Omelia S. Messa pellegrinaggio diocesano OFTAL – Grotta Lourdes 10 agosto 2017

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Omelia S. Messa pellegrinaggio diocesano OFTAL

Grotta Lourdes 10 agosto 2017

 

In questa celebrazione Eucaristica ai piedi della grotta di Massabielle, desideriamo cantare il nostro Magnificat, riconoscendo le grandi opere che Dio compie in ciascuno di noi. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza e il nostro affetto a tutti coloro – presenti o che portiamo nel cuore – che vivono in prima persona l’esperienza del dolore e della sofferenza e anche a tutti quelli che sono vicini ai malati e operano con competenza e dedizione.

In Maria, che oggi veneriamo con il titolo di Salute dei Malati contempliamo l’amore e la tenerezza di Dio nei confronti di ogni persona umana. Lei, serva fedele alla volontà del Padre, ci insegna la via per essere veri discepoli e credenti, capaci di accogliere e di custodire la Parola, per poi tradurla in servizio e cura verso chi è nel bisogno e nella sofferenza. Sappiamo bene che uno dei compiti fondamentali della vergine è di indicare a Gesù i bisogni dell’umanità e a noi il cammino per arrivare a Gesù e a vivere come Lui. Maria ha saputo fare vuoto dentro di sé per fare spazio a Dio. E quando Dio è dentro di noi, sentiamo subito una forza interiore che ci spinge ad andare e a portarlo agli altri. È quella sana inquietudine di molte persone che vengono qui a Lourdes per donare un po’ del loro tempo e della lor vita per servire chi soffre: andare per servire, andare per amare chi è nel dolore, accorgendosi delle sofferenze e delle necessità degli altri.

La pagina del Vangelo appena proclamata, ci fa vedere Gesù che, andando a Gerusalemme, si accorge di una folla di sofferenti che non riescono a salire al Tempio, di persone escluse, ai margini della società e scartate da tutti. Subito la sua attenzione si concentra su un malato da 38 anni e, pur trasgredendo la legge del sabato, lo guarisce. Mi soffermo su una annotazione del testo evangelico, sulla domanda di Gesù: “Vuoi guarire?” (Giovanni 5,6). La domanda, rivolta ad un paralitico, può sembrare quasi offensiva; certo che vuole guarire! Ma per Gesù, la guarigione aveva anche un altro significato; voleva che fosse un cambiamento totale della vita, un uscire da una logica assistenzialista per prendersi le proprie responsabilità e per accogliere la presenza del regno di Dio, di un Dio che sconfigge le tenebre e apre all’accoglienza della vita nuova e piena. La domanda di Gesù ha questo significato: “Te la senti di cambiar vita?”. Dalla risposta del paralitico si capisce che lui non era bloccato solo nel corpo, ma soprattutto nel cuore. Infatti, non era più capace di stare con gli altri, di accogliere il loro amore e la loro presenza; non aveva più la forza di reagire, tanto che appena guarito se ne va senza una parola, senza un grazie. Ma Gesù non lo abbandona e nel Tempio lo rincorre dicendogli: “Ecco che sei guarito, non peccare più” (Giovanni 5,14).

Carissimi, anche noi siamo qui per immergerci nel bagno della misericordia di Dio. Sentiamo allora rivolta a noi la domanda di Gesù: “Vuoi guarire?”. Ricordiamolo bene che Gesù ci guarisce solo se noi lo vogliamo, solo se mettiamo in gioco le nostre energie, le nostre qualità, solo se accettiamo di essere guariti interiormente e se ci mettiamo veramente a servizio di chi sta peggio di noi. Gesù sa che riprendere il cammino non è sempre facile. Per questo ci lascia liberi e ci ripete continuamente la domanda vuoi guarire, vuoi cambiare veramente vita?

C’è un episodio chiave nella vita di Bernardette che ci può aiutare a comprendere meglio il significato del racconto evangelico. Durante la terza apparizione, la Signora, parlando per la prima volta, dice a Bernardette: “Non ti prometto di renderti felice delle cose di questo mondo ma dell’altro”. Non è un presagio di sventura, ma la verità più bella e più grande: le cose di questo mondo non sono capaci di donarci la vera gioia e la pienezza della vita. La vita umana è un grande cammino verso una vita più bella, più piena e più grande. Al paralitico Gesù ha offerto non solo la guarigione fisica, ma anche quella spirituale, donandogli la possibilità di vivere una ‘nuova’ vita, più bella e più piena perché capace non solo di camminare ma di amare con un cuore grande e generoso.

Siamo qui, carissimi tutti, a contemplare il mistero di amore di Dio che in Maria ci offre una testimone di vita vissuta nell’amore totale e gratuito, nel pieno compimento della sua volontà. Chiediamo anche noi al Signore, per l’intercessione della Beata Verine Maria, Salus Infirmorum, la guarigione del cuore e una fede grande, che ci renda capaci di amare Dio e i fratelli. Chiediamo alla Vergine che ci conceda un cuore grande, un cuore che sa amare, un cuore che sa accogliere tutti, in particolare chi soffre.

 

                                                           + Giuseppe Pellegrini

                                                                       vescovo

Lourdes
10/08/2017
65100 Lourdes, Occitania Francia