Santa Messa Lunedì dell’Angelo

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Omelia santa Messa (teletrasmessa) Lunedì dell’Angelo

Pordenone, sede Caritas, 13 marzo 2020

 

San Pietro ci ha appena ricordato nel libro degli Atti degli Apostoli: “Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni” (Atti 2,32). Con la Risurrezione inizia il tempo della Chiesa, della testimonianza dei discepoli e dei credenti; fatto che ha sconvolto la storia dell’umanità e ha dato significato pieno alla vita di ogni persona. Gesù è risorto è vivo ed è presente. Gesù, l’amore di Dio verso tutti, si fa ascolto e solidarietà verso tutta l’umanità, in particolare verso l’umanità sofferente.

  1. Pietro ci invita ad allargare il nostro cuore, proprio per crescere nella comprensione ancora più piena del dono di Dio: la Pasqua, la Pasqua del suo Figlio Gesù, la Risurrezione del suo figlio vivente.

Ma come ci ricorda il Vangelo di oggi, fin dall’inizio si fa strada un tentativo di negare e di seppellire la Pasqua. La Pasqua fa paura perché non è come un messaggio pubblicitario che attrae e promette felicità a basso costo. La Pasqua è un messaggio che ci coinvolge e ci chiede di essere accolto nel profondo di noi stessi, cambiando la nostra vita, convertendoci al Vangelo di Gesù, per poi testimoniarlo in prima persona a tutti. La Pasqua ci chiede di essere testimoni e non solamente dei testimonial, chiedendoci un pieno coinvolgimento, entrando nella morte e resurrezione di Gesù, e non solo l’apparente capacità di vendere un prodotto. Il testimone è uno che soffre, che ha dubbi, che, talvolta sbaglia, non sempre bello e attraente; è una persona che vive dentro la vita quotidiana le proprie inquietudini e sofferenze senza mai nascondere quello che prova, ma nello stesso tempo cercando di dare valore e significato alla vita, accogliendo la testimonianza è la vita nuova che Gesù ci ha donato. I capi del popolo, ci ricorda la pagina di Vangelo, avevano comperato il silenzio, chiedendo alle guardie di mentire, neutralizzando così il messaggio dirompente della Pasqua. Può capitare anche oggi per noi: persone che cercano di comperare il nostro silenzio, persone che ci chiedono di abbassare i toni e di non essere testimoni gioiosi anche in questo tempo di pandemia. La Pasqua ci chiede di non essere come quelle guardie disposte a vendere la propria dignità e la propria umanità per quattro soldi e per una vita apparentemente felice.

Carissimi, siamo tutti desiderosi di ripartire, di rimettere al centro della nostra vita il mistero Pasquale nella sua pienezza di morte e Risurrezione e di accogliere nella nostra vita lo stile di Gesù che si è fatto dono per tutti. Questo è l’autentico messaggio della Pasqua; ora cominciando questi 50 giorni del tempo Pasquale, giorno dopo giorno, siamo chiamati ad accogliere dentro di noi, a consolidare e a trasmettere la vita nuova. Ho desiderato celebrare qui nella “Casa della prossimità” sede della Caritas diocesana e della Fondazione “Buon samaritano”, luogo dove numerosi volontari si rendono disponibili per essere vicini a tantissime persone che anche oggi soffrono. In questi tempi di crisi, di pandemia e di dolore che sta provocando in tutti noi, a livello personale, familiare, sociale, comunitario ed ecclesiale, proprio qui voglio ricordare e pregare per i volontari, uomini e donne, adulti e giovani, anziani che attraverso il servizio della Caritas, della San Vincenzo, nelle nostre comunità parrocchiali e unità pastorali, nelle foranie e nella Diocesi, si stanno donando per essere vicini alle persone che soffrono. Qualche giorno fa ho celebrato anche alla sede della Protezione Civile, per ricordare i numerosi volontari che, attraverso le strutture della società civile, sono presenti in questo tempo di sofferenza da coronavirus, per un servizio indispensabile.

Con l’aumentare del contagio e l’impossibilità di uscire di casa, le categorie che erano già fragili – ammalati, poveri, rifugiati, richiedenti asilo politico, diversamente abili – oggi stanno soffrendo ancora di più, rischiando di avere meno attenzione o di essere dimenticati! Proprio per questo è necessario intensificare il servizio e la vicinanza a questi fratelli e sorelle. Sono a conoscenza

delle attività, pur nella fatica degli spostamenti, di numerose parrocchie e centri parrocchiali, della San Vincenzo e delle Caritas: borse spesa, aiuti alle famiglie più bisognose, funzionamento dell’Emporio solidale, luoghi di accoglienza e di ospitalità per chi chiede aiuto e alloggio, sono essenziali e saranno sempre più necessari. Apriamo e spalanchiamo i nostri cuori e – quando sarà possibile – anche le nostre case e gli ambienti delle parrocchie, per accogliere chi soffre. Vi invito ad uscire e andare là nei luoghi dove le persone sono nella sofferenza e hanno qualche necessità. Non dimenticandoci mai di loro perché sono questi, oggi, il volto di Gesù crocifisso e risorto. Quando ci chiniamo su di loro e sulle loro necessità, ci chiniamo su Gesù stesso, accogliendolo nella nostra vita.

Carissimi tutti, vi auguro di cuore Buona Pasqua. Un grazie agli operatori della Caritas, della Fondazione buon samaritano, al Vicario della Prossimità e a quanti vivono e sono legati a questa ‘Casa della prossimità’.

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Pordenone
13/04/2020
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia