Mercoledì delle Ceneri

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Omelia

Pordenone, 2 marzo 2022

Mercoledì delle Ceneri

Carissimi, ogni anno ritorna la Quaresima, tempo di 40 giorni da vivere come ‘tempo favorevole’ di conversione e di ritorno a Dio. Un tempo santo per accogliere la grazia e la misericordia del Signore; un tempo in cui far convergere nello sforzo e nell’impegno della conversione le nostre energie. Tempo da vivere insieme, nella comunione, nella fraternità e nella solidarietà con chi è nel bisogno. Per aiutarci a vivere ancora più intensamente questo tempo, la liturgia, come abbiamo pregato nella colletta, fa ricorso all’ immagine del cammino, indicando la quaresima come “cammino di conversione” e di incontro con Dio.

Questo cammino spirituale è paragonabile all’Esodo, un esodo dalla schiavitù alla libertà. Sono, infatti, i 40 giorni che ricordano i 40 anni in cui il popolo di Dio camminò nel deserto per ritornare alla Terra promessa. Sono pure i 40 giorni che Gesù ha vissuto nel deserto, combattendo contro Satana e vincendolo, grazie alla forza della Parola di Dio. È un cammino che si apre con le parole del profeta Gioele che ci indicano la direzione da seguire: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti” (2,12). La Quaresima, ci ricorda Papa Francesco, è un viaggio di ritorno a Dio che coinvolge tutta la nostra vita, tutto noi stessi, diventando un’occasione per verificare la strada che stiamo percorrendo e ritrovare così la via giusta, se l’abbiamo smarrita, che ci riporta all’incontro con il Signore. Siamo invitati a vivere questo tempo chiedendoci dove ci sta portando il nostro cuore, ricordando il detto di Gesù: “Dov’è il vostro tesoro, la sarà anche il vostro cuore” (Luca 12,34). Siamo invitati a liberare il nostro cuore dalle doppiezze, dalle infedeltà e dai falsi idoli che lo incatenano. Questa è la conversione, un mutamento di orizzonte, una nuova direzione da dare alla nostra vita.  La conversione non è un fatto avvenuto una volta per sempre, ma è un dinamismo che ci deve coinvolgere sempre e in tutte le fasi della vita, soprattutto quando la quotidianità rischia di indurci ad adattarci alla monotonia, alla stanchezza, a fare le cose perché ci capitano o perché dobbiamo farle. L’invito che la Chiesa ci fa è di non aver paura di ritornare al Padre, come ha fatto il figlio prodigo della parabola. Solo accogliendo l’amore preveniente di Dio, che ci ama al di là della nostra volontà, delle nostre forze e delle nostre capacità, avremmo la possibilità di sentirci ascoltati e abbracciati da lui. Ricordiamolo sempre: prima della nostra decisione di tornare al Padre, Lui è sceso verso di noi, ci è venuto incontro, ci ha preceduto, indicandoci la strada da percorrere. Il cammino di conversione indica un’inversione di marcia, una direzione da intraprendere, un muoverci verso di lui.

Vengono spontanee alcune domande: cos’è necessario fare per camminare verso il Signore? Come riconoscere la via giusta? Come superare le nostre fatiche e difficoltà?  Nel messaggio di Papa Francesco per questa Quaresima 2022, siamo invitati a riflettere sull’esortazione di San Paolo ai Galati: “Non stanchiamoci di fare il bene” (6,9). La Quaresima ci invita a porre la nostra speranza e la nostra fede nel Signore Gesù, vivo e risorto. Di fronte allo scoraggiamento e alla delusione per le tante volte che non siamo capaci di mantenere gli impegni e le promesse fatte, di fronte al nostro egoismo individualista, di fronte anche ai tempi non facili che stiamo vivendo – causa ancora il perdurare della pandemia ma soprattutto per l’inutile conflitto che l’egoismo e l’ingordigia stanno provocando nella nostra Europa, causando sofferenze, morti e odio tra le persone – l’apostolo Paolo ci invita a tenere fisso lo sguardo su Gesù e non stancarci mai di fare il bene. Nel messaggio quaresimale, papa Francesco ci suggerisce tre ambiti: il primo è di non stancarci mai di pregare. Senza Dio non ci si può salvare perché lui ha sconfitto il male e la morte. Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita, attraverso il digiuno corporale, attraverso il sacramento della Riconciliazione e il superamento delle nostre fragilità e del nostro egoismo. Infine, non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo, prendendoci cura di chi ci è vicino, facendoci prossimo dei tanti fratelli e sorelle che sono feriti sulla strada. Vi invito, in questi giorni, a gara in questi ad essere solidali e a spalancare il nostro cuore e le porte delle nostre case ai fratelli e sorelle ucraini che stanno fuggendo dalla guerra e dalla distruzione. Pur nel dolore, facciamoli sentire a casa!

Il percorso che ci hai indicato Papa Francesco è quello che ci ha ricordato Gesù nel Vangelo che oggi abbiamo ascoltato: “State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 6,1). L’amore vero non ha bisogno di regole o di essere esposto in vetrina, ma vive “nel segreto” (vv. 4.6.18), cioè nella profondità di una relazione spontanea e generosa di chi si dona agli altri. Il formalismo e l’ipocrisia fanno morire ogni gesto di amore e di carità. L’amore per il cristiano deve essere sempre gratuito e incondizionato. Solo così si potrà arrivare ad incontrare veramente il Signore e i fratelli. Le tre opere che il Vangelo ci richiama: preghiera digiuno e carità, sono la magna carta per vivere bene il cammino quaresimale.

Iniziamo il cammino quaresimale di conversione con il segno delle imposizioni delle ceneri sul capo. La cenere è il frutto del fuoco che arde, racchiudendo il simbolo della purificazione, ma è anche un rimando alla condizione del nostro corpo dopo la morte. In numerose tradizioni religiose, cospargersi il capo di cenere è segno di penitenza e di volontà di cambiamento. La parola che accompagna questo gesto ci traccia la strada: “Convertitevi e credete nel Vangelo” (Marco, 1,15). Siamo invitati a prendere coscienza che il fuoco dell’amore di Dio consuma il peccato e, se ci lasciamo guidare dalla sua Parola, entreremo nella Pasqua di Gesù, rinascendo anche noi a vita nuova. In questi giorni, tanti nostri fratelli e sorelle stanno sperimentando la cenere e i calcinacci che, sotto le bombe, cadono sulle loro teste segno di morte, di odio e di sopraffazione. Preghiamo perché da queste ceneri possa nascere un’umanità nuova, dove l’amore vince sull’odio. La pace dipende anche da noi, dalla capacità di convertirsi e di diventare, nella quotidianità di ogni giorno, operatori di giustizia, di amore, di solidarietà e di pace.

Buon cammino di conversione e di pace.

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo

Pordenone
02/03/2022