Omelia Istituzione Lettori e Accoliti – Portogruaro, 8 dicembre 2012

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Omelia Istituzione Lettori e Accoliti

Portogruaro, 8 dicembre 2012

 

Stiamo vivendo il tempo dell’attesa. Siamo di nuovo in cammino, ciascuno con le proprie attese, ma soprattutto in attesa del Signore Gesù. La solennità di oggi, l’Immacolata Concezione della Vergine Maria, costituisce una tappa principale e significativa del nostro cammino spirituale, del percorso di fede che tutti stiamo vivendo, aiutati anche dall’anno della fede da poco iniziato.

Maria è l’immagine più alta e più viva di chi vive l’atteggiamento dell’attesa, condivisa da tutta l’umanità, e riassume in sé tutte le caratteristiche migliori del Popolo eletto, aiutandoci così a vivere il dono della libertà, che è al tempo stesso prezioso ma profondamente impegnativo. Può persino assumere le caratteristiche di un dramma che spesso ci pone a rifiutare il progetto di amore di Dio, mettendoci contro di Lui, come hanno fatto i nostri progenitori. Ma nonostante tutto Dio continua a riproporci la strada della benedizione, che lungo tutta la storia della salvezza vede significative scelte, tra queste il Si di Maria. In quest’anno, 50° anniversario del Concilio Vaticano II, desidero proporvi un passo del capitolo VIII della Lumen Gentium che ci presente la festa di oggi. “Nessuna meraviglia quindi se presso i santi Padri invalse l’uso di chiamare la madre di Dio la tutta santa e immune da ogni macchia di peccato, quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura. Adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall’angelo dell’annunciazione, che parla per ordine di Dio, quale «piena di grazia » (cfr. Lc 1,28) e al celeste messaggero essa risponde «Ecco l’ancella del Signore: si faccia in me secondo la tua parola » (Lc 1,38). Così Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando con tutto l’animo, senza che alcun peccato la trattenesse, la volontà divina di salvezza, consacrò totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all’opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente. Giustamente quindi i santi Padri ritengono che Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma che cooperò alla salvezza dell’uomo con libera fede e obbedienza” (n. 56). Maria diviene così la figura dell’autentico discepolo, del vero credente, di chi accoglie in piena libertà e disponibilità completa la proposta del Padre, preparando una degna dimora al Figlio suo Gesù.

Anche noi tutti, carissimi, siamo invitati, come ci ha esortato la colletta, a preparare una degna e accogliente abitazione al Figlio di Dio. La liturgia ci invita a ripartire dalle origini, contemplando Maria come nuova Eva. Maria, come ci ricorda la definizione dogmatica, è stata preservata dal peccato originale. Maria, non è entrata nella logica di sospetto e di sfiducia nei confronti di Dio, non ha lasciato che in Lei prendesse potere la dinamica del dubbio e della sfiducia che ha messo in crisi i nostri progenitori e, tramite loro, tutto il genere umano. Non è forse questa la radice del male e del peccato di ieri e di oggi? Una sfiducia, una paura nei confronti di Dio, visto non più come Padre, come ‘Dio amore’ ma come nostro avversario, come colui che vuole non il nostro bene, ma il nostro male! Quando si entra nella logica del sospetto e della sfiducia, tutto cambia. Non ci si accorge più che la nostra stessa vita è accompagnata da tanti segni di grazia che ci aiutano a rendere visibile la bellezza e la bontà Dio. Si preferisce talvolta dare credibilità ad altre parole e ad altre proposte che sono sempre ingannatrici, percependo Dio come un rivale da cui bisogna sempre difendersi e nascondersi. Ma Dio non si scoraggia e continua sempre a entrare in relazione con l’umanità, fino al momento culminante, quando entra nella vita quotidiana di una donna: Maria di Nazareth. Lei è chiamata a pronunciare un SI in detto un istante ma che le ha poi richiesto la fedeltà di tutta la vita, seguendo il suo Figlio fino alla croce e agli eventi del ‘giorno dopo il Sabato’ e delle tomba vuota. La contemplazione del mistero di grazia, così come si è rivelato nella vita di Maria, è fonte di speranza per tutti noi, per la Chiesa e per l’umanità intera.

Tre mi sembrano le scelte che hanno caratterizzato la vita di Maria e che ora sono chiamati a ricevere e imitare questi nostri amici che chiedono il ministero del Lettorato e dell’Accolitato: ASCOLTARE – ACCOGLIERE – SERVIRE. Solo a partire dall’ascolto della Parola si riesce a fare spazio al Signore Gesù nella nostra vita e a portarlo agli altri in un atteggiamento di servizio! Saggia la scelta della Chiesa di proporre, durante il cammino di preparazione al ministero ordinato, un itinerario formativo dove si incontrano delle tappe, alcuni passaggi ben precisi, che permettono una assimilazione progressiva dei diversi contenuti umani, spirituali e teologici per una più solida configurazione a Cristo Pastore (cfr. FP 107). Diventa così un’opportunità di consolidamento della vostra scelta vocazionale, interrogandovi sull’identità del presbitero che vi preparate a fare vostro. Già la vita di seminario e di comunità vi stanno educando all’ascolto quotidiano della Parola attraverso la meditazione e lo studio della Sacra Scrittura e a porre al centro della giornata l’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana e cuore del ministero presbiterale. I ministeri del Lettorato e dell’Accolitato non sono legati solamente all’ambito liturgico, ma sono anche degli autentici servizi alla comunità cristiana, bisognosa di ricevere la Parola di Dio e il Corpo di Cristo. Pertanto con l’assunzione del ministero istituito, sarete abilitati a servire all’altare e a prendervi cura del popolo di Dio sia nella comprensione della Parola che nell’attenzione ai deboli, ai malati e ai poveri.

Carissimi istituendi lettori, siate uomini della Parola, fidatevi totalmente di questa Parola e sappiate permetterle di illuminare le vostre scelte, la vostra vita e la storia dell’umanità. Possiate dire come i discepoli: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!” (Giovanni 6,68). E anche voi, istituendi accoliti, siate sempre consapevoli che Dio si offre a noi attraverso la Parola che diventa ‘pane spezzato’ per tutto il mondo. Possiate dal profondo del vostro cuore, gridare: “Signore, dacci sempre questo pane” (Giovanni 6,34). Dio si da a tutti noi gratuitamente; non chiede niente per se, è dono d’amore per l’umanità. Parola e pane: fondamento e sostegno della Chiesa. Luce ai nostri passi e manna che ci sostiene nel cammino. Possiate viverlo voi in prima persona e testimoniare poi a tutte le persone che incontrerete nel cammino. Come preti sarete un giorno gli uomini della Parola e dell’Eucaristia, vissuti in prima persona e poi testimoniata e servita.

Vi aiuti la Beata Vergine Maria, madre attenta alla Parola e donna dell’Eucaristia. Lei che si è lasciata disturbare dall’Amore fino a farsi cambiare radicalmente da questo amore, vi sostenga  nella disponibilità manifestata, perché “nulla è impossibile a Dio” (Luca 1,37).

Sia lodato Gesù Cristo!

                                                                                  + Giuseppe Pellegrini

 

 

 

Portogruaro
08/12/2012
30026 Portogruaro, Veneto Italia