Natività di Maria
8 settembre 2015
Letture: Romani 8, 28-30; Matteo 1, 1-16.18-23
Celebrare oggi la festa della Natività di Maria non vuole essere solamente un atto di omaggio alla Madre di Gesù e della Chiesa, ma diventa una occasione per riflettere e meditare che anche ognuno di noi è chiamato ad essere discepolo di Gesù, che tutti siamo chiamati ad accogliere Gesù – così come ha fatto Maria, dentro di noi e ad entrare nella storia dell’umanità come ha fatto Maria e Gesù.
Ce lo ricorda, infatti molto bene San Paolo, nella parola di Dio ascoltata: “tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8,28). Essere creati significa per noi essere anche chiamati. Il nostro amore per Dio non è merito, né opera nostra. Né è dovuto alla nostra buona volontà o a dei doni ricevuti. No! È per l’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori, l’amore che ci viene in aiuto nella nostra debolezza. Dio ci ha chiamato ad amarlo e noi rispondiamo alla sua chiamata. Il punto di partenza della nostra vita di fede e del nostro cammino spirituale è la chiamata di Dio.
La festa della nascita di Maria ci riporta proprio al punto di partenza, alla chiamata che Dio ha fatto a Lei e fa anche a ciascuno di noi. È una chiamata che si può ascoltare e accogliere nella fede e vivere poi nello Spirito Santo. È l’esperienza che ha fatto Maria. Lei è stata raggiunta dalla voce di Dio, chiamata da Lui, e Lei ha risposto nella fede “Eccomi”. Così, riempita di Spirito Santo, ha ricevuto la forza di mandare e portare all’umanità il dono che il Padre le aveva fatto. Gesù Cristo. È significativo che la nascita di Gesù sia preceduta dalla genealogia, il lungo elenco delle nascite, perché inserisce Gesù e Maria nel cammino della storia. Non esiste Gesù né Maria senza radici! “…dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo” (Matteo 1,16).
La festa di oggi ci ricorda che come Maria e Gesù, anche noi, ciascuno di noi, pur piccoli e semplici, facciamo parte di una grande umanità. Entriamo dentro un grande fiume che ci precede e che continua! Siamo parte di una storia della salvezza. Dobbiamo essere capaci di vivere la nostra storia quotidiana. Tutto quello che ci capita, con successi e fallimenti, consapevoli che siamo parte di un grande progetto di Dio, che inizia in questo mondo e che si realizza definitivamente nel regno. Maria ha detto: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e santo è il suo nome” (Luca 1,49).
Maria, venerata con il titolo di Madonna delle Grazie è anche la compatrona della nostra città. E’ festa religiosa e anche festa civile. Saluto tutte le autorità presenti, in particolare la signora Prefetto e il sig. Sindaco. Invito tutti, proprio in questi tempi, di imparare, come ha fatto Maria, ad essere accoglienti del Signore e di quanti, poveri e immigrati stanno raggiungendo le nostre terre. So che non è facile per nessuno; so che ci sono parecchi pregiudizi anche nel nostro territorio. Il Vangelo, l’amore che Dio ci dona ci chiama e ci chiede di essere anche noi prossimo agli altri. Qui si colloca l’invito di Papa Francesco: non fermiamoci a dire “coraggio, pazienza” ma accogliamo qualche profugo che fugge dalla morte per la guerra, per la fame. Non perdiamo del tempo prezioso in inutili discussioni o programmi politici. Ognuno, secondo le proprie competenze è chiamato a dare delle risposte concrete. Noi credenti siamo invitati a tradurre la nostra fede in scelte ben precise. Troviamoci attorno ad un tavolo per concretizzare l’accoglienza nelle nostre strutture, come ci ha appena ricordato papa Francesco, di qualche profugo. Vi prego, non perdiamoci in inutili discussioni che ci dividono e che spesso sono solo “di parte”, troviamo delle soluzioni praticabili. Senza confusione, rispettando le indicazioni dello stato e delle prefetture. Ringrazio pubblicamente quanto le varie autorità del nostro territorio, stanno facendo per accogliere dignitosamente quanti bussano alle nostre porte. Accoglienza e misericordia sono il nuovo nome dell’amore!
+ Giuseppe Pellegrini
vescovo