Omelia 39° Giornata nazionale per la Vita – Porcia, 5 febbraio 2017

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Omelia 39° Giornata nazionale per la Vita

Porcia, 5 febbraio 2017

 

Donne e uomini per la vita nel solco di Madre Teresa

Gesù all’inizio del discorso della Montagna, nel vangelo di domenica scorsa, ci aveva presentato il vertice del messaggio cristiano: le Beatitudini, ricordandoci innanzitutto quello che Dio fa per noi. Il vangelo di oggi parte, invece, da quello che noi siamo, da quello che siamo diventati per suo dono: “Voi siete il sale della terra … voi siete la luce del mondo” (Matteo 5,13-14). Gesù ci ripete che siamo qualcosa di bello e di importante, luce che dà vita e colore, sale che dà gusto e sapore. Una affermazione che ci sorprende e ci stupisce! Che Gesù sia la luce del mondo, lo sappiamo e i vangeli spesso ce l’hanno ricordato; ma che anche noi siamo luce e sale, pur con i nostri limiti e peccati, questo ci sorprende, perché quello che Gesù dice, non è una esortazione, un invito ad esserlo, perché noi lo siamo già. Infatti, il verbo usato non è al congiuntivo, ma all’indicativo: voi siete! Gesù ci incoraggia a prendere fin da subito coscienza della nostra vera identità e del dono che il Padre ci ha fatto. L’essere sale e luce non è una ricompensa per il nostro impegno, per quello che abbiamo fatto di buono. Dio ha piena fiducia in noi, perché ragiona secondo lo spirito dell’amore, di un amore che ama per primo e per sempre. Ricordiamolo sempre, anche nella nostra vita concreta: all’inizio siamo stati amati per primi da Dio, e poi c’è il nostro impegno per amare tutti gli altri. Possiamo diventare sale che dà sapore e luce che illumina, solo dopo aver fatto concretamente l’esperienza di essere amati e voluti bene dal Signore.

Dopo averci detto chi siamo, Gesù ci ricorda che abbiamo la responsabilità di diventarlo, perché il sale può perdere il suo sapore e la luce può essere oscurata. I doni di Dio vanno accolti e custoditi, altrimenti si possono perdere. Anche noi abbiamo la possibilità di nasconderci e di rendere inefficaci i doni del Signore. Isaia, nella prima lettura, ci suggerisce la strada da percorrere per esprimere nella nostra vita la potenza e la bellezza di Dio, per essere sale e luce: dividi il tuo pane con l’affamato, introduci in casa lo straniero, non trascurare i tuoi parenti, togli in mezzo a te l’oppressione, consola l’afflitto di cuore (cfr. Isaia 58,7-10). È nel dono di se, nell’accorgerci dei bisogni e delle necessità degli altri, nell’apertura al servizio e alla solidarietà, che possiamo essere sale e luce, cosi che la vita possa essere vissuta in pienezza, accolta come una bella e significativa esperienza.

A partire da queste parole di Gesù, prende ancora più significato la celebrazione della 39ma Giornata Nazionale per la vita. Donne e uomini per la vita, recita il messaggio dei vescovi italiani. Stiamo purtroppo constatando che la società di oggi è più attenta ed attratta dagli innumerevoli messaggi di morte che ogni giorno vengono rimbalzati dai media, quasi che la nostra preoccupazione maggiore sia quella di annientarci e distruggerci con le nostre stesse mani. È necessario invece, come ci ricordano i vescovi, ascoltare il grido nascosto dei piccoli innocenti, cui è preclusa la luce, come ha fatto Madre Teresa, realizzando così il sogno di Dio per l’umanità. Papa Francesco, nel discorso alle famiglie a Filadelfia nel 20116, ricordava che “un popolo che non sa prendersi cura dei bambini e dei nonni, è un popolo senza futuro, perché non ha la forza di e non ha la memoria per andare avanti” (Messaggio dei vescovi, 2017).  Il messaggio di quest’anno ci vuole aiutare a riprendere a sognare, ad avere il coraggio di sognare con Dio. Purtroppo pensiamo spesso che il sognare sia riservato ai bambini, a coloro che vivono nelle nuvole e sono disincarnati dalla realtà, o sia uno strumento per analizzare e comprendere il nostro io più profondo. Non è vero! Sognare con Dio significa avere il coraggio di guardare oltre per costruire un mondo più bello, di costruire la civiltà dell’amore, dove tutti sono accolti ed amati, al di là di quello che producono. Facciamo sì che ogni bambino sia desiderato ed atteso, superando la cultura dello ‘scarto’, la cultura molto diffusa in Italia della denatalità, del figlio sentito come un peso, un ostacolo alla libertà, che hanno portato al crollo demografico. Desideriamo essere aperti, sempre e comunque, alla vita, “accolta come dono sacro di Dio anche quando al suo tramonto va incontro ad atroci sofferenze” (Messaggio vescovi); anche alla vita di tanti nostri fratelli e sorelle immigrati che vengono a noi in ricerca di una vita più dignitosa. La vita, carissimi, non deve mai farci paura. Se abbiamo paura della vita, significa che abbiamo paura di noi stessi, del futuro della nostra umanità.

Facciamo nostro, l’inno alla vita di Madre Teresa di Calcutta: La vita è un’opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, conservala. La vita è una ricchezza, conservala. La vita è amore, godine. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La vita è un inno, cantalo. La vita è una lotta, vivila. La vita è una gioia, gustala. La vita è una croce, abbracciala. La vita è un’avventura, rischiala. La vita è pace, costruiscila. La vita è felicità, meritala. La vita è vita, difendila.

 

                                                                       + Giuseppe Pellegrini

                                                                                   vescovo

Porcia
05/02/2017
33080 Porcia, Friuli Venezia Giulia Italia