Omelia Pellegrinaggio diocesano OFTAL
Grotta di Lourdes, 11 agosto 2016
Penso che tutti noi qui presenti, davanti alla grotta delle apparizioni, aiutati anche dal dono dell’Anno Santo della Misericordia, che Papa Francesco ci ha fatto, stiamo sperimentando interiormente che Gesù è il volto della misericordia del Padre. Se Gesù è il volto della misericordia del Padre, allora dobbiamo anche riconoscere che tale volto è stato tessuto nel grembo della Vergine Maria. Senza il cuore e la carne della Vergine non avremmo mai potuto vedere realmente il volto della misericordia di Dio: Gesù Cristo. Ecco perché noi oggi siamo qui a venerare e a pregare Maria, Madre di misericordia: “Salve o Regina, madre di misericordia … a te ricorriamo, gementi e piangenti!”. E papa Francesco, nella Misericordiae vultus scrive: “Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore” (n. 24). Maria, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, associata e partecipe dell’opera del Figlio suo, non ci lascia mai soli nel cammino della vita, soprattutto nei momenti di dolore e di sofferenza. Maria, in tutta la sua vita, ha partecipato al grande mistero dell’amore di Dio fatto uomo, sperimentando per prima il suo grande amore per tutta l’umanità. Possiamo ben dire che ha vissuto nella sua vita l’amore pazzo di Dio e di Gesù per noi; un Dio che ha perso la testa per noi!
Presso la croce Maria sopportò accanto al proprio Figlio anche la notte più oscura della morte ed è stata testimone, insieme al discepolo dell’amore, delle parole di perdono uscite dalle labbra e dal cuore di Gesù, mostrando così fin dove arriva la misericordia di Dio. E Lei, lì, piantata sotto la croce. “Stavano presso la croce” (Giovanni 19,25), ci ricorda l’evangelista Giovanni: Maria è presente e vive in prima persona il più difficile e doloroso appuntamento della storia, lì con il cuore gonfio di dolore e carico di amore. Amore per il Figlio morente, ma anche amore per tutti noi, per l’umanità intera. E dalla croce Gesù affida a sua madre un compito ben preciso: “Donna, ecco tuo figlio” (19, 26). Gesù che ci ha amato fino in fondo, fino a dare la sua vita per noi, ora, sotto la croce ci affida, ci consegna a sua madre, perché non ci sentiamo soli e perché sia Lei, da ora in poi, ad essere un segno vivente del suo amore. Questo compito durerà fino a quando ci sarà sulla terra una persona da amare, una persona che soffre e che ha bisogno di dare un senso profondo alla sua vita e alla sua sofferenza. Possiamo considerare queste parole di Gesù come il suo testamento e le sue ultime volontà. Esse ci dicono qualcosa che è vincolante e decisivo per noi e per tutta la Chiesa.
Maria è Madre di misericordia perché continua nel mondo ad essere una icona vivente, un’immagine dell’amore misericordioso di Dio. Non un amore astratto o sdolcinato, da telenovela, ma un amore concreto, reale, che sa donare, chinarsi su chi soffre, su che è solo e offrire a tutti un segno di speranza. Mi colpisce sempre il fatto che la nostra devozione e preghiera riconosca in Maria una sorte di canale privilegiato per tenere viva la speranza quando è minacciata nella nostra vira o nella vita delle persone care e per consolidare e rafforzare la carità verso i piè poveri e sofferenti. Maria, Madre della Chiesa ci tiene sotto il suo manto, segno della sua protezione. In un’omelia a Santa Marta, papa Francesco ricordava che la Madonna ci protegge anche ai nostri tempi di turbolenza spirituale, accogliendoci sotto il suo manto e, come una mamma, ci protegge, ci difende e ci ama.
Come è successo durante le nozze di Cana (cfr Giovanni 2,1-12), Maria si mostra attenta alla situazione di disagio, si accorge delle nostre necessità e interviene presentandole al suo Figlio Gesù. Maria, come il Figlio suo, si muove a compassione facendosi strumento della misericordia di Dio. Carissimi tutti, in particolare voi ammalati, ai piedi della croce rimane solo l’amore, quello vero: l’amore di Gesù che non smette di volerci bene anche quando tutto hanno smesso di farlo e l’amore di Maria che ci accoglie e ci protegge sotto il suo manto di misericordia.
Ricordiamo che la misericordia è continuare ad amare anche quando tutti non lo fanno più, perché stanchi e delusi; è continuare a credere in un Dio che ci ama sempre e per primo; è sperare che l’amore di Dio supera ogni nostra debolezza e peccato.
Non smettiamo mai di affidarci a Maria, ripetendo spesso una delle preghiere più antiche e più belle:
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche di noi
che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
+ Giuseppe Pellegrini
vescovo