Discorso all’Assemblea giovani

condividi su

Discorso all’Assemblea giovani

Valvasone, 9 marzo 2019

 

Carissimi giovani, sono molto contento di essere qui con voi che siete in rappresentanza di molti altri, per aprire questa prima Assemblea dei giovani della nostra diocesi di Concordia- Pordenone. Sono contento che abbiate risposto all’invito di trovarvi per una mezza giornata. Ringrazio di cuore don Davide insieme all’equipe della pastorale giovanile della diocesi per il lavoro che fanno e per la preparazione di questa assemblea. Ho desiderato che si realizzasse questo incontro perché ritengo necessaria e indispensabile la vostra presenza e il vostro concreto apporto in questo momento significativo del cammino pastorale della diocesi e delle comunità parrocchiali. Stiamo vivendo la visita pastorale e sono state scelte alcune priorità: famiglia, poveri e giovani. Per l’anno prossimo, pertanto, la nostra preoccupazione pastorale sarà rivolta ai giovani e a tutto il mondo giovanile. Ma vi confesso che non so anch’io cosa fare, da dove partire e come muovermi. E’ vero che da poco si è concluso il Sinodo dei vescovi sui giovani e che siamo in attesa dell’esortazione apostolica del papa che dovrà uscire prima della Pasqua, ma negli incontri avuti nelle parrocchie, unità pastorali e gruppi durante la visita pastorale, mi sono sentito di continuo presentare le fatiche e le difficoltà di una proposta pastorale per e con i giovani. Tutti mi domandano: cosa fare? quali proposte formative e quali attività proporre? come incontrare e avvicinare i tantissimi giovani che non si vedono più in parrocchia? come far sentire loro che gli vogliamo berne, che la comunità è loro vicina e che le nostre parrocchie senza la loro presenza sono più stanche e più povere? come parlare a loro di Gesù e come annunciare la bellezza dell’incontro con Lui?

Pensando a questi e a tanti altri interrogativi, mi è venuta in mente la scelta che papa Francesco, prima dell’Assemblea Sinodale ha voluto fare con un gruppo qualificato di giovani: offrire la possibilità di incontrarsi, per ribadire alla Chiesa i loro sogni ed attese, che cosa desiderano e come vogliono essere Chiesa nel tempo di oggi, e cosa dire ai coetanei che non si sentono più parte di essa. Riporto alcuni passaggi del discorso di Papa Francesco che mi sembrano illuminanti anche per noi. “Siete invitati perché il vostro apporto è indispensabile. Abbiamo bisogno di voi per preparare il Sinodo che a ottobre riunirà i Vescovi sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. In tanti momenti della storia della Chiesa, così come in numerosi episodi biblici, Dio ha voluto parlare per mezzo dei più giovani. … E voi giovani di più, perché avete tanta forza per dire le cose, per sentire le cose, per ridere, anche per piangere. … Per questo vi esorto, per favore: siate coraggiosi in questi giorni, dite tutto quello che vi viene; e se sbagli, un altro ti correggerà. Ma avanti, con coraggio! Troppo spesso si parla di giovani senza lasciarci interpellare da loro. … Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi “a distanza di sicurezza”, così da non farsi provocare da voi. Ma non basta scambiarsi qualche messaggino o condividere foto simpatiche. I giovani vanno presi sul serio.

… Il Vangelo ce lo chiede: il suo messaggio di prossimità invita a incontrarci e confrontarci, ad accoglierci e amarci sul serio, a camminare insieme e condividere senza paura. E questa Riunione pre-sinodale vuol essere segno di qualcosa di grande: la volontà della Chiesa di mettersi in ascolto di tutti i giovani, nessuno escluso. E questo non per fare politica. Non per un’artificiale “giovano- filia”, no, ma perché abbiamo bisogno di capire meglio quello che Dio e la storia ci stanno chiedendo. Se mancate voi, ci manca parte dell’accesso a Dio” (19 marzo 2018). Carissimi, questo è il significato che anch’io desidero dare a questo vostro incontro, che spero non sia il primo e l’ultimo, proprio per mettermi, meglio metterci come Chiesa diocesana, in ascolto di voi per accogliere le vostre idee e i vostri suggerimenti. Metterò insieme poi tutto il materiale per scrivere la lettera pastorale che traccerà il cammino per l’anno 2019-20120; voi avete tanto da dire e vi ascoltiamo volentieri! Si può dire una lettera scritta a più mani.

Mi sento, prima dei lavori, di condividere un aspetto che mi ha molto impressionato nella Giornata Mondiale della Gioventù di Panama. Durante l’omelia di domenica 27 gennaio al Metro Park, papa Francesco ha usato un’espressione bellissima: “Voi giovani non siete il futuro”. Ma come, mi sono chiesto, si parla sempre dei giovani che sono il futuro della società e della Chiesa, che voi siete la speranza per il domani, e il papa dice che non siete il futuro? “Voi, cari giovani, non siete il futuro. Ci piace dire: “Voi siete il futuro…”. No, siete il presente! Non siete il futuro di Dio: voi giovani siete l’adesso di Dio! Lui vi convoca, vi chiama nelle vostre comunità, vi chiama nelle vostre città ad andare in cerca dei nonni, degli adulti; ad alzarvi in piedi e insieme a loro prendere la parola e realizzare il sogno con cui il Signore vi ha sognato”. Dio vi chiama oggi, cari giovani, così come siete, con le vostre potenzialità, con la forza che avete dentro di voi, con l’entusiasmo e la gioia, ma anche con le fatiche, difficoltà e paure, ad entrare ora nello scenario della storia per portare ai vostri coetanei, alle famiglie e alla società, la vita, le attese, i desiderio e i sogni che sono dentro di voi. Non domani, ma adesso! Questo potrebbe essere lo slogan che vi può accompagnare durante l’incontro. Tutta quella carica di amore, di entusiasmo e di freschezza che avete dentro, dovete riversarla nella vita di ogni giorno. Portate all’interno delle comunità la passione nel fare ogni cosa. Spesso vi lamentate che le comunità e la chiesa sono fredde e stanche, staccate dalla realtà, come zombi che si muovono. Invece portate entusiasmo e gioia e se potete, scuotendole dalla stanchezza e dalle ingessature. Gesù, a coloro che lo ascoltavano ha detto. “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato” (Luca 4,21). Così è iniziato il futuro promesso, così anche voi potete aiutare le comunità a dare inizio ad una nuova stagione di vita ecclesiale.

Dio vi invita ad entrare nella vita quotidiana sporcandovi le mani, buttandovi dentro con entusiasmo. Capita che nel mondo e nella cultura di oggi, attratta dal virtuale, siate propensi a credere in un Dio che non può sporcarsi le mani, di un Dio lontano e non vicino e presente alle vicende della storia. Ci capita di preferire un Dio che agisca a distanza, bello, buono e generoso, ma lontano, che non si scomodi, così anche noi possiamo stare tranquilli, senza scomodarci a passare il tempo stesi in un divano! Come vi ha ricordato papa Francesco, la giovinezza non è un parcheggio, una sala d’attesa, dove si aspetta il turno della propria ora. E’ già il tempo di uscire, di amare perché siete voi giovani a offrire al mondo la passione dell’amore. Permettete che Gesù vi faccia innamorare dell’umanità di oggi, della vita di oggi. “Il vostro si – diceva papa Francesco nell’omelia a Panama – continui ad essere la porta d’ingresso, affinché lo Spirito Santo doni alla sua Chiesa una nuova pentecoste”. Fatevi anche voi quella domanda che il giovane ha rivolto a Gesù: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna? (Matteo 19,16). Viviamo in un tempo dove è difficile porsi le domande essenziali della vita, forse perché si è perso il senso della vera felicità, scambiata spesso per il semplice star bene, il vivere senza problemi o accontentarsi di qualche soldo, … mentre la felicità vera è molto più grande e bella, perché dà il senso profondo a tutta una vita, perché è la libertà di rischiare tutto per possedere la cosa più grande: l’amore che si fa dono per gli altri.

Concludo con l’invito che papa Francesco ha rivolto ai giovani riuniti in pre-sinodo: “Non spaventatevi: osare sentieri nuovi, anche se ciò comporta dei rischi. Un uomo, una donna che non rischia, non matura. Un’istituzione che fa scelte per non rischiare rimane bambina, non cresce. Rischiate, accompagnati dalla prudenza, dal consiglio, ma andate avanti. Senza rischiare, sapete cosa succede a un giovane? Invecchia! Va in pensione a 20 anni! Un giovane invecchia e anche la Chiesa invecchia”.

 

Buon incontro.

+ Giuseppe Pellegrini, vescovo

Valvasone
09/03/2019
Piazza Castello, 33098 Valvasone Arzene Valvasone Borgo Sant'Antonio, Friuli Venezia Giulia Italia