. Siamo tutti vicini con la preghiera e l’affetto al marito Costantino, alle due figli Silvia col marito Andrea, Angela col marito Alessandro, alla mamma di Francesca Luciana, ai nipoti Edoardo Giacomo e Camilla, ai parenti e amici tutti e a quanti hanno conosciuto e voluto bene a Francesca, in modo particolare al gruppo Scout che ha servito e amato. Il filo conduttore che lega la vita e la storia della vostra famiglia, lo troviamo nella Parola di Dio che insieme a Costantino abbiamo scelto per la celebrazione di quest’oggi. È la stessa Parola scelta per il giorno del vostro matrimonio; Parola che vi accompagnato nei momenti lieti e tristi della vostra vita e che ora illumina e da un senso e un significato alla morte prematura di Francesca e al vuoto incolmabile che lascia in Costantino, nelle figlie, nella mamma e nipoti. Questo stupendo inno di san Paolo all’amore di Dio: “Nulla potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Gesù Cristo” (Romani 8,39), 40 anni fa, nel pieno della vostra giovinezza, allietata da tante amicizie e dal servizio agli Scout, all’inizio del matrimonio, aveva un significato ben diverso da ora! San Paolo fa un lungo elenco delle paure e delle difficoltà che una persona può incontrare, che insidiano quotidianamente la nostra vita e la nostra felicità e. Come cantare, ci domandiamo, l’amore di Dio quando si incontrano prove, fatiche e difficoltà? Come tenere viva la speranza in queste situazioni? Anche Francesca e Costantino, insieme alle loro figlie, in questi anni hanno sperimentato momenti di gioia, di felicità, ma anche di fatica e di difficoltà materiali, relazionali e di vita di fede. L’apostolo, nel suo elenco, usa delle coppie antitetiche, ricordandoci così che gli ostacoli che ci impediscono di volerci bene e di sentirci lontani dall’amore di Dio, si possono trasformare in occasioni di amore e di fiducia. Anche voi, ad un certo punto della vita pensavate di non farcela vivendo lontani da Dio e dalla sua presenza, sperimentando momenti di buio e di solitudine. Il grande teologo e martire in un campo di concentramento, Bonhoeffer, pregava così alle soglie della morte per impiccagione: “C’è buio in me, in te invece c’è luce; sono solo ma tu non mi abbandoni. Non ho coraggio, ma tu mi sei di aiuto. C’è amarezza in me, in te pazienza; non capisco le tue vie, ma tu sai qual è la mia strada”.

In questi giorni, parlando con Costantino e le figlie, ho compreso che il cammino che ha vissuto Bonhoeffer, è il cammino che ha compiuto Francesca nella sua vita. Inizialmente quando ha rinunciato a tante cose, anche alla professione, per il bene della famiglia, nei momenti di crisi spirituale e successivamente nel tempo dell’approfondimento e del consolidamento della sua Fede, quando ha cominciato a sentire e sperimentare che l’amore di Dio ha una forza tale che aiuta a vivere e a sopportare ogni problema e poi anche nella sofferenza e malattia. Prima di iniziare il suo calvario, davanti alla malattia del nipotino Giacomo, non esitò a chiedere al Signore la guarigione, disposta anche a dare la sua vita. Più di una volta nei momenti di grande sofferenza, ha dimostrato una fede forte nell’accogliere il suo dolore: ‘piuttosto di un’altra persona lo accetto io’. Questo non significa accettazione passiva del dolore e della sofferenza, ma capacità, nella fede, di guardare oltre, di dare un senso e un significato, affidandosi all’amore del Padre che non abbandona mai. È riuscita, così, a trasformare il suo dolore in occasione di dono di sè, di amore verso gli altri. Ha trascorso gli ultimi istanti e momenti della vita pregando e affidandosi a Maria, insieme con i suoi cari e con il parroco don Cristiano.

Caro Costantino, ti ricordi la riflessione che insieme a Francesca abbiamo fatto, scegliendo la liturgia della Parola per il tuo matrimonio, sul significato di costruire la casa sulla sabbia o sulla roccia (cfr. Matteo 7,24-27).  È più facile e talvolta più redditizio costruire sulla sabbia: meno fatica e si costruisce più in fretta. Invece, costruire sulla roccia non è proprio così facile, occorre tempo e sacrificio. Ma soprattutto occorre fidarsi di Dio, ascoltare la sua Parola, modificare i propri progetti e talvolta anche qualche scelta. L’esperienza di servizio con gli Scout vi ha aiutato a intraprendere la scelta, e ora insieme ai tuoi cari, cari, vedi quanto sia stato bello è positivo costruire la propria casa, la propria vita e famiglia, su una Parola non solo ascoltata, ma soprattutto accolta è vissuta concretamente, sulla Parola di Gesù. Carissimi, corriamo tutti il rischio di annacquare il Vangelo fino ad annegarlo nell’oceano del buon senso, fino ad accontentarci di qualche pratica o ricordo religioso. Non è questa la Fede! Fede è fidarsi di Dio, fede è accoglierlo nella nostra vita, fede è avere la speranza che il Signore non ci lascia soli nelle prove e nelle difficoltà, e anche quando incontriamo il dolore e la morte, lui è lì accanto aprendoci le porte della vita eterna che non ha mai fine. La morte non spezza l’amore, perché l’amore è più forte della morte (cfr. Cantico dei Cantici,2).

Caro Costantino, quarantuno anni fa ti sei unito per sempre a Francesca nel sacramento del matrimonio, sposandola in Cristo. Gesù vi ha sempre accompagnato, anche nella prova, anche quando veniva meno la vostra fede: tua, di Francesca e delle tue figlie. Dio non vi ha mai abbandonati, tenendo sempre accesa la luce della fede, meglio, il lumicino della fede, perché lui è sempre stato dentro i vostri cuori. Fino a quando, tra strade diverse, la luce si è riaccesa e lo avete rincontrato e accolto dentro di voi. La morte, per noi credenti, è un passaggio, triste e doloroso, ma sempre passaggio. Ora Francesca si ricongiunge a Cristo perché si è sposata con te in Cristo. Lo ha raggiunto e si è unita a lui per sempre. Sta certo che continua a vegliare e a pregare, come sua sposa, perché Dio sia con te e con i tuoi cari. Sentitela viva, perché lei lo è; sentitela presente come un angelo che veglia sul vostro cammino. La morte di Francesca sia per la sua famiglia e per tutti noi, un esempio e un invito a non aver paura di vivere la vita uniti al Signore e ad accoglierlo dentro di noi, anche se non è sempre facile, anche se qualche volta ci sentiamo lontani. Fidiamoci del Signore che non ci lascia soli, e abbiamo il coraggio di annunciarlo e di testimoniarlo volendoci bene tra di noi.

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo

Bovolone
26/01/2022