Omelia S. Messa Ordinazione Episcopale vescovo Livio Corazza – Cattedrale Concordia 17 marzo 2018

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Omelia S. Messa Ordinazione Episcopale vescovo Livio Corazza

Cattedrale Concordia 17 marzo 2018

 

Abbiamo gioito, carissimo don Livio, per la tua chiamata all’episcopato da parte del Santo Padre Francesco, che ringraziamo per il dono concesso non solo a te ma al presbiterio e alla Chiesa di Concordia-Pordenone e di Forlì-Bertinoro. Non è stato facile per te dire “Si”; la comunità parrocchiale di Concordia ti ha sempre vuole un gran bene e fin da subito ti sei inserito con passione e generosità, donandoti pienamente. Quanti hai conosciuto in questi anni, volti e storie che porti ancora nel cuore: famiglie e giovani aiutati a crescere nella fede, uomini e donne scoraggiati dalle fatiche del vivere quotidiano e le tante persone che hai accompagnato alla dimora eterna. Ma con trepidazione e coraggio, sostenuto non dalle tue forze ma dalla fede nel Signore hai pronunciato il tuo ‘In te Domine speravi’, accogliendo ancora una volta la sua chiamata. Ora siamo qui, vescovi, presbiteri, diaconi, consacrati, fedeli laici delle due Chiese locali insieme ai tuoi familiari a invocare il dono dello Spirito Santo perché tu possa servire per il resto della tua vita la Chiesa di Forlì-Bertinoro.

Penso che in questi giorni ti sia chiesto cosa significhi per te essere vescovo, cosa fare e quali siano i ‘sogni’ di un vescovo. La Parola di Dio che hai scelto per questa celebrazione e il gesto, meglio il segno di imporre sopra il tuo capo, durante la preghiera di ordinazione, il libro dei Vangeli, aiutano te e anche tutti noi a comprendere ancora meglio il significato, il ministero e lo stile di vita del vescovo. Dalla Parola di Dio raccolgo tre immagini: il Buon Samaritano; il Pastore e il Servo.

° Il Buon samaritano, davanti alle sofferenze e necessità delle persone non passa oltre ma si ferma, si china a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà da ogni schiavitù e ad offrire consolazione a tutti gli afflitti (cfr. Isaia 61,1-2). Caro don Livio, incontrerai, come hai incontrato nei lunghi anni del tuo ministero sacerdotale, in particolare nel tuo servizio in Caritas, tante situazioni di povertà, di sofferenza, di emarginazione e di solitudine. Con tenerezza di padre, non andare oltre, non lasciarti sopraffare da preoccupazioni, da pregiudizi o incombenze pastorali, ma fermati come ha fatto Gesù, ascoltando e offrendo a tutti l’amore e la misericordia del Padre. Come ci ricorda spesso papa Francesco, l’unzione del crisma ci fa memoria che siamo consacrati per gli altri, per portare il profumo e la forza dello Spirito nella quotidianità della vita delle persone, fino ai confini dell’universo. Come vescovo sarai mandato a portare il lieto annuncio, la gioia del vangelo a tutti, consapevole che “con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia del Vangelo” (EG 1). In questo modo con la testimonia della vita, le parole del profeta saranno capaci di trasformare la cenere in corona e l’abito da lutto in unguento profumato.

° San Pietro esortava gli ‘anziani’ a pascere il gregge, ad essere Pastori sull’immagine di Cristo Pastore (cfr. 1Pietro 5,1-4). Il Signore ti affida l’eletta porzione dell’antica Chiesa di Forlì-Bertinoro perché tu la possa custodire con animo generoso, facendoti modello del gregge fino a dare la tua vita, con l’odore delle pecore – ci dice papa Francesco – camminando con il Popolo di Dio, vivendo in mezzo alla tua gente, attento ad ascoltare la sua voce, cultura e tradizioni, respirandone la sua santità con disponibilità, disinteresse ed umiltà. L’anello che riceverai, sarà il segno delle fedeltà di Dio nei tuoi confronti e anche della fedeltà verso il tuo popolo, al quale sarai legato. Con umile pazienza fatti compagno di viaggio delle persone che incontrerai, in particolare dei presbiteri, tuoi necessari collaboratori, amali da profondo del cuore e sii per loro padre e fratello.

° Terza immagine: servo. Mi verrebbe da dire servo e basta! L’evangelista Luca, all’interno del momento più significativo e più simbolico della vita di Gesù, l’Ultima Cena, pone la discussione sul problema dell’autorità dentro la nascente comunità. Anche noi, come i discepoli, rischiamo di essere schiavi della tentazione della vanagloria, della superbia e della sete di visibilità. In contrasto con la logica mondana di chi comanda, Gesù presenta il suo stile alternativo di governo: “Voi però non fate così” (22,26). Usando il verbo servire, che descrive l’attività domestica, Gesù chiede ai suoi discepoli e oggi anche al vescovo, di esercitare la responsabilità nella comunità, come servizio, come dono della propria vita. Caro don Livio, il dono totale di te stesso sarà il criterio di verifica del servizio episcopale alla tua Chiesa.

Tra poco, durante la preghiera di ordinazione, verrà posto sul tuo capo il libro dei Vangeli, segno eloquente che all’opera c’è il Signore che con la sua Parola guida il tuo cuore e i tuoi passi, e che sei chiamato ad essere servitore della Parola e vangelo vivente. La tua parola faccia sempre risuonare il Vangelo e ogni tuo gesto sia una attuazione del Vangelo. Coltiva e consolida il tuo ministero episcopale nell’intimità della preghiera, dimora quotidianamente nella sua Parola e nell’Eucaristia, per essere testimone del Risorto in mezzo all’umanità di oggi.

Carissimo don Livio, nel tuo motto episcopale risuona forte l’invito alla fiducia e alla speranza nel Signore che ti ha amato e ti è sempre stato fedele. Brilli sul tuo servizio episcopale all’amata Chiesa sorella di Forlì-Bertinoro, la luce della stella che hai posto sullo stemma, segno della fede ti tutti coloro che si sono lasciati guidare da essa e si sono messi in cammino verso il Signore Gesù. Ti auguro di essere con la semplicità della tua vita, con la luminosità della tua fede e con la testimonianza operosa della carità una piccola fiamma che, pur non rischiarando tutta la realtà, illumina i passi e la strada di coloro che incontri. Ti siano di aiuto Maria, stella dell’evangelizzazione venerata con i titoli di Madonna del Fuoco e del Lago, santo Stefano e i santi martiri di Concordia.

 

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                   vescovo

Concordia Sagittaria
17/02/2018
30023 Concordia Sagittaria, Veneto Italia