Omelia Mercoledì delle Ceneri Ospedale CRO di Aviano, 18 marzo 2015

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Omelia Mercoledì delle Ceneri

Ospedale CRO di Aviano, 18 marzo 2015

 

Oggi la liturgia ci propone un segno austero, forse d’altri tempi: le ceneri. Cosa, infatti, può voler dire per questo nostro tempo, per un mondo come il nostro, il richiamo all’umiltà, alla penitenza, alla conversione? Nulla o perlomeno quasi nulla, perché l’uomo di oggi pensa di salvarsi da solo, di trovare da solo la sua felicità; vive, come spesso ci ha ricordato papa Benedetto, come se Dio non ci fosse e non esistesse. Ma noi sappiamo bene che solo percorrendo la strada stretta della Quaresima incontreremo alla fine non solo la gioia della Pasqua, ma la certezza che Lui, il Signore, è presente, che è il Vivente, il risorto e non ci lascia mai soli.La Quaresima è un tempo unico, preziosissimo per conoscere più da vicino il Signore, per contemplare la sua vita e in particolare la sua passione, e anche per conoscere di più noi stessi. Infatti, in questo tempo abbiamo la possibilità di rientrare in noi stessi, di accorgerci delle nostre paure, debolezze e fragilità. Davvero senza di Lui la nostra vita rischia di diventare polvere, la fragilità del nostro amore di implodere, la debolezza dei nostri sentimenti di diventare anch’essi cenere. La cenere che fra poco sarà posta sul nostro capo non ci viene messa per rattristarci e abbatterci né è il ricordo della nostra mortalità e del nostro limite, ma per testimoniare che, pur essendo noi fragilità, piccolezza, meschinità e anche dolore e sofferenza, Dio si prender cura di noi e non ci lascia mai soli, che ha passione per tutta l’umanità.

Il suo amore ci vuol salvare, si china su di noi in questa Quaresima, vuole che noi risorgiamo dalla nostra polvere e dalla nostra fragilità, anche fisica, perché Lui lo sa che questo cambiamento è possibile! Ma sarà veramente possibile solo se ritroveremo in noi la disponibilità di accostarci nuovamente al Signore, alla sua Parola. Ecco allora che il percorso che la Chiesa ci offre, a partire da oggi e per tutta la quaresima: ascoltare la voce del Signore e vivere alcuni atteggiamenti fondamentali di preghiera e di amore e condivisione verso i più poveri. Siamo invitati dal Vangelo a radicare il nostro cammino di conversione nelle esigenze proprie del vangelo: la preghiera, l’elemosina e il digiuno vissuti nel segreto del cuore e della vita (cfr. Matteo 6).

Oggi a noi è mandato il profeta Gioele che dice: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio” (2,12-13). Chi si lacera le vesti esprime scandalo di fronte al comportamento empio e ingiusto degli altri; chi si lacera il cuore piange la coscienza del suo peccato. Non c’è scampo: più osserviamo le mancanze degli altri, meno riusciamo a vedere i nostri; più predichiamo quello che gli altri dovrebbero fare, meno riusciamo a ripulire noi stessi dal male.  Questo è il giorno, questo è il tempo, il momento di sperimentare la misericordia del Signore.  Per questo ci è stato detto: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Corinzi 5,20). San Paolo non dice: riconciliatevi, come se la riconciliazione fosse un nostro sforzo e impegno, ma: lasciatevi riconciliare, perché la riconciliazione è un dono che ci viene offerto gratuitamente dalla bontà e dalla misericordia del Signore che posso sperimentare nel sacramento della confessione, nell’ascolto della Parola, in qualche rinuncia (digiuno) per ricordarmi anche di chi soffre!

C’è però un pericolo, ci ricorda papa Francesco nel messaggio per la quaresima di quest’anno: l’indifferenza verso Dio e verso il prossimo. Soprattutto in questi nostri tempi, ripieni di tante cose, siamo portati a non preoccuparci e non interessarci dei problemi degli altri, tanto che il papa parla ‘della globalizzazione dell’indifferenza’. Noi siamo qui oggi in un ambiente di soffrenza, di dolore e di malattia, ma anche di speranza, proprio perché possiamo dire che qui l’indifferenza è stata superata e sconfitta. Ne è testimonianza la presenza di tanti medici e ricercatori, infermieri e volontari, parenti e amici, tutti attenti a chi soffre, disponibili ad ascoltare, a camminare insieme e a testimoniare l’amore di un Dio che non ci lascia mai soli, che non è indifferente alle nostre sofferenze e che nel suo Figlio Gesù ci dice quanto ci ama e ci vuole bene.

Preghiamo perché il nostro cuore si apra pienamente all’amore di Dio, perché sperimenti concretamente la sua vicinanza e così consolidati e rafforzati nella fede, possiamo donarci ai nostri fratelli e sorelle con gesti concreti di vicinanza e di amore. Mettiamoci anche noi alla sequela di Gesù che sale a Gerusalemme senza paure e senza tentennamenti. E’ il modo più bello per vivere il cammino quaresimale e per preparaci ad accogliere Gesù risorto e vivo. Buona quaresima!

 

                                                                                  + Giuseppe Pellegrini

                                                                                              vescovo

Aviano
18/03/2015
Via Pedemontana Occidentale, 33080 Villotta, Friuli Venezia Giulia Italia