XXVII Giornata Mondiale della Gioventù – Spilimbergo 31 marzo 2012

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Omelia Veglia Giovani
XXVII Giornata Mondiale della Gioventù

Spilimbergo 31 marzo 2012

“Siate sempre lieti nel Signore” (Filippesi 4,4)

 

Riflettendo sul tema della Giornata Mondiale di quest’anno: “Siate sempre lieti nel Signore”, mi è venuta alla mente una serie di domande. Com’è possibile oggi, parlare ai giovani di gioia? Si può essere veramente felici? Il rischio è che diventi solo una bella parola, un augurio di facciata, che non può entrare nel profondo della nostra vita. Anzi, il rischio è che sia solo un’illusione, come capita a molti. Perché? Perché molti sono convinti che la vera gioia non esista, che non si possa essere veramente felici. Al massimo si può sperimentare qualche momento di gioia, di felicità, ma che dura poco! La vita, tanti pensano, è ben altro! Sono passati molti anni dal lancio di alcune canzoni di Vasco, che però esprimono anche oggi molto bene il sentire di tanti giovani convinti che “vivere e non essere mai contenti; vivere e sperare di stare meglio”. L’unica possibilità è “una vita come quella dei film; una vita esagerata”.
Ma è questa, carissimi, la vera gioia? Torniamo per un momento alla Parola di Dio che è stata proclamata questa sera. Paolo, quando scrive ai Filippesi, è in catene. Sta vivendo l’esperienza del carcere, probabilmente a Efeso, e sta attendendo l’esito del processo. Nonostante questa situazione critica, Paolo vive e sperimenta una profonda gioia che desidera comunicare agli abitanti di Filippi. La partecipa a loro perché possano, a loro volta, condividerla con altri. Qui, carissimi giovani, è racchiuso il significato del nostro trovarci insieme questa sera: trovare la sorgente della vera gioia, che come ci ricorda San Paolo, si trova perché: “Il Signore è vicino” (Filippesi, 4,5). La sorgente della vera gioia è la vicinanza del Signore Gesù. La certezza che Lui è con noi, che cammina con noi e che non ci lascia mai soli, nemmeno nei momenti più faticosi e difficili della vita. Anche i discepoli, ci ha riferito il vangelo, “gioirono al vedere il Signore” (Giovanni 19,20). Nel messaggio che papa Benedetto ha rivolto a voi giovani in occasione della XXVII Giornata Mondiale della Gioventù che si celebra in tutte le diocesi del mondo, si afferma con forza che Dio è la fonte della vera gioia. Scrive: “Dio vuol rendervi partecipi della sua gioia, divina ed eterna, facendoci scoprire che il valore e il senso profondo della nostra vita sta nell’essere accettato, ascoltato e amato da Lui… E questo amore infinito di Dio per ciascuno di noi si manifesta in modo pieno in Gesù Cristo”.
So che quello che vi dico, può sembrare solo ‘belle parole’. Proprio ieri sera sono stato alla Via di Natale, al CRO di Aviano. Prima di celebrare l’Eucaristia ho portato un saluto agli ospiti dell’Hospice. Entro nella stanza di un signore che ha la mia età. Lui disteso sul letto e sua moglie vicino. So, perché me l’hanno detto gli infermieri, che ha pochi giorni di vita. Entro con un nodo alla gola, perché in questi momenti è difficile parlare. Mi avvicino e rimango meravigliato: ha gli occhi luminosi e mi accoglie con un sorriso splendido! Lo accarezzo sulla fronte e gli chiedo: “come va, come ti senti?”. “Sono felice eccellenza. Il Signore mi ha donato tanto. Ho solo un piccolo cruccio. A mia moglie, ho detto che avrei passato la Pasqua in paradiso… ma probabilmente la passeremo ancora insieme. Sono contento della vita e anche di raggiungere presto il Signore”. Non sono parole queste! Dall’incontro con Cristo, da una vita vissuta con Lui, dalla sua vicinanza nasce sempre una profonda serenità che ci dà una grande gioia interiore.
Come ci ricorda l’apostolo Paolo, la gioia che Gesù ci offre ha delle caratteristiche ben precise: non è fine a se stessa, ma si apre agli altri sotto forma di bontà; non si lascia sopraffare dalle preoccupazioni, ma non perché non esistano, ma perché non hanno la forza di mettere in discussione la sicurezza fondata sulla vittoria di Gesù sul male e sulla morte. E’ una gioia poi che apre al futuro e conduce alla pienezza della vita.
È così più facile, carissimi giovani, intuire il cammino che vi sta di fronte per ricevere sempre questa gioia, per alimentarla e sostenerla. Sempre nel messaggio sopra citato, Benedetto XVI ci dice: “Trovare e conservare la gioia spirituale nasce dall’incontro con Cristo, che chiede di seguirlo, di fare la scelta decisiva, di puntare tutto su di Lui. Cari giovani non abbiate paura di mettere in gioco la vostra vita facendo spazio a Gesù Cristo e al suo vangelo”. Faccio mio questo invito: cercate la vera gioia in Cristo! Talvolta siamo convinti anche noi che per possedere la gioia sia necessario acquistarla, comprarla, barattando qualcos’altro della vita! Nessuno può mendicare la gioia, perché c’è un modo solo per averla e per accrescerla in noi: mettere in gioco la nostra vita, donarla, amare! La vera gioia, scrive e canta Frisina, “non consuma il cuore, dona vita quando il cuore muore. La vera gioia libera il tuo cuore e tutti ama nella carità”. Bene ha fatto Giovanni Paolo II a legare la Giornata Mondiale della Gioventù con la domenica di Passione e l’ingresso nella Settimana santa, la scuola più significativa della vita, dove non ci sono interrogazioni o compiti in classe, ma dove si impara una cosa sola: l’amore vero, l’amore che si dona totalmente. Guardando al crocefisso risorto, pian piano siamo invitati anche noi a entrare in questa logica.
La vita è fatta per essere donata. Se non la doni, ti viene rubata da qualche altro, dal non senso dell’esistenza che non ha incontrato Dio. Siamo qui tutti, questa sera, per dire con Tommaso. Mio Signore e mio Dio!” (Giovanni 20,28). Carissimi giovani, cercate, fate di tutto per essere felici, per vivere una vita in pienezza. Iniziando dalle piccole gioie della vita, e sono tante: famiglia, amicizie, arte, musica, sport … il raggiungimento di qualche tappa significativa della vita. Ma non fermatevi qui. Non abbiate paura di cercare, di desiderare anche qualche gioia grande, speciale, quella che riempie una vita! Una di queste è donare tutta la vostra vita per gli altri e per il Signore. La gioia per essere vera, passa sempre dal dono di sé.
Termino con alcune espressione di un giovane, Agostino, che secoli fa si trovava nella vostra stessa situazione: assetato e desideroso di vera felicità. “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace” (dalle Confessioni di Sant’Agostino).
Sia lodato Gesù Cristo!

 

+ Giuseppe Pellegrini

vescovo

Spilimbergo
31/03/2012
33097 Spilimbergo, Friuli Venezia Giulia Italia