Omelia mercoledì delle Ceneri – Pordenone, 13 febbraio 2013

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Omelia mercoledì delle Ceneri 

Pordenone, 13 febbraio 2013

 

Accogliamo, come dono di Dio, il momento favorevole, questo giorno “delle ceneri”, che ci permette di ritornare al Signore con tutto il cuore e di poter chiedere: perdonaci, Signore, e non ci esporre alla derisione delle genti (cfr. Gioele 2,17). Carissimi, aiutati dalla Parola di Dio, siamo introdotti oggi nel cammino dei quaranta giorni di Quaresima che ci prepara e ci accompagna a celebrare la Pasqua. Un tempo particolare di preghiera e d’impegno spirituale, soprattutto in questi giorni non facili per tutti: per la società che sta vivendo un prolungato e forte periodo di crisi di carattere economico ma ancor più di valori; per la nostra Nazione, che affronta una significativa tornata elettorale; per la Chiesa, scossa e un po’ disorientata, anche se credente e fiduciosa, per l’annuncio del Santo Padre, che ha  scelto di rinunciare al suo servizio petrino perché segnato dalla fatica di un impegno tanto alto e che richiede forza e vigore.

“Quaranta giorni – scriveva papa Gregorio Magno – per crescere nell’amore di Dio e del prossimo”. Secondo poi il suggerimento del profeta Gioele, ci diciamo ancora una volta “laceratevi il cuore, non le vesti, ritornate al Signore nostro Dio” (Gioele, 2,13). Infatti, il digiuno che il Signore si attende da noi, come ci viene detto dal profeta Isaia (capitolo 58) gli è veramente gradito se consiste nel dividere il pane con l’affamato, nel consolare gli afflitti di cuore, nell’operare e fare tutto ciò che ci è possibile per liberare dai legami iniqui. Lo ribadisce anche Gesù nel Vangelo: è necessario superare l’ipocrisia e ripartire dalla nostra vera interiorità per costruire quel rapporto personale con il Signore, un rapporto intimo che apre al dialogo con lui e trova poi concretezza di scelta e di stile nel servizio e nel rapporto con i fratelli. Per compiere queste scelte è necessario per prima cosa purificare il cuore, per riuscire a togliere le nostre maschere ed essere veramente noi stessi, liberi da compromessi, sciolti da legami che ci illudono. Attraverso la penitenza, la preghiera e le opere di carità fraterna, tutti siamo invitati a crescere dentro la vera logica evangelica: quella della gratuità del cuore, della mente e della vita, per affrontare vittoriosamente il combattimento contro lo spirito del male.

Il segno dei Quaranta giorni, come ci ricorda spesso la Sacra Scrittura, indica il cammino che ognuno deve compiere per superare la tentazione di infedeltà all’Alleanza che il Signore ha stabilito con noi e così poterlo riconoscere, dopo un’attesa faticosa e purificatrice, vivo e presente. E’ l’esperienza di Noè, che naviga nel buio del diluvio per quaranta giorni e quaranta notti (cfr. Genesi 9,6); è il racconto di Mosè che sale sul monte Sinai per incontrare Dio (cfr. Esodo 24,18); o il viaggio di coloro che sono inviati ad esplorare la Terra Promessa (cfr. Numeri 13, 25); il cammino del profeta Elia verso il monte Oreb (cfr. 1 Re, 19,8) oppure i quarant’anni del popolo nel deserto (cfr. Numeri 14,31-38). Come nelle grandi pagine della Bibbia, anche a noi, in quest’anno di Grazia, in quest’anno della Fede, è rinnovata la proposta di vivere questi quaranta giorni come occasione opportuna per rinforzare la nostra fede, per riconoscere il Signore Gesù presente nella nostra vita.

E’ la disponibilità ad incamminarci al seguito di Gesù, nella consapevolezza delle nostre fragilità e anche delle nostre incapacità, ma anche nella fiducia che la strada che Gesù indica e propone è la stessa che Lui, prima di noi, ha intrapreso e percorso, nella sua esperienza di sequela alla Parola; questo ci dona incoraggiamento e speranza, la consapevolezza che anch’io, con Lui, posso davvero vivere l’esperienza di un incontro con Dio.

Per compiere questo cammino assieme a Gesù credo siano necessarie due scelte: il digiuno e il deserto. Nel prefazio così oggi preghiamo: “…con il digiuno quaresimale tu vinci le nostre passioni, elevi lo spirito, infondi forza e doni il premio.” Il digiuno è utile per mettere ordine nella vita; un ordine evangelico, che esige rinnegamento di se stessi, purificazione del cuore, spogliazione di ciò che è superfluo, liberazione di quanto è inutile. Non è solo una privazione di cibi, ma di tutte quelle esperienze che rischiano di appesantire e distrarre la nostra vita, di disorientare il nostro cuore, di ritardare il nostro cammino verso il Signore. Guardiamo all’essenziale e liberiamoci del superfluo. Non dobbiamo avere paura, carissimi, di scegliere qualche mortificazione volontaria: non per il gusto di rinunciare ma per aprirci ad orizzonti più grandi. Si può scegliere di spendere un’ora in meno davanti al computer o alla TV e dedicarla alla preghiera e riflessione o per ascoltare qualcuno. Il deserto poi è il luogo ideale per iniziare questo cammino. Come Gesù, siamo tutti invitati a vivere l’esperienza del silenzio, della sobrietà. Liberi da sicurezze materiali che illudono e distraggono ci si trova di fronte alle vere domande esistenziali che ci permettono di raggiungere l’essenziale: l’incontro con Dio.

Lo ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI nell’udienza generale di questa mattina. “Superare la tentazione di sottomettere Dio a sé e ai propri interessi o di metterlo in un angolo e convertirsi al giusto ordine di priorità, dare a Dio il primo posto, è un cammino che ogni cristiano deve percorrere sempre di nuovo. “Convertirsi”, un invito che ascolteremo molte volte in Quaresima, significa seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita; significa lasciare che Dio ci trasformi, smettere di pensare che siamo noi gli unici costruttori della nostra esistenza; significa riconoscere che siamo creature, che dipendiamo da Dio, dal suo amore, e soltanto «perdendo» la nostra vita in Lui possiamo guadagnarla. Questo esige di operare le nostre scelte alla luce della Parola di Dio”.

Carissimi tutti, anche noi siamo chiamati a una scelta: o chiuderci nel nostro egoismo, o aprirci all’amore di Dio e del prossimo. Ci guidi la parola di Dio e il gesto penitenziale delle Ceneri.

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                  vescovo

 

 

Pordenone
13/02/2013
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia