Festa San Francesco di Sales patrono dei giornalisti

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Omelia festa San Francesco di Sales patrono dei giornalisti

Pordenone, 24 gennaio 2020

 

Carissimi, come ogni anno ci troviamo insieme in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione sociale. Questo appuntamento mi offre l’occasione per ringraziarvi per il prezioso servizio che svolgete nel nostro territorio e anche per sviluppare, in un contesto di preghiera e di celebrazione, qualche considerazione sul vostro servizio e sul significato sempre più importante della comunicazione ai nostri giorni. Papa Francesco ce lo ricorda nel Messaggio per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il prossimo 24 maggio, che ha per tema: “Perché tu possa raccontare a fissare nella memoria (Esodo 12,2). La vita si fa storia”. Una comunicazione che per essere vera e significativa deve mettere al centro la persona con la sua relazione e la sua innata capacità di informare. Una comunicazione che non deve mai dimenticare il patrimonio custodito dalla memoria. Infatti, attraverso la memoria avviene la consegna alle nuove generazioni di storie, speranza, sogni, esperienze e valori delle persone. Ogni racconto che si produce, nasce dalla vita e dall’incontro tra le persone.

La comunicazione, l’arte del comunicare, mette in relazione e connessione la memoria del passato con la vita di oggi. Un fatto raccontato lascia sempre agli ascoltatori la libertà di accoglierlo ma anche di rifiutarlo, e anche di non metterlo in relazione con la propria esistenza personale, impedendogli di illuminare la nostra storia e di favorire la nostra conversione. Sappiamo bene quanto papa Francesco insita, soprattutto quando parla ai giovani, di non perdere la memoria del passato, perché ricordare favorisce l’incontro tra le persone e tra le generazioni. Ecco perché la comunicazione deve sempre essere uno strumento per costruire ponti, per unire le persone, per aiutarle a condividere la gioia e la bellezza dell’essere fratelli, anche con idee, culture e religioni differenti. E’ bello che questa vostra festa si inserisca nella Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani.

San Paolo, nelle Lettera agli Efesini appena ascoltata, è consapevole che il messaggio di Dio passa attraverso la sua predicazione e il suo annuncio. Lui è stato scelto da Dio per essere un suo comunicatore, chiamato cioè ad annunciare non qualcosa di suo, ma quello che ha visto e sperimentato nell’incontro con il Signore Gesù. La vita cristiana, scrive san Francesco di Sales nella Vita Devota, è proprio questo: per benevolenza di Dio noi siamo innestati in Cristo, resi partecipi di quel flusso di amore e di vita, che dal Padre passa al Cristo suo Figlio e dal Cristo ai discepoli. Questo è il fondamento della comunicazione. Dimorare, rimanere nell’amore di Gesù significa accogliere e prolungare la comunione che il Padre ci ha donato. “Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Giovanni, 15,9). San Francesco di Sales, ricordava che ognuno produce dei frutti particolari di devozione, secondo il proprio stato di vita e la propria condizione sociale. Quello che è indispensabile è essere collegati costantemente con la sorgente che è il Signore Gesù. Perché la comunicazione si realizzi, è necessario che ci sia un emittente e un ricevitore! Così anche nella comunicazione spirituale sono necessari i due collegamenti; con Gesù e con i fratelli. Solo così potremmo vedere i frutti e anche raccoglierli. I frutti dell’amore di Dio si devono vedere nell’amore che noi abbiamo verso gli altri. Ecco perché Gesù, dopo averci ricordato di rimanere uniti in Lui e nel Padre, ci ricorda che è necessario amare gli altri. “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (15,12). L’amore verso gli altri diventa la misura, la cartina di tornasole, della capacità di amare e del nostro essere uniti al Signore.

Carissimi, tutti noi siamo inseriti in questo circuito di amore, anzi nel circuito della comunicazione dell’amore, inseriti all’interno della Trinità, che è la sorgente e la fonte che ci sostiene nel comunicare con gli altri. Capita, però, che spesso ci dimentichiamo che il fondamento della comunicazione dell’amore di Dio, non proviene da un imperativo morale o da un bisogno di fare qualcosa per gli atri, ma che la fonte perenne è l’amore trinitario di Dio. San Francesco di Sales è stato un grande comunicatore, perché traeva da qui la forza e l’energia per essere annunciatore e testimone del Signore. Ha sempre usato tutti i mezzi per comunicare con le persone, sia con i letterati e nobile del tempo, che con i più poveri e semplici, schiudendo ad ogni categoria di persone la possibilità di un cammino spirituale e di unirsi profondamente al Signore. San Giovanni Bosco, apostolo e padre della gioventù, si ispirò all’apostolato e alla spiritualità di san Francesco di Sales, affidando la nascente congregazione salesiana alla sua preghiera.

Auguro a tutti voi, in particolare ai giornalisti e operatori della comunicazione sociale, al Circolo della Stampa di Pordenone, di comunicare i fatti e la vita quotidiana, rimanendo radicati e fondati nell’amore; un amore che chiede di essere testimoniato e comunicato nella verità. La verità ci trascende perché è una luce più grande di noi; una luce che ci supera. La verità è la conoscenza del Signore Gesù che ci spinge ad annunciarlo e comunicarlo agli altri, nelle situazioni quotidiane della vita.

Buon cammino!

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Pordenone
24/01/2020
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia