Omelia s. Messa Mercoledì delle Ceneri
CRO di Aviano, 6 marzo 2019
Come sempre è il profeta Gioele che ci aiuta ad iniziare il nostro cammino quaresimale con l’invito alla conversione vera, che parte dal profondo del nostro cuore e del nostro vissuto: “Laceratevi il cuore e non le vesti” (2,13). Sta davanti a noi un lungo tempo di conversione, 40 giorni, un’occasione propizia per entrare nel profondo di noi stessi e della nostra umanità, per ritrovare l’essenziale della vita cristiana, iniziata con il battesimo e per riconoscere la realtà del nostro discepolato. Siamo chiamati tutti, consacrati, seminaristi e fedeli laici ad essere vigilanti nel cammino quotidiano di adesione alla Parola di Dio. La conversione è qualcosa di serio e per questo si deve concretizzare in vita vissuta e in scelte concrete. Dio ci offre ogni giorno la possibilità di cambiare, come ogni giorno ci offre il suo amore e il perdono. Inizia un tempo particolare che ci invita a scoprire la conversione come tempo di salvezza e di incontro con l’amore di Dio che si è rivelato nel suo Figlio Gesù e nella partecipazione al dono della salvezza.
La Parola di Dio proclamata in questa celebrazione ci invita a riconoscere e scegliere la centralità dell’incontro con Cristo che chiede di ritornare ad essere suoi discepoli, di rigettare le opere del maligno e di vivere sotto la potenza dello Spirito. Il punto di partenza sta nella capacità di conoscerci in profondità, mettendoci allo scoperto e considerando i nostri limiti, paure e peccati. Siamo invitati ad un sano realismo, senza fermarci all’esteriorità o al si è sempre fatto così, ma ad entrare nel fondo del nostro cuore e della nostra vita. “Non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti … Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo” (Matteo 6,5-6). Gesù ci richiama all’attenzione vigilante su noi stessi, su chi siamo veramente; ci chiama a valutare i nostri desideri e le motivazioni che sostengono il cammino. Seguire Gesù significa intraprendere un cammino di conversione e di purificazione, eliminando tutto ciò che è di ostacolo all’incontro con Dio e con i fratelli; tutto ciò che impedisce la trasparenza della vita e della testimonianza. E’ un vero cammino di liberazione che ci rende progressivamente e pienamente disponibili all’azione dello Spirito Santo in noi. “La vita cristiana – ci ha ricordato papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et Exultate – è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita” (n. 158).
Come ben sappiamo, i giorni della Quaresima non sono fine a se stessi, ma sono il tempo della preparazione ai lieti giorni della gioia pasquale. Ecco perché il cristiano non deve vivere la quaresima con il muso duro, chiuso in se stesso, che non sa godere della vita e dei doni che il Signore offre. La conversione è un cammino di liberazione che porta all’incontro gioioso con il Signore Gesù, che ci fa star bene con noi stessi e che apre all’amore e alla condivisione con gli altri. La domanda che troviamo alla fine del Vangelo che è stato proclamato, ci può guidare nel cammino quaresimale: “Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?” (Luca 9,25). Gesù vuole il nostro bene, ci vuole veramente felici, invitandoci a trovare un senso alla vita non nelle cose effimere e passeggere, ma nella pienezza dell’esistenza che si realizza nel dono di sé agli altri e nel trovare nei fratelli il volto soffrente di Gesù. La risposta al senso e significato della vita la si può trovare nella Croce, in una vita spesa per amore. Siamo qui con voi, carissimi fratelli e sorelle ammalati in questo ospedale. Un luogo di dolore e di sofferenza, ma anche un luogo di amore e di speranza. Anche a voi, ammalati, personale medico e infermieristico che con competenza e passione li segue, a voi cappellani e volontari sempre vicini, ai vostri amici e familiari, il Signore dona il suo amore invitandoci tutti a seguirlo sul Calvario, via del dolore, che però non è l’ultima parola ma la strada per giungere alla risurrezione e al significato vero di ogni sofferenza e della vita.
Il cammino quaresimale, segnato dalle tre opere penitenziali, digiuno, preghiera e carità operosa, ci aiutino a rimetterci in careggiata per essere pronti a vivere e incarnare nella vita il mistero pasquale. Concludo con l’invito che papa Francesco ci ha fatto nel messaggio per questa quaresima: “Non lasciamo trascorrere invano questo tempo favorevole! Chiediamo a Dio di aiutarci a mettere in atto un cammino di vera conversione. Abbandoniamo l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi, e rivolgiamoci alla Pasqua di Gesù; facciamoci prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali”.
+ Giuseppe Pellegrini vescovo