I Domenica della Parola e Istituzione ministero del Lettorato Concattedrale

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Omelia I Domenica della Parola e Istituzione ministero del Lettorato Concattedrale

Pordenone, 26 gennaio 2020

 

Carissimi, ci troviamo insieme nella celebrazione della Prima Domenica della Parola di Dio, voluta da Papa Francesco, per vivere l’Istituzione del lettorato di tre nostri fratelli, Antonio, Gregorio e Vladi, in cammino verso il Diaconato Permanente. Nella lettera di indizione di questa giornata, papa Francesco ci ricorda la necessità di “comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo. … E’ bene, pertanto, che non venga mai a mancare nella vita del nostro popolo, questo rapporto decisivo con la Parola viva che il Signore non si stanca mai di rivolgere alla sua Sposa, perché possa crescere nell’amore e nella testimonianza di fede. … I vescovi potranno in questa domenica celebrare il rito del Lettorato” (Aperuit illis, 2-3). Queste parole sono un forte richiamo per tutti noi, a livello personale e comunitario, a riprendere, meglio, a ritornare alla conoscenza della scrittura con la stessa carica e passione con cui questo si era verificato subito dopo il Concilio Vaticano II, che aveva avvicinato tantissimi fedeli ai testi sacri. Non una conoscenza accademica, ma vitale, perché la Parola di Dio diventi sempre più luce e lampada per i nostri passi. Ci ricorda ancora papa Francesco che “la Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Essa appartiene, anzitutto al popolo convocato per ascoltarla e riconoscersi in questa Parola” (n. 4).

Desideriamo metterci in ascolto della Parola di Dio che le liturgia ci offre. Il Vangelo si conclude con Gesù che percorre la Galilea, annunciando il Vangelo del Regno. E’ la prima volta che compare in Matteo la parola Vangelo, che significa Buona novella. Anche per noi oggi, risuona una buona notizia: Dio in Gesù si è fatto vicino e continua a farsi vicino a ciascuno di noi, offrendo la possibilità di riprendere il cammino, di non soccombere sotto il peso della fatica, dei fallimenti e della cadute. Gesù prende l’iniziativa riallacciando il dialogo interrotto, chiamandoci per nome e invitandoci a seguirlo e a percorrere con Lui le strade del mondo. La scelta che Gesù ha compiuto, di iniziare la sua predicazione dalla Galilea non è casuale. Poteva partire dalla capitale Gerusalemme, il centro della vita religiosa del paese, e invece sceglie la Galilea delle genti, il territorio di Zabulon e di Neftali, crocevia di culture, tradizioni e razze molto differenti tra di loro e che non avevano niente da spartire con il popolo eletto. Territorio periferico e contaminato dal paganesimo, luogo dove Dio sembrava assente, simile, possiamo dire, alle periferie della nostre grandi città. E proprio da qui, Gesù inizia il suo ministero e la sua predicazione, portando a tutti la buona novella dell’amore di Dio, a partire dai lontani, da quelli che non lo attendevano, realizzando la profezia di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (9,1). Dove arriva Gesù, arriva la luce e la vita.

Papa Francesco ci ha ricordato fin dall’inizio della Lettera Apostolica: “Senza il Signore che ci introduce è impossibile comprendere in profondità la Scrittura … e senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo” (n.1). Nell’episodio dei due discepoli di Emmaus, infatti, Gesù “cominciando da Mosè e da tutti profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui” (Luca 24,27). Anche nel Vangelo di oggi, Gesù si serve del brano di Isaia per interpretare il suo ministero che sta per svolgere in favore di “quelli che abitavano in regione e ombra di morte” (4,16). Gesù è il primo esegeta perché rimane fedele al progetto di Dio, aiutandoci a penetrare il significato più profondo e a scoprire che il punto centrale di tutta la Storia della salvezza trova in Lui il pieno compimento. Tutte le Scritture parlano di Lui e il centro della nostra fede è la sua morte e la sua risurrezione.

Anche oggi, Gesù entra in modo improvviso, forte e coinvolgente, offrendoci la speranza di una vita più grande e più libera: “Convertitevi perché il Regno dei cieli è vicino… Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini” (4,17.19). Pure per noi che abbiamo accolto il Vangelo del Regno, l’inizio della predicazione di Gesù ci può aiutare ad allontanare le paure che ci portiamo dentro e a deciderci di prendere sul serio la sua chiamata. Lui ha fatto il primo passo; ora tocca a noi accoglierla, abbandonando le sicurezze e diventando annunciatori dell’amore del Padre in tutte le situazioni della vita. E’ l’invito ad aprirci alla novità di Dio, alla salvezza donata gratuitamente e aderire al progetto di umanità nuova che Dio ci propone nel suo Figlio Gesù. E’ l’offerta di una umanità autentica, di una felicità desiderata e cercata, ma mai trovata pienamente, per vivere una vita in pienezza.

Carissimi Antonio, Gregorio e Vladi, anche voi, nella vostra famiglia con la moglie e i figli, nelle vostre comunità, avete ascoltato e accolto la Parola che vi ha chiamati alla conversione e alla sequela. Una sequela a vivere in pienezza la vostra fede, nel battesimo, nel sacramento del matrimonio, e ora anche nell’ intraprendere un cammino di formazione che vi porterà ad essere servi della Parola che si fa dono e servizio verso tutti, in particolare verso i poveri, nel sacramento del Diaconato Permanente. Oggi, con il ministero del lettorato, compite un primo passo, lasciando che sia la Parola di Dio a illuminare il vostro cammino, luce che guida i vostri passi. L’accoglienza del ministero vi abiliterà a mettervi accanto e a servizio delle persone, aiutandole con le parole e la testimonianza della vita a meditare la Parola di Dio e a metterla al centro della propria vita.

Concludo con le parole di papa Francesco, augurandovi che si realizzino. “La domenica dedicata alla Parola possa far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture, così come l’autore sacro insegnava già nei tempi antichi: ‘Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica’ (Deuteronomio 30,14)” (n.15).

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Pordenone
26/01/2020
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia