Inizio Pellegrinaggio diocesano OFTAL

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Omelia

Lourdes, 6 agosto 2022

Inizio Pellegrinaggio diocesano OFTAL

Carissimi, anche quest’anno come l’anno scorso, abbiamo la gioia di iniziare il nostro pellegrinaggio diocesano OFTAL nella festa della Trasfigurazione del Signore Gesù. Un caro saluto e benvenuto a tutti, ai malati, ai numerosi sacerdoti, alle sorelle e barellieri, alla Presidenza e a tutti i pellegrini. Un saluto anche all’OFTAL nazionale con il Presidente don Paolo. È una gioia essere qui e vivere insieme questo bel pellegrinaggio.

Come abbiamo ascoltato nella prima lettura, questa festa è accompagnata da un ricordo personale dell’apostolo Pietro: “Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo, mentre eravamo con lui sul Santo Monte” (2Pietro 1,18). Era la voce di Dio che invitava i tre discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni ad ascoltare Gesù, ad accoglierlo e a vivere come lui insegnava. I tre discepoli avevano condiviso molte volte con Gesù la sua preghiera, la relazione profonda che aveva con il Padre e che gli dava la forza di trasformare le persone ed illuminare la loro vita, donando un significato profondo ad ogni avvenimento. L’evangelista Luca indica con semplici parole quello che è capitato a Gesù sul monte: “Il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” (9,29).  Aspetti che erano il frutto dell’intensa preghiera e della profonda relazione che Gesù aveva con il Padre. In questo modo i discepoli vengono aiutati a comprendere ancora più profondamente il valore e il significato della vita di Gesù e del suo destino finale: camminare verso la croce. Cosa significa per Gesù e per i discepoli andare incontro alla morte? Siamo nel contesto del grande viaggio di Gesù verso Gerusalemme e il Signore sul Tabor fa comprendere ai tre discepoli, gli stessi che nel Getsemani avevano contemplato la sua vera umanità, con le paure e debolezza davanti alla morte e alla sofferenza, che la conclusione della vita non è la sofferenza e la morte ma la Risurrezione e la vita nuova.

Carissimi, per comprendere il mistero profondo di Gesù e della sua incarnazione è necessario guardare e contemplare in modo diverso il mistero di Dio nella vita di ogni giorno.  Come i discepoli sul Tabor hanno detto: “E’ bello per noi essere qui” (Luca 9,33), così anche noi in questi giorni siamo invitati a metterci ai piedi del Maestro, ad ascoltare le sue parole e ad entrare in relazione profonda con Dio nella preghiera e testimoniarlo senza paura gli altri. I discepoli tacquero e non riferirono niente di quello che avevano sperimentato. Vogliamo che per noi non sia così!

Infatti, in questa celebrazione di inizio del nostro pellegrinaggio, ci viene rivolto un invito che è più esigente e che ci chiede forza e coraggio. Sono le parole che Maria, la madre di Dio affido a Bernardetta il 2 marzo 1858, durante la tredicesima apparizione: “Vada a dire ai sacerdoti che si costruisca qui una cappella e che si venga in processione”. È il tema pastorale scelto per i prossimi tre anni nel santuario di Lourdes, per accompagnare i numerosi pellegrini che vengono alla grotta. In questo primo anno ci viene chiesto di fermarci sulla prima espressione: Vada a dire ai sacerdoti. Possiamo comprendere ancora meglio l’invito che Maria ha fatto a Bernardetta, meditando le parole di Gesù Risorto rivolte a Maria Maddalena e riportate nella pagina del Vangelo di oggi: “Va’ dai miei fratelli e di loro” (Giovanni 20,17). Il primo compito di un cristiano è di sperimentare in prima persona la bellezza e la gioia dell’incontro con il Signore risorto. Solo così avrà la forza e il coraggio di andare e portare a tutti il Vangelo. Ogni esperienza spirituale non si deve chiudere in se stessa e non è fine a se stessa. Maria Maddalena voleva trattenere Gesù Risorto, ma lui glielo impedisce. Anche Bernardetta ha paura, ma si fida di quanto le dice la Signore. Anche se le apparizioni sono un’esperienza privata e riservata a poche persone, devono portare ad un cambiamento ea una conversione del cuore. Ricordiamo quanto hanno detto gli apostoli Pietro e Giovanni nel Sinedrio: “Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (Atti 4,20).

Carissimi tutti, questa è la grazia che vogliamo chiedere per noi qui presenti e per la nostra Diocesi al Signore attraverso l’intercessione di Maria e di Bernardetta. È la grazia della testimonianza, il coraggio di essere anche nel nostro mondo e nella nostra società, nelle nostre famiglia e comunità, gioiosi annunciatori del Vangelo. Forse ce lo siamo un po’ dimenticati. La cultura odierna spinge anche noi all’isolamento, a chiuderci in noi stessi, a pensare solo ai nostri problemi, dentro una campana di cristallo. Ma una Chiesa così, non è la Chiesa di Gesù Cristo, La Chiesa, come ci ricorda spesso papa Francesco, è una comunità che vive, che sperimenta la gioia dell’incontro con Gesù e lo annuncia agli altri. Fondamentale la preghiera personale e l’incontro con il Signore, qui a Lourdes attraverso anche la preghiera a sua Madre, Maria. Una preghiera che ci dà il coraggio e la forza di portare, senza nessuna pretesa, il messaggio di Gesù, il suo volto luminoso di Risorto che sostiene nei momenti di fatica e difficoltà e illumina il cammino della Chiesa universale, italiana e diocesana, che stanno vivendo un tempo di sinodalità e fraternità.

Vogliamo vivere così questi giorni del nostro pellegrinaggio davanti alla Grotta, fissando e contemplando il volto di Maria che ci porta a Gesù, per metterci al servizio dei più bisognosi con una parola, con un gesto di solidarietà, nell’ascolto e nel servizio. Buon pellegrinaggio a tutti.

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo

Lourdes
06/08/2022