S. Messa festa della Natività della Beata Vergine Maria

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Omelia

Madonna delle Grazie, 8 settembre 2022

S. Messa festa della Natività della Beata Vergine Maria

Un saluto cordiale a tutti voi presenti provenienti da varie parti della diocesi e in modo particolare alla città di Pordenone, nella festa Natività della Beata Vergine Maria, patrona della città, ai sacerdoti concelebranti e all’Abate dei monaci Vallombrosani, alle autorità civili, il signor Prefetto, il Sindaco il Questore, e a tutte le autorità civili e militari presenti alla celebrazione. Questa festa non è solo religiosa, ma è anche festa della comunità civile della città di Pordenone.

Mancando nella Bibbia riferimenti diretti a questo evento, anche se la festa risale al VI secolo, la Liturgia della Parola ci propone alcuni brani che ci aiutano a comprendere e a dare un significato profondo alla nascita di Maria: essere la madre di Gesù e madre nostra. Per questo la Parola ci aiuta a concentrarsi su Gesù, lasciando quasi in secondo piano Maria. Capita spesso anche oggi, come nel passato, che tante madri brillano per la grandezza e per le opere dei loro figli. Il nome di Maria si perde in quel in quel lungo elenco della genealogia, così come Betlemme, definita nella prima lettura dal profeta Michea: “Così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà colui che deve essere il dominatore” (5,1). La genealogia, infatti, riguarda Gesù che nell’ultimo passaggio di generazione, ci ricordano che Giuseppe, pur non essendo padre naturale di Gesù, lo ha collegato alla dinastia davidica. Ma sotto questo elenco di nomi e di generazioni, emerge un altro aspetto, che è centrale nella storia della salvezza: fin dalla nascita, Dio non sceglie i migliori per entrare nel mondo, non si è costruito una generazione di santi, di puri o di impeccabili per entrare nella storia umana. La trama della storia e della vita umana, con le sue luci e ombre, non costituisce un ostacolo all’agire di Dio nella storia e nel mondo, perché “quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti” (1Corinzi1,27). Nella liturgia noi celebriamo alcune vicende umane di Gesù, di Maria e dei Santi per ringraziare il Signore perché, anche oggi, manifesta il suo amore e la sua forza straordinaria. Lo vediamo in ogni nascita, in ogni persona che viene alla vita. La nascita di Maria ci ricorda che anche la nostra vita fin dal suo inizio è un dono, portando in sé una promessa per il futuro, ricordandoci pure che siamo anche noi un’umanità piccola, all’interno di un fiume di storia che ci precede e ci sospinge. Un seme che saprà dilatarsi fino agli estremi confini della terra.

Questo modo di agire di Dio nella storia, ci ricorda che anche nelle situazioni più dolorose e complicate, Lui non ci lascia soli e non ci abbandona mai. Sappiamo che Dio non stravolge il corso della storia con una bacchetta magica, non interrompe i cicli e gli anni bui e dolorosi della vicenda umana. Sono tante le situazioni e gli esempi della storia passata e anche recente. In questi ultimi anni stiamo vivendo un periodo di crisi sociale, culturale, politica ed economica: il Covid che ha stravolto non solo il nostro stile di vita, ma anche le relazioni tra di noi. La guerra in Europa tra Russia e Ucraina, che sta provocando tantissimi morti e profughi e producendo una crisi economica con gravissime conseguenze sociali e un’incertezza per il futuro. L’agire di Dio nella storia ci sta aiutando a rileggere la pagina triste che proprio nella giornata di ieri la nostra Chiesa diocesana ha vissuto con l’assalto terroristico nella nostra missione diocesana in Mozambico a Chipene. Alle ore 21.00 di ieri sera, un gruppo armato è entrato nella missione sparando e bruciando la Chiesa, la casa dei padri e delle suore e tutte le altre strutture formative e catechistiche., comprese le automobili. Purtroppo una delle suore comboniane, suor Maria, è stata uccisa a bruciapelo. Le alte suore e i nostri due sacerdoti, don Lorenzo e don Loris, sono riusciti a fuggire e a mettersi in salvo.

La parola di Dio della festa di quest’oggi ci ricorda che siamo uomini e donne di speranza, perché non siamo soli e il Signore è sempre con noi. Una speranza che anche nelle situazioni di dolore, di sofferenza e di morte non ci abbandona e ci dà la forza di vivere e di andare avanti. È la speranza che ha consentito a san Paolo di ritenere che: “Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio … Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo” (Romani 8,28-29).

Maria ci è di esempio mostrandoci la strada per arrivare a suo figlio Gesù. Lei fin dalla nascita è stata legata a Dio in modo indissolubile, perché destinata a portare in grembo Gesù il figlio di Dio. Viviamo come lei, impariamo ad essere anche noi relativi a suo figlio Gesù. Se faremo quello che lui ci dirà, come ci ricorda il Vangelo, diventeremo portatori nel mondo di speranza e di gioia.

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo

Madonna delle Grazie - Pordenone
08/09/2022