Omelia apertura Porta Santa – Valvasone 17 marzo 2016

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Omelia apertura Porta Santa

Valvasone 17 marzo 2016

 

Eucaristia: dono di misericordia

 

(Letture: Esodo 16,2-5.12-15; 1 Giovanni 4, 11-21; Marco 14,12-16.22-26)

La scelta di papa Francesco di vivere l’Anno Santo della misericordia, manifesta la sua profonda convinzione che per la Chiesa e per il mondo è ancora necessario l’annuncio della misericordia e dell’amore di Dio. Scrive il papa: “Un anno santo straordinario, dunque, per vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore” (MV, 25). Lasciarci sorprendere da Dio, perché Lui ci ama di un amore viscerale, perché è sempre pronto ad accoglierci quando torniamo a Lui, perché ci perdona prima ancora che gli chiediamo scusa. Un Padre che ci ha donato il bene più prezioso che aveva: il suo Figlio Gesù, volto della sua misericordia. Tra i tanti gesti e le tante parole che Gesù ci ha lasciato per parlarci dell’amore e della misericordia di suo Padre, il più grande e significativo è l’Eucaristia. Nella celebrazione dell’Eucaristia noi facciamo memoria della Pasqua di Gesù, della sua passione, morte e risurrezione, del suo amore smisurato e infinito per noi, donandoci tutto se stesso, la sua stessa vita per la nostra salvezza. Ecco perché l’Eucaristia è il più grande dono di amore e di misericordia di Dio verso l’umanità.

Ci siamo trovati questa sera nel Duomo del Santissimo Corpo di Cristo che dal 1484 conserva la reliquia della Sacra Tovaglia proveniente dall’altare di san Giusto di Gruaro, dove nel 1294 una semplice donna lavando la tovaglia sul fiume, raggiunta dall’amore e dalla misericordia di Dio, la vide tingersi di sangue. Anche per noi oggi, questa Sacra Tovaglia, è un segno della vicinanza del Signore che si fa incontrare per rafforzare e consolidare la nostra fede e la nostra vita cristiana. Il Signore chiede anche a noi di fidarci di Lui, di immergerci nel suo amore misericordioso, di non aver paura di donare la nostra vita, fino all’effusione del sangue, per Lui e per i fratelli. È il Signore che ancora oggi, ci offre il suo amore riscaldando il nostro cuore e attraverso il segno eucaristico si fa nostro commensale e nostro compagno di viaggio, perché possiamo vivere in comunione tra di noi e con quanti fanno fatica a sostenere il peso della vita quotidiana. Siamo invitati tutti a riconoscere in questo pane colui che fu crocifisso e in questo sangue il suo sangue sgorgato dal costato. L’Eucaristia non è il premio per i buoni ma la forza per i peccatori, il viatico che ci aiuta a camminare.

Lasciandoci per un po’ condurre dalla Parola che abbiamo ascoltato, possiamo comprendere ancora di più come vivere e come accogliere questo particolare momento di grazia che è l’apertura della Porta Santa in questo luogo dove facciamo memoria di Gesù che dona il suo corpo e il suo sangue, memoriale del suo sacrificio di amore infinito. Secondo l’evangelista Giovanni Gesù, morendo in quella stessa ora in cui i giudei, presso l’altare degli olocausti nel tempio di Gerusalemme sgozzano gli agnelli, ci viene presentato come l’Agnello pasquale che dona tutto se stesso per noi, che verso il suo sangue per la nostra salvezza. L’ultima cena che Gesù vive con i suoi discepoli, come ci racconta l’evangelista Marco, pur inserendosi nella cornice della Pasqua ebraica, è il sacrificio della nuova alleanza che si realizza non tanto con il sangue di un agnello, quanto con il corpo e il sangue di Gesù. Le parole, infatti, che Gesù pronuncia sul pane e sul vino sono la nuova alleanza che Gesù offre ai discepoli e alla comunità, fondata e sugellata con il suo corpo e il suo sangue. In questo modo Gesù aiuta i discepoli e tutte le comunità che ripeteranno tale gesto a dare un valore e un significato ben preciso alla sua morte in croce. C’è, infatti, un rapporto strettissimo tra Eucaristia e croce. Gesù muore non come un condannato, ma per la salvezza di tutti e versa il suo sangue per donare a tutti la vita nuova. Nel dono che Gesù fa di se stesso, si manifesta il grande amore di Dio per l’umanità. Per l’A.T. la manna, come ci ha ricordato la prima lettura, era il segno della provvidenza e della cura che Dio aveva per il suo popolo. Per Gesù e per tutta la tradizione cristiana, il nutrimento della manna diventa la figura dell’Eucaristia, nutrimento spirituale del popolo di Dio durante il suo pellegrinaggio terreno. Ecco perché l’Eucaristia è il segno più grande dell’amore di Dio. In quell’Ultima Cena Gesù decide volontariamente di andare fino in fondo, amando i discepoli fino alla fine (cfr. Giovanni 13), in un dono totale di sé, fino a sopportare l’incomprensione, l’abbandono, la solitudine e il tradimento dei discepoli.

Carissimi fratelli e sorelle. In quest’anno Santo della misericordia siamo invitati a farci testimoni e messaggeri dell’amore e della misericordia di Dio. San Giovanni Paolo II diceva che l’urgenza di annunciare al mondo l’amore di Dio è dettata proprio dal grande amore che Dio ha per l’umanità. Il dono di sé che sperimentiamo quotidianamente nella celebrazione dell’Eucaristia ci obbliga a uscire da noi e dai nostri comodi ambienti per proclamare a tutti la grande misericordia di Dio. Scrive l’apostolo Giovanni: “Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri… e se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi” (1 Giovanni 4,11-12). Tutti desideriamo che Dio sia in noi, che il suo amore non ci abbandoni, in particolare nelle situazioni di fatica e di dolore. Abbiamo aperto la porta santa della Chiesa. Desideriamo aprire anche la porta del nostro cuore e delle nostre case per accogliere le persone che vengono a noi e che ci chiedono aiuto.         Come ci ha ricordato la Parola di Dio, due sono le condizioni necessarie: la fede nel Signore Gesù e l’amore fraterno verso tutti. L’amore è l’oggetto della nostra fede perché è Dio che rivela nella morte di Gesù; è l’amore che si offre come dono dello Spirito ed è l’amore che per mezzo di noi si trasforma in carità fraterna. Partecipiamo così all’Eucaristia, fonte della nostra riconciliazione con Dio e anche sorgente della riconciliazione con l’umanità.

Passando in questi giorni per la Porta Santa, chiediamo al Signore, vivo e presente nel sacramento dell’Eucaristia, di trasformarci e di diventare nel mondo suoi testimoni di amore. Chiediamogli anche di aiutarci ad aprire la porta del nostro cuore e delle nostre case.

 

                                               + Giuseppe Pellegrini

                                                           vescovo

 

 

Valvasone
17/03/2016
Piazza Castello, 33098 Valvasone Arzene Valvasone Borgo Sant'Antonio, Friuli Venezia Giulia Italia