Omelia Mercoledì delle Ceneri – Pordenone, 1 marzo 2017

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Omelia Mercoledì delle Ceneri

Pordenone, 1 marzo 2017

 

Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza” (2 Corinzi 6,2), ci ha ricordato Paolo nella seconda lettura. E’ il tempo della conversione la quaresima, momento favorevole per convertirci, per rivolgere il nostro sguardo e il nostro cuore al Signore Gesù. Nella colletta abbiamo chiesto al Signore di compiere un cammino di vera conversione. Mi ha fatto riflettere questa sottolineatura: vera conversione, perché ciò significa che si può correre il rischio che la conversione non sia vera ma falsa, perché il cammino non ci porta all’incontro con il Signore. Il movimento, non facile, della conversione è prima di tutto qualcosa che Dio ci propone e ci offre come suo dono e non solo come un nostro desiderio e impegno. Il profeta Gioele, nella prima lettura ci ha ricordato: “Così dice il Signore: ritornate a me con tutto il cuore” (2,18) e san Paolo ci ha esortato: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (5,20).

Carissimi, all’inizio del nostro cammino quaresimale non c’è una iniziativa umana, un nostro sforzo e desiderio di essere più buoni e di migliorare nel cammino della vita. C’è, invece, il desiderio di Dio che ancora una volta ci vuole incontrare, che vuole mostrare il suo volto misericordioso. La conversione si sviluppa a partire dalla nostra piena disponibilità a lasciarci riconciliare con Dio, ad accogliere la sua Parola e il suo amore misericordioso. Paolo non ci ha dato un buon consiglio o un suggerimento, ma un invito pressante perché, conoscendo bene il cuore di ognuno di noi, sa che non è facile per nessuno la conversione. Noi siamo creature deboli, provate anche dalla malattia e dalla sofferenza; creature fragili e peccatori, incapaci da soli ad amare e perdonare come ha fatto Gesù. Anche l’epoca contemporanea non facilita affatto a riconoscere i nostri sbagli e i nostri peccati, giustificandoli sempre e rendendoci insensibili all’invito della conversione e del perdono.

Ecco perché sono necessari, come ci propone la liturgia, dei gesti, alcune scelte concrete per aprirci sempre più autenticamente a Dio e per accogliere i suoi doni e le sue proposte. Nel Vangelo di Matteo appena proclamato, all’interno del grande discorso della Montagna, Gesù fa riferimento alla tre pratiche fondamentali della legge ebraica, per iniziare e vivere un vero cammino di conversione: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Preghiera, digiuno e carità sono tre gesti concreti e possibili da vivere anche ai nostri giorni, capaci di farci rientrare in noi stessi e di ‘convertire’ il nostro cuore, sperimentando così la gioia del donarsi agli altri e la bellezza di metter al centro della vita non i nostri interessi e le nostre comodità ma il primato di Dio e della sua Parola.

Il tempo di quaresima può dare inizio al dinamismo della conversione, nella misura in cui saremo capaci di riconoscerci peccatori, di ammettere che da soli non potremo mai farcela e che abbiamo ancora bisogno dell’amore e della presenza di Dio, attraverso il grande dono della sua Parola. Papa Francesco, nel messaggio quaresimale ci ha ricordato che “la quaresima è il momento favorevole, per intensificare la vita dello Spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera ne l’elemosina. Alla base di tutto c’è la Parola di Dio che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità. … La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello”.

La quaresima è un cammino verso il Signore, un ritornare a Lui non con qualche segno esteriore, ma dal profondo di noi stessi. Anzi, Gesù nel Vangelo ci ha messo in guardia dall’ipocrisia religiosa, da un comportamento che si fonda solamente sull’apparire, su atteggiamenti che cercano l’approvazione e l’applauso. Questi “hanno già ricevuto la loro ricompensa” (Matteo 6,2.5.6). Il vero discepolo non si mette in mostra, ma serve i fratelli nella semplicità e con generosità, perché sa che Dio stesso sarà il suo premio e il suo conforto. L’imposizione delle ceneri sul capo esprime tutto il nostro desiderio di mettere Cristo al centro della nostra vita, orientando fin dall’inizio del cammino il nostro sguardo verso la Pasqua, la vita piena. Siamo così invitati a riconoscere che il fuoco dell’amore di Dio è capace di togliere ogni nostro peccato e ogni colpa, penetrando nella profondità del nostro essere e del nostro cuore.

Pregiamo di essere infiammati da questo amore e di avere il coraggio di lasciarci amare dal Signore Gesù, di lasciare che sia Lui a soffiare il suo alito su di noi, spazzando via la polvere e la cenere che ci allontana dalla sua presenza e ci impediscono di portare agli altri la luce e il fuoco dell’amore di Dio. Buona quaresima a tutti.

                                                           + Giuseppe Pellegrini

                                                                       vescovo

 

Pordenone
01/03/2017
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia