Omelia Giornata Vita Consacrata – Portogruaro, 1 febbraio 2013

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Omelia Giornata Vita Consacrata 

Portogruaro, 1 febbraio 2013

A tutti e a tutte voi presenti, il mio saluto più cordiale, in particolare a tutte le persone consacrate nel giorno della loro festa. Un ringraziamento poi a suor Luciana segretaria USMI e a don Giuseppe, delegato per la vita consacrata; ai padri francescani che ci ospitano; e a quanti hanno preparato questa celebrazione. Ci lasciamo illuminare dalla Parola, appena ascoltata, per cogliere un messaggio per la nostra vita di fede.

Ci rimettiamo in cammino! Sono trascorsi ormai quaranta giorni dalle celebrazioni del Natale, dai giorni in cui nella liturgia ci veniva raccontato del cammino dei pastori e del viaggio dei Magi. Loro erano guidati da segni (gli angeli, per i pastori; la stella, per i Magi), noi invece siamo mossi da una forza interiore che ci spinge ad incontrarci con il Signore Gesù.  Infatti ancora una volta, anche questa sera, le parole della liturgia c’invitano ad intraprendere un viaggio, una cammino, a muovere i nostri passi per incontrare di nuovo il Signore. E sono due testimoni, due figure antiche, a guidarci in questa scelta: i due vegliardi del Vangelo, Simeone e Anna. Giuseppe e Maria si recano al tempio, e presentano Gesù secondo le indicazioni della Legge antica. E’ un giorno di festa, per loro, ma immerso in un gran contesto di quotidiano disordine, di frenesia di vita, di chiasso, così come poteva essere il contesto popoloso del Tempio. Quel luogo sacro, immenso e complesso, è tutto percorso da un continuo andirivieni di persone molto diverse fra loro: sacerdoti, dottori, leviti, moltissimi pellegrini, stranieri, le persone più diverse… In questo contesto, nessuno sembra accorgersi di quel semplice gesto, di quello che sta accadendo. Nessuno: soltanto due  anziani prestano attenzione a quest’evento: Simeone, ed Anna, entrambi mossi dallo Spirito Santo. In quest’attenzione si esprime la gioia luminosa dell’incontro con il Signore Gesù; e in quest’incontro, che è l’immagine del dialogo che l’uomo di ogni tempo può iniziare con il suo Signore, si scopre e si comprende il significato vero di questa celebrazione solenne per tutta la Chiesa. In questa liturgia contempliamo l’immagine di Gesù che nella cornice del tempio si dona totalmente e per sempre al Padre: usando un linguaggio umano secondo il criterio del tempo antico, si consacra a lui e a tutta l’umanità. Questa volontà di Gesù, questo donarsi, è opera dello Spirito Santo: si consegna, si rivela, si manifesta.

Davanti a questa gesto gratuito del Signore, è richiesto da parte nostra un atteggiamento senza il quale quell’incontro determinante per la nostra vita non può avvenire in alcun modo: è la nostra disponibilità all’accoglienza. E’ necessario essere disposti ad accoglierlo, altrimenti si può passargli accanto e non vederlo. Anche voi, carissimi consacrati e consacrate, sull’esempio di Cristo, siete chiamati, nel dono della vostra vocazione, della vostra scelta, a testimoniare l’amore di Dio, la gratitudine e la bellezza del donarsi. Il tema di questa giornata, voluto per quest’anno, ci apre a questa prospettiva: Testimoni e annunciatori della fede. Fede in Dio, un Dio che non è lontano, con cui si può entrare in dialogo, aprire una relazione; un Dio capace di dare sapore e significato all’esistenza.

– Chi, meglio di voi, è capace di testimoniare l’orizzonte più autentico, quella scelta per il Regno che avete accolto come identità in questi tempi segnati da punti di riferimento sempre più confusi e caotici? Ai nostri giorni, non sono più sufficienti parole, scritti, discorsi. La gente ha bisogno di testimoni, esperienze di vita concrete che  rendono coerente e credibile una scelta per Cristo.

– Chi, meglio di voi, è capace di dimostrare che davvero vale la pena donarsi a Dio, unico capace di dare pienezza di vita, come ci ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI all’inizio del suo servizio pastorale con le parole: “Dio non chiede niente, ma dona tutto”?

– Chi meglio di voi può diventare segno che la vita spesa e consumata per Dio porta necessariamente a esercitare con responsabilità e passione l’esercizio del servizio per gli altri, soprattutto dei più deboli e fragili, come esperienza di bellezza che rende vivo l’annuncio stesso del Vangelo, secondo lo spirito carismatico della vostra vita? “Voi – ci ricorda il messaggio – operate in vari modi, perché gli uomini e le donne del nostro tempo aprano la porta del loro cuore al dono della fede”.

Nell’aprire quest’Anno della fede, il papa ci richiamava alla realtà del deserto, in cui l’uomo e la donna di questo tempo storico spesso si trovano ad attraversare, con le difficoltà e le aridità che tutto ciò comporta. Oggi, il mio augurio per voi, è che siate segno visibile, nella Chiesa e nel mondo, della ricerca, che è nel cuore di ogni persona, del volto di Dio. Sappiate orientare, carissimi, ogni persona che incontrate a ricercare il volto autentico di Dio, a mettersi nell’atteggiamento di un incontro, per poter fare esperienza del suo insegnamento, della sua parola, del suo messaggio di vita ma soprattutto del suo amore. Questo cammino di fede sia, per noi e per quanti siamo chiamati a servire, esperienza di bellezza e di Grazia.

 

Sia lodato Gesù Cristo!

 

                                                                                  + Giuseppe Pellegrini

                                                                                              vescovo

Portogruaro
01/02/2013
30026 Portogruaro, Veneto Italia