Omelia Inizio Anno e Giornata mondiale della Pace – Pordenone, 1 gennaio 2014

condividi su

Omelia Inizio Anno e Giornata mondiale della Pace

Pordenone, 1 gennaio 2014

 

Affidiamo alla Vergine Maria il nuovo anno appena iniziato, pregando perché sia improntato a pace, serenità e fraternità tra di noi. Beni necessari e indispensabili, ma altrettanto difficili da realizzare. Per questo con la prima lettura, la benedizione di Aronne, invochiamo anche noi la protezione di Dio certi che ci farà vivere e che susciterà protezione e prosperità per tutta l’umanità. Il Signore infatti pone il suo nome e la sua presenza nella vita dell’umanità, perché tutti noi possiamo diventare costruttori di pace e di fraternità, soprattutto in questo momento di difficoltà e di crisi che stiamo attraversando, sia a livello sociale, politico ed economico, ma anche a livello più profondo di valori e di stile di vita. L’apostolo Paolo poi, ci indica il modo giusto per iniziare bene il nuovo anno, per riprendere più fiducia, coraggio e speranza. “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio … perché ricevessimo l’adozione a figli” (Galati 4, 4-5). Ancora una volta la liturgia richiama la nostra attenzione invitandoci a fissare lo sguardo su Gesù. E’ in Lui che noi ora possiamo sperimentare la benedizione e la benevolenza di Dio. Il Verbo eterno del Padre entra nella nostra umanità, si fa adottare da noi! La conclusione del brano evangelico ce lo ricorda attraverso un gesto semplicissimo, ma denso di significato, che anche voi genitori avete sperimentato: dare il nome al figlio. Maria e Giuseppe, compiuti gli otto giorni, danno al bambino il nome di Gesù, che significa ‘Dio salva’, indicandogli così la sua vocazione di Messia e la sua missione di salvezza. E’ lo stesso nome che, scritto in caratteri ebraici, greci e latini alla sommità della croce, indicherà la modalità scelta da Gesù per portare la salvezza all’umanità: il dono di sé fino alla morte.
La celebrazione che stiamo vivendo ci aiuta ancora di più a comprendere il significato della Giornata mondiale della pace che Papa Paolo VI istituì nel 1968 come auspicio di ogni bene per il mondo intero. Maria, attraverso la sua maternità, non solamente ci dato Gesù come un uomo di pace come tanti altri, ma ci ha donato Lui che è la pace vera, la pace di Dio. Paolo ci ricorda che: “Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne” (Efesini 2,14). Il sangue che Gesù ha versato per noi ci è donato per il perdono e la pace, perché noi possiamo amarci profondamente, realizzando un mondo più giusto e più fraterno. Qui sta il significato del primo messaggio di Papa Francesco per la pace, che ha come tema ‘Fraternità, fondamento e via per la pace’.
Sin dall’inizio del suo ministero di vescovo di Roma, il Papa ha sottolineato l’importanza di superare una «cultura dello scarto» e di promuovere la «cultura dell’incontro», per camminare verso la realizzazione di un mondo più giusto e pacifico. La fraternità è un dono che ogni uomo e donna reca con sé in quanto essere umano, figlio di uno stesso Padre. “Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri” (Messaggio n.1). Davanti ai molteplici drammi che colpiscono la famiglia dei popoli – povertà, fame, sottosviluppo, conflitti, migrazioni, inquinamenti, disuguaglianza, ingiustizia, criminalità organizzata, fondamentalismi, e anche più vicino a noi la mancanza del lavoro e la crisi economica – la fraternità è fondamento e via per la pace. La cultura del benessere fa perdere il senso della responsabilità e della relazione fraterna. Gli altri, anziché nostri «simili», appaiono antagonisti o nemici e sono spesso «cosificati». Non è raro che i poveri e i bisognosi siano considerati un «fardello», un impedimento allo sviluppo. Tutt’al più sono oggetto di aiuto assistenzialistico o compassionevole.

Non sono visti cioè come fratelli, chiamati a condividere i doni del creato, i beni del progresso e della cultura, a partecipare alla stessa mensa della vita in pienezza, ad essere protagonisti dello sviluppo integrale. La fraternità, dono e impegno che viene da Dio Padre, sollecita all’impegno di essere solidali contro le diseguaglianze e la povertà che indeboliscono il vivere sociale, a prendersi cura di ogni persona, specie del più piccolo ed indifeso, ad amarla come se stessi, con il cuore stesso di Gesù Cristo. In un mondo che accresce costantemente la propria interdipendenza, non può mancare il bene della fraternità, che vince il diffondersi di quella globalizzazione dell’indifferenza, alla quale Papa Francesco ha più volte accennato. La globalizzazione dell’indifferenza deve lasciare posto ad una globalizzazione della fraternità. La fraternità impronti tutti gli aspetti della vita, compresi l’economia, la finanza, la società civile, la politica, la ricerca, lo sviluppo, le istituzioni pubbliche e culturali. E’ necessario però, come ci ricorda il messaggio che questo stile di fraternità, anche se fa parte della nostra identità, sia appreso e imparato in seno alla famiglia. “La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore”.
Che Maria ci aiuti a scoprire in tutti i giorni dell’anno la potenza e la forza del nome di Gesù e a comprendere e a vivere la fraternità che sgorga dal cuore del suo Figlio, per portare pace ad ogni uomo e donna su questa nostra terra. Ci aiuti anche a essere solidali tra di noi, in questo momento di difficoltà economica e lavorativa, facendo emergere tutta la ricchezza e la potenzialità della vera fraternità che nasce dall’amore di un Dio che si è incarnato nel suo figlio Gesù e ci ha insegnato a condividere con gli altri parte di quello che siamo e che abbiamo.

Sia lodato Gesù Cristo!

+Giuseppe Pellegrini

vescovo

Pordenone
01/01/2014
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia