Omelia S. Messa di misericordia, consolazione e liberazione
Santuario Madonna delle Grazie, Pordenone 20 marzo 2019
Carissimi tutti, stiamo vivendo il nostro cammino quaresimale di conversione che ci conduce passo dopo passo all’incontro con Gesù risorto e vivo, Signore della storia, vincitore delle forze del male e principe della pace. Il Vangelo di oggi ci propone il terzo annuncio della passione. Come è avvenuto nei precedenti annunci, i discepoli reagiscono manifestando incomprensione e chiusura. Non ne vogliono sapere di un Gesù, di un Dio che viene condannato e ucciso. Loro hanno altre cose da pensare, come fare carriera, avere i primi posti nel regno, preoccupati più di se stessi che non di quello che sta capitando a Gesù. Ma sotto sotto, ci sta un interrogativo che non è solo dei discepoli, ma anche nostro: Cosa può offrire alla nostra vita, alla nostra ricerca di felicità un Dio crocifisso? Lo stile di vita che Gesù propone ai discepoli e che propone anche a noi, cosa può dare per il nostro futuro? Gesù ci propone di bere il calice che sta per bere, (cfr. Matteo 20-22) e di metterci a servizio degli altri, donando perfino la stessa vita (cfr. vv. 26-28).
Anche noi stasera, siamo invitati a condividere il destino di Gesù, accogliendo concretamente nella nostra vita il suo stile di vita ed entrando in comunione profonda con Lui. Essere battezzati nel suo battesimo significa venire immersi nella sua stessa morte, condividere la sua passione e vivere come ha fatto Gesù che ha donato e speso la sua vita per gli altri. Carissimi, siamo invitati ad avere una grande fede in Dio, ad avere la certezza che le sue promesse di vittoria sul Maligno e sulla morte si compiranno e si realizzeranno anche ai nostri giorni, nonostante il male e le smentite della storia. Il profeta Geremia ha vissuto in tempi non facili, dove tutti pensavano che Dio fosse lontano ed assente dalla vita delle persone. Geremia si fida di Dio e così lo prega: “Prestami ascolto, Signore, e odi la voce i chi è in lite con me!” (18,19).
Ci troviamo pure noi di fronte al male e alle tentazioni, alle sofferenze e divisioni che ci fanno vacillare e soccombere nella prova e spesso non sappiamo cosa fare. Il nostro mondo si sta allontanando sempre più da Dio e da una sana spiritualità. Ed ecco che ci pensano gli altri a occupare questi spazi, illudendoci che si può fare senza Dio e che si possono superare le prove e le difficoltà del vivere ricorrendo a pratiche magiche ed esoteriche, che hanno un solo obiettivo: fare soldi! Sono numerose le sette, i maghi, i santoni, gli operatori dell’occulto che operano nel nostro territorio. La vita cristiana è invece un combattimento che – come ci ricorda papa Francesco – per resistere al diavolo che è presente e ci tenta continuamente. Ecco perché da questa sera inizia una volta al mese una S. Messa di misericordia, consolazione e liberazione, per aiutare tutte le persone che lo desiderano, in particolare quelle che si sentono tribolate e cercano conforto e serenità affidandosi a Lui; è Lui e Lui solo che ci può liberare e salvare da ogni forma di male.
Desidero offrirvi alcune considerazioni, che papa Francesco ha ripetuto più volte. “A questa generazione hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea del male. Ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui” (omelia del 30/03/2018). Riporto integralmente il n. 161 dell’esortazione apostolica Gaudete et Exultate: “Non pensiamo dunque che (il diavolo) sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea. Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti. Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità, perché «come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1 Pietro 5,8). Due sono gli obiettivi principali del Maligno: farci perdere la fede e la speranza e rompere l’unità e la comunione nella Chiesa e tra di noi. Spesso il diavolo ci tenta, invitandoci a prender della scorciatoie, a cercare altre vie, distogliendoci dalla vera strada che la Parola di Dio e la Chiesa ci indicano. Ci fa cercare i piccoli beni, le illusioni del mondo, sospingendoci ad abbandonare la via della fede e della sequela del Signore. E poi il, diavolo cerca e vuole la divisione. Non per niente il significato della parola greca diàbolos è quello di separare, mettersi in mezzo, creare frattura. Il demonio sa bene che l’amore e l’unione tra i credenti rende evidente e reale la presenza di Cristo: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo 18,20). L’Eucaristia, poi, ci porta a formare un solo corpo e ad essere un solo popolo. Questa è la vera Chiesa di Gesù, e non altre, come spesso alcuni predicatori sostengono! Il segno più bello e più grande nella Chiesa è la comunione e l’unità, il rispetto e il volersi bene, pur nella varietà della differenze. Diceva papa Francesco in una sua omelia (01/10/2006): “Il demonio non resta tranquillo: è il padre della menzogna, il padre della discordia, il padre della divisione, il padre della violenza”.
E’ bene poi essere consapevoli che satana agisce su due piani differenti: quello ordinario e quello straordinario. Nell’ordinario attraverso le tentazioni, che sono le più pericolose, perché tutti ne siamo vittime. Quello straordinario, invece, porta con sé anche qualche disturbo fisico, psichico e spirituale. Ecco perché è necessario combatterlo e ricorrere anche ai mezzi che la Chiesa ci mette a disposizione per tenerlo lontano e per non soccombere alle sue tentazioni e lusinghe. Vi invito a rileggere e meditare il testo di san Paolo, nella lettera agli Efesini sul combattimento spirituale. “Per il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi” (6,10-18). Nell’esortazione apostolica Gaudete ed Exultate, al n. 162, papa Francesco ci offre alcune indicazioni per combattere e sconfiggere il Maligno. “Il nostro cammino verso la santità è una lotta costante. Chi non voglia riconoscerlo si vedrà esposto al fallimento o alla mediocrità. Per il combattimento abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà: la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la Riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impegno missionario. Se ci trascuriamo ci sedurranno facilmente le false promesse del male”.
Carissimi tutti, non andate in cerca di altre cose!
° Non affidatevi alle menzogne che vi vengono offerte. Sono tutti trucchi e tranelli del demonio per sottomettervi a lui e per tenervi lontani dal Signore. Maghi, cartomanti, tarocchi, fattucchiere, satanismo, musiche strane … sono il terreno che satana predilige. Quando ci si casca dentro, si fa fatica ad uscirne.
° Non ricorrete a santoni, guru, falsi profeti e falsi apostoli, che sostengono di essere in dialogo permanente con la Madonna, con Gesù … e addirittura con satana stesso. E nemmeno partecipate a gruppi particolari che pregano, ma che sono staccati dalla Chiesa o si ritengono loro la vera chiesa! Sono inganni per staccarvi dalla Chiesa di Gesù. Purtroppo, ce ne sono tanti in giro, anche nel nostro territorio. Di solito queste persone e questi gruppi si mettono in contrasto e contrapposizione con la Chiesa, offendendo il santo Padre, i vescovi, i sacerdoti e tutti quelli che non la pensano come loro.
Predicano una falsa dottrina e una falsa chiesa. Lo fanno perché sanno che la loro predicazione e le loro celebrazioni non sono vere e approvate dalla Chiesa. Così anche le benedizioni e le celebrazioni dell’Eucaristia sono fatte da preti che non hanno l’autorizzazione a celebrare e pertanto sono illecite. Ricordatelo sempre: quando c’è satana c’è odio e divisione! E quando c’è rottura e divisione, non è presente il Signore e lo Spirito Santo.
Ricordo che i laici non possono fare esorcismi e preghiere di liberazione. E’ la Chiesa che da questo mandato. E anche i sacerdoti non possono esercitare il ministero di esorcista se non hanno il mandato esplicito del Vescovo. Invito tutti i sacerdoti a dedicare del tempo per ascoltare e consolare le persone, anche quelle che si sentono disturbate, e ad inviare agli esorcisti ufficiali, quando riscontrano qualche situazione difficile, complicata e che necessita del parere di un esorcista. In questo campo non si piò mai improvvisare. In diocesi operano tre esorcisti con il mandato esplicito della Chiesa: don Alberto Arcicasa, parroco di San Stino di Livenza, don Pietro Cesco, collaboratore nella parrocchia S. Maria Maggiore di Cordenons e confessore al Cristo, don Sergio Deison, confessore nelle cattedrale di Concordia.
Invito tutti ad evitare di favorire una cultura esoterica e l’infatuazione collettiva che il diavolo sia sempre lì pronto a prenderci e a portarci sulla sua strada, pensando che sono tantissime le persone ‘possedute’ da lui. Gesù Cristo è più grande di satana e lo ha già vinto. Preghiamo lo Spirito Santo che ci avvolga con l’amore della Santissima Trinità. Invochiamolo spesso, anche con la preghiera del Veni creator Spiritus.
+ Giuseppe Pellegrini vescovo