IV domenica di Pasqua (teletrasmessa)

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Omelia IV domenica di Pasqua (teletrasmessa)

Santuario Madonna del Monte, 3 maggio 2020

 

Carissimi, celebriamo la quarta domenica di Pasqua, chiamata ‘domenica del Buon Pastore’, perché Gesù, attraverso l’immagine del Buon Pastore “custode delle vostre anime” (1Pietro 2,25), ci invita a vivere una vita in pienezza e in abbondanza. Desidero iniziare dall’ultimo versetto del Vangelo di oggi, che illumina e dà un pieno significato a tutta la nostra vita: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10,10). E’ un’espressione molto forte, proprio perché ciascuno di noi desidera vivere bene, che la vita sia bella e vissuta in pienezza. Tutti siamo alla ricerca di un qualcosa che possa saziare la nostra vita, che possa dare un significato pieno a tutto quello che facciamo. Con il termine vita, di solito si esprime ciò che non si vorrebbe mai perdere, ciò che costituisce le attese più grandi e il desiderio più profondo. Possiamo dire che è la somma dei beni che una persona possa desiderare e sperare. Quanto risulta vera questa parola di Gesù in questo tempo: siamo tutti alla disperata ricerca di una vita più serena, di vivere senza la paura di essere contagiati, senza una vita fatta di restrizione e di divieti. Mai come oggi sentiamo faticose le limitazioni necessarie al contenimento del virus. Qualcuno poco tempo fa mi diceva: che brutta sarebbe una vita vissuta sempre così! Ecco perché la parola di Gesù diventa una boccata di ossigeno, facendoci tendere le orecchie ed il cuore: Egli desidera che la nostra vita sia vissuta in pienezza.

Per comprendere ancora di più la parola di Gesù, ci viene in aiuto l’immagine che usa nei primi versetti del capitolo 10 del Vangelo di Giovanni: “Io sono la porta delle pecore” (v. 7). Gesù ci dice che lui è la vera e unica porta di accesso alla vita vera e alla salvezza. Fuori metafora, se vogliamo raggiungere la pienezza della vita è necessario passare attraverso di Lui, camminare in sua compagnia, perché è la porta che conduce ai pascoli più rigogliosi e abbondanti. Gesù e la porta che ci consente di entrare in comunione diretta con il Padre. “Se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (v. 9). La Porta dice passaggio, con la possibilità di entrare di uscire. Che triste sarebbe una porta che si apre solo per farci entrare e non per uscire: non sarebbe una porta di libertà ma una prigione: Gesù ci assicura che passando attraverso di Lui si può sempre entrare ed uscire, entrare per conoscerlo e per rimanere con lui, per poi uscire e amare i fratelli che si incontrano. Gesù e la porta attraverso la quale noi entriamo e usciamo veramente, abbiamo, cioè, libertà piena, sentendoci come a casa, in famiglia, trovando accoglienza e ristoro. Gesù ci aiuta a conoscersi profondamente offrendoci spazi di crescita e di libertà, per scegliere la strada della vera felicità.

Con l’immagine della porta, Gesù ci ricorda che ci possono essere anche delle persone che non entrano dalla porta, ma vi salgono da altre parti: questi sono ladri e briganti, che non vogliono il bene delle persone, che fanno le cose di nascosto, che hanno un doppio fine, preoccupati solo di se stessi. Ecco perché il vero discepolo è colui che passa attraverso la porta, che fa suo lo stile di vita di Gesù Buon Pastore, che agisce alla luce del sole, che conosce le pecore chiamando le per nome, le protegge e si prende cura di loro, fino a dare la vita.

Carissimi, siamo chiamati tutti a prendere posizione, a deciderci se ascoltare o no la sua voce e la sua proposta. Da 57 anni, la Chiesa, nella domenica del Buon Pastore, invita a pregare perché ogni persona, in particolare i giovani, possano scoprire la propria vocazione, il proprio posto nella società e nella Chiesa, accogliendo dal Signore il dono di vivere una vita in pienezza. A conclusione del Sinodo dei giovani, Papa Francesco nell’esortazione ‘Christus vivit’ ha usato un’espressione meravigliosa: “datevi al meglio della vita” (n. 143). Li ha invitati a non rinunciare al meglio della loro vita, a non osservare il mondo dal balcone o seduti nel divano, a non parcheggiare la vita in un’anonima autorimessa, tutta uguale. “Rischiate, anche se sbaglierete … Fatevi sentire … Aprire le porte della gabbia e volate via!” Usando un’espressione a noi più familiare, vivete alla grande. Ma per fare ciò è necessario passare attraverso Gesù. La vita piena e la vita che ha vissuto Gesù, in totale affidamento e fiducia al Padre e nel dono gratuito ai fratelli. La pienezza della vita è Gesù stesso: “Io sono la vita” (Giovanni 14,6). Vita che Gesù ha vissuto totalmente sulla terra donandola per noi, e che ha raggiunto in pienezza con la resurrezione. Io sono la vita, significa io faccio vivere. Il mistero dell’uomo si spiega con il mistero di Dio, La mia vita si spiega solo con la vita di Dio. Più Dio è dentro di me, più vita piena c’è dentro di me. Dio non è lontano, è nella nostra vita vissuta in pienezza, come dono di amore verso gli altri.

Siamo qui oggi, all’inizio del mese mariano, nel santuario diocesano della Madonna del Monte, per affidarci alla protezione di Maria Santissima, Madre di Dio e del suo figlio Gesù e Madre della Chiesa e di tutti noi. E’ bello e, penso, necessario consegnare a Maria le nostre inquietudini, le nostre paure e sofferenze, soprattutto in questo tempo di epidemia e di insicurezza personale, familiare e sociale. In questo tempo dove le certezze sono messe in discussione e in crisi, è importante riscoprire le radici profonde della nostra esistenza e della nostra fede, per dare un significato sempre più vero alla nostra vita. Carissimi, lasciamoci avvolgere e abbracciare da Maria, madre di Gesù e nostra madre. Una delle preghiere mariane più antiche ci fa pregare così: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. O Vergine Maria, sotto la croce hai accolto da Gesù il mandato di essere per sempre nostra madre. Accogli i nostri dolori e le nostre angosce. Alla fine della celebrazione, affiderò tutta la diocesi di Concordia Pordenone e ciascuno di noi alla sua protezione. Che Maria, interceda per essere liberati dal contagio e da ogni male fisico e spirituale.

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Marsure
03/05/2020
33081 Aviano Marsure, Friuli Venezia Giulia Italia