Omelia di saluto ai frati minori – S. Pietro di Cordenons, 8 settembre 2016

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Omelia di saluto ai frati minori

S. Pietro di Cordenons, 8 settembre 2016

 

Padre Marco, Bruno, Marcellino e Lino, nel Bollettino parrocchiale avete scritto che “la vita è come un viaggio, così come ogni chiamata, esige un uscire da, per entrare in una situazione nuova”. E’ l’esperienza che il Signore, nel Vangelo ascoltato, chiede anche a Giuseppe: di uscire dai suoi schemi mentali, di uscire da un continuo ragionare per poter scorgere il progetto e il disegno di Dio. Giuseppe non capisce ciò che sta succedendo; sa però che non sono necessarie le generazioni umane per portare a compimento il progetto di Dio, perché è necessario l’intervento dello Spirito Santo. “Non temere… il bambino che è generato in Lui viene dallo Spirito Santo” (Matteo 1,21). Il rischio, per noi, è di non fidarci pienamente del Signore, di non lasciare che Dio cammini con noi. Come abbiamo sentito nel vangelo, lungo la storia ci sono stati santi e peccatori. Ma la storia va avanti perché è Dio che la conduce e la guida. Questa è la scelta di Dio: di non lasciarci soli. L’ha sperimentato Giuseppe, l’ha vissuto Maria che ha percepito sempre la presenza di Dio che guidava la sua vita, fino a dire: Eccomi, si compia in me la tua Parola.

Anche a voi, carissimi frati, il Signore ha chiesto di fidarvi di Lui, di uscire e di andare! Vi siete fidati e ora vi accingete a iniziare nuove esperienze. Una scelta non facile, per voi, per la parrocchia e anche per la diocesi tutta. Penso che siamo tutti consapevoli dell’importanza per una Chiesa locale della presenza della vita consacrata; di uomini e di donne che dedicano tutta la loro vita a servizio del Vangelo. Testimoni di una modalità, di uno stile di vita come l’ha vissuto Gesù, che si è donato tutto e fino alla fine al Padre e ai fratelli. I voti di povertà, castità ed obbedienza che le persone consacrate scelgono per tutta la loro vita, sono l’espressione più radicale per vivere in pienezza l’amore e la carità di Gesù Cristo e per testimoniare, non solo a parole ma con i fatti concreti l’amore di Dio per l’umanità. I voti sono un programma coraggioso di vita evangelica. Ecco perché, carissimi, la vostra partenza lascia nel dolore, sia la parrocchia di S. Pietro che avete amato e servito, sia tutta la comunità diocesana, e non solo perché è un pezzo di storia che finisce, ma soprattutto perché si va riducendo sempre più la presenza di testimoni vivi e coraggiosi, di frati che ci ricordano il senso ultimo della nostra vita, che ci annunciano la centralità del Regno di Dio e l’importanza di poterci entrare.

Permettete che ora mi rivolga per un momento ai giovani e agli adolescenti presenti, dicendovi che è importante che anche ai nostri giorni ci siano dei giovani che seguono la via del Vangelo in modo radicale, totale. Sono molto i giovani, anche del nostro territorio, che vanno alla ricerca di emozioni forti praticando anche sport estremi! Sono gioie e felicità che durano un momento e che non riempiono la vita di senso e di significato. Sono invece necessari, per la Chiesa e per la società, dei giovani che sanno vivere alla grande, che sanno donare non solo a se stessi ma agli altri la gioia di vivere, che sanno far felici altre persone, che sanno portar Gesù con la testimonianza della loro vita vissuta in pienezza.

Carissimi tutti, in particolar voi della comunità parrocchiale, è bello in questo momento sfogliare insieme l’album di famiglia della vostra comunità e guardando le foto, alcune un po’ sbiadite, ricordare i tanti volti e le innumerevoli attività. Vogliamo ringraziare i tanti frati – 90 per la precisione – che in 92 anni hanno amato e servito la vostra parrocchia. La parrocchia di S. Pietro e la diocesi è molto riconoscente ai frati minori per la loro presenza e testimonianza di semplicità, letizia e carità francescana. Un servizio umile fatto di ascolto, preghiera e vicinanza a tutti! Accanto ai frati è giusto e bello ricordare e ringraziare i tantissimi che hanno collaborato con intelligenza e passione alla realizzazione e costruzione della comunità e alle tante attività e iniziative. Non sono solo fotografie sgualcite dal tempo, ma preghiere e opere che lasciano una traccia indelebile. Ricordare vuol dire tornare al cuore, cioè riconoscere quello che conta e che vale di più, che è più prezioso e fondamentale. Come Maria che “custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Luca 2,51), anche noi, stasera, siamo invitati a riconoscere e custodire, conservare nel profondo del cuore tutto il bene che i frati hanno compiuto. Con un impegno, carissimi parrocchiani! Custodire e conservare non per rimpiangere il passato e così chiudersi in se stessi, ma per un cammino interiore, per far fruttificare quanto è stato piantato e seminato.

Guardiamo con gioia all’oggi della vostra parrocchia, che è una realtà viva e bella. Ci sono una infinità di iniziative, di gruppi e di attività in tutti gli ambiti pastorali: liturgia, catechesi alle varie età, spiritualità, carità, missione, famiglie e giovani, cultura e sport! Da ora la vostra comunità sarà arricchita anche dalla presenza di tre preti diocesani, di tre suore e dal Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani diocesano che troverà accoglienza nella vostra comunità. Carissima comunità cristiana di San Pietro, l’oggi sarà il banco di prova della carità, della comunione e della fraternità che i frati vi hanno testimoniato e donato. Non abbiate paura di prendere il testimone e di dire, come ha fatto Maria, il vostro Si, il vostro Eccomi!

Ai suoi fratelli, frate Francesco, nella Leggenda Maggiore, diceva: “Andate perché in questi tempi, i frati minori sono stati dati in prestito al mondo” (VII,8). Carissimi frati Marco, Bruno, Marcellino e Lino, anche se con un po’ di sofferenza e nostalgia, andate, perché la vostra casa è il mondo. Saremo sempre in comunione con voi e vi accompagniamo con la nostra preghiera e il nostro affetto.

E chiunque osserverà queste cose – scrive San Francesco – sia ricolmo in cielo della Benedizione del Padre e in terra del suo Figlio diletto con lo Spirito Santo”. Amen.

 

+ Giuseppe Pellegrini

vescovo

Cordenons
08/09/2016
33084 Cordenons, Friuli Venezia Giulia Italia