Ordinazione diaconale XXIV domenica del T.O.

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Omelia

Concattedrale Pordenone, 11 settembre 2022

Ordinazione diaconale XXIV domenica del T.O.

Facciamo nostre le parole di San Paolo a Timoteo: “Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore Nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me” (1Timoteo 1,12). Con questi sentimenti desideriamo anche noi in questa domenica ringraziare il Signore per il dono del diaconato a Pasquale; un dono che fa a lui, alla nostra Chiesa diocesana e a tutta la Chiesa universale.

Le tre letture della liturgia ci offrono, pur con diversi esempi, un unico tema: la misericordia di Dio. San Paolo non si limita ad affermare in modo generico che Gesù è venuto per i peccatori, ma afferma che è venuto per me, il primo dei peccatori (cfr.v.15), perché è un Dio misericordioso che ama tutti. Stando al racconto dell’Esodo, persino Dio “si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo” (32,16). Un linguaggio umano per dirci che lo sguardo di Dio verso di noi è sempre benevolo e che dobbiamo essere consapevoli dui quello che lui fa per noi. Il suo è uno sguardo accogliente e misericordioso, rendendo così possibile il nostro cammino di conversione e di riconciliazione. Le tre le parabole della misericordia del capitolo 15 di Luca, descrivono come il cuore di Dio risponda alla condizione di povertà e di miseria in cui si può venire a trovare l’umanità. Il contributo di queste parabole narrato nei primi versetti del capitolo, è dato dal comportamento di Gesù nei confronti dei poveri, dal suo agire e dal suo predicare. Gesù è in compagnia dei pubblicani e peccatori che si sentono attirati da lui e vengono per ascoltarlo, mentre i pretesi giusti, scribi e farisei osservanti della legge, mormorano con disprezzo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro” (15,2). Ma più che le parole, vale l’atteggiamento di Gesù che dimostra attenzione verso tutti ascoltando le persone ed entrando in relazione con loro. Relazioni che portano ciò che è essenziale alla vita: amore e gioia di vivere. In questo modo Gesù toglie dall’isolamento sociale e dalla vergogna queste persone che le accoglie e le rispetta nella loro identità, quali che siano le condizioni, le opinioni o lo stato sociale. Gesù accetta tutti senza giudicare, con il solo desiderio di annunciare l’amore di Dio.

Carissimi, soffermiamoci brevemente sulle prime due parabole, perché la terza del Padre misericordioso è già nota e ci capita spesso di meditarla: la pecora e la moneta perduta. Notiamo come simbolici dell’agire di Dio sono alcuni comportamenti umani che talvolta ci possono scandalizzare. Che senso ha abbandonare le 99 pecore per cercarne una sola? Oppure che senso ha sprecare tanto tempo ed energie per una monetina? Questo è l’agire di Dio che viene descritto con due verbi: il perdere e il ritrovare. In queste parabole viene narrata la sollecitudine di Dio per ogni persona dentro le situazioni normali della vita. Ci possono essere tante cause o situazioni per le quali si possa perdere qualcosa: la superficialità, la mancanza di custodia, la confusione tra l’essenziale e il superfluo o un eccessivo individualismo. In ogni caso Gesù ci ricorda che quando si subisce una perdita è sempre necessario reagire, non chiudersi nel proprio io o nella propria tristezza. Importante è mettersi in cammino, uscire e andare alla ricerca, andare verso l’altro, fidandosi dell’amore che porta speranza e gioia. È una dinamica del cuore grazie alla quale è possibile ritrovare e salvare ciò che era perduto. È Dio che fa nuove tutte le cose invitandoci ad entrare in questo dinamismo di relazione.

Carissimo Pasquale, anche a te il Signore si è fatto presente nella vita, ti ha chiamato e tu hai risposto al suo invito mettendoti alla sua sequela. Un cammino lungo e, talvolta, faticoso e irto di difficoltà, ma sempre illuminato dalla sua presenza, dal suo amore e dalla sua misericordia. La liturgia di questa domenica illumina e dà un significato ai passi che hai fatto e alla scelta che oggi ti accingi a compiere: accogliere il dono del ministero ordinato, nel primo grado del diaconato, in vista dell’ordinazione presbiterale. che ti accingi ad accogliere come dono del Signore in vista anche dell’Ordinazione presbiterale. nella Colletta della s. Messa, così abbiamo pregato: “Fa o Signore che ci dedichiamo con tutte le forze al tuo servizio per sperimentare la potenza della tua misericordia”. Mi scrivevi nella tua domanda: “Con l’Ordine sacro del diaconato intendo offrire la mia vita al servizio di Dio e della Chiesa”. Questa, caro Pasquale, sarà d’ora in poi la tua vita: una vita spesa per il Signore e per il popolo Santo di Dio; una vita che hai accolto e sperimentato come dono dell’amore e della misericordia di Dio, che tu ora desideri ridonare agli altri. Spesso papa Francesco ci ricorda che il ministero ordinato non è una dignità, un titolo onorifico o un modo per far carriera nella società e nella Chiesa. Così la Chiesa ci fa pregare nella della preghiera di ordinazione: “Sia pieno di ogni virtù: sincero nella carità, premuroso verso i poveri e deboli, umile nel suo servizio, retto e puro di cuore, vigilante e fedele nello spirito”. Da solo non potrai farcela. L’Ordine sacro ti inserisce in modo ancora più forte nella Chiesa e con il presbiterato farai parte di un presbiterio. Sei chiamato a testimoniare con la tua vita che il servizio è la parte fondamentale del ministero sacro e di ogni ministero. Un servizio che si innesta nell’amore misericordioso del Padre e nel sacrificio che Gesù ha fatto della sua vita per la salvezza dell’umanità. L’Eucaristia che sei chiamato a servire e a vivere come mi scrivevi, è diventata sempre più come una lente attraverso la quale vedere ed arrivare alla gente. Vivi sempre così il tuo servizio diaconale, amando e servendo le persone con il cuore, con una carica di amore, di perdono e di gioia che ti offre Gesù quotidianamente nell’Eucaristia.

Un saluto affettuoso a tua mamma, a tuo fratello con la sua famiglia e tutti i parenti. Saluto con affetto e riconoscenza le comunità che ti hanno accolto, prima fra tutte il seminario con i tuoi amici seminaristi ed educatori; le comunità parrocchiali di Sant’Agostino e Villanova e Giussago con i loro sacerdoti e i fedeli presenti alla celebrazione. La testimonianza della tua della scelta di vita sia di esempio per tanti altri giovani, perché qualcuno possa fare della propria vita un dono per l’annuncio del Vangelo anche ai nostri non facili giorni.

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo

Concattedrale Pordenone
11/09/2022