Omelia S. Messa per il Convegno Regionale dell’Emigrante – Santuario Madonna di Rosa, San Vito 30 luglio 2017

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Omelia S. Messa per il Convegno Regionale dell’Emigrante

Santuario Madonna di Rosa, San Vito 30 luglio 2017

 

Un saluto cordialissimo a tutti voi partecipanti a questo incontro, in particolare ai due presidenti delle EFASCE e EFM, alle autorità civili e militari e a tutti i vostri gruppi. Desidero sottolineare la particolarità di quest’anno, importante e credo anche necessaria, che vede la collaborazione delle diverse realtà che si interessano degli emigranti friulani nel mondo. Nella visita che ho fatto in gennaio ai nostri corregionali in Australia, ho colto in molti di loro la gioia di essere ancora ricordati e visitati e anche l’apprezzamento per le attività che insieme facciamo per loro. Segno che è oramai giunto il tempo di collaborare sempre di più! Dialogando con loro ho constatato che nonostante l’emigrazione sia cambiata notevolmente dagli inizi, è ancora attuale e molti, purtroppo, anche oggi abbandonano le nostre terre per cercare lavoro e prospettive di vita migliori. Dobbiamo fare tutto il possibile per far sentire alle persone lontane, la nostra vicinanza e il nostro affetto. E’ un cammino iniziato da anni e che ora desideriamo continuare, mettendo insieme le nostre forze e attività.

La Parola di Dio che la liturgia della domenica ci offre, ci può aiutare a dare un significato ancora più bello ed efficace al cammino intrapreso, che possiamo raccoglierlo nell’esperienza del discernimento. Salomone, alla domanda del Signore: “Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda” (1 Re 3,5b), gli risponde: il discernimento per governare e un cuore docile per distinguere il bene dal male. E nel racconto delle parabole sul Regno, emerge l’atteggiamento deciso e sicuro del mercante e del pescatore che sanno ben distinguere, selezionare e scegliere ciò che è buono da quello che non lo è.

Anche nella situazione sociale e culturale dei nostri giorni, diventa sempre più difficile valutare con una certa sicurezza ciò che vale da ciò che non vale e, quindi, scegliere di conseguenza cosa fare e come comportarsi. E’ pur vero che ci sono tante posizioni e tante opportunità di scelta, ma perché una società o un gruppo possa funzionare, sia a livello personale che familiare, è necessario che si sappia sempre scegliere il bene ed evitare il male. Il discorso sull’arte del discernere e in particolare sui criteri e sulle regole per un retto discernimento si colloca in un terreno minato, perché c’è confusione circa lo stesso termine “discernimento”: oggi si usa molto, ma probabilmente anche se ne abusa; sembra essere una parola di moda. I motivi per cui se ne parla in modo ampio e diffuso sono reali e oggettivi: oggi, a tutti i livelli della vita, si pongono problemi di sintesi; c’è necessità di integrare sempre più nella vita spirituale la dimensione della storia e dell’esperienza concreta; si vuole non separare la teoria dalla prassi e si vuole, pertanto, vivere la propria vita spirituale con la coscienza che la vita spirituale non sta in speculazioni quanto piuttosto nella decisione della libertà che in ogni circostanza concreta, esistenziale, sceglie e compie la volontà di Dio. Di qui la necessità di arrivare a scoprire questa volontà di Dio nel concreto, di ricercarla e di avere il discernimento che ci aiuti in questo nostro tempo di operare in ogni circostanza concreta quello che ci conviene fare, quello cioè che ci realizza concretamente in rapporto a Dio e al significato ultimo della nostra esistenza.

Nelle parabole ascoltate, Gesù ci offre alcuni elementi per un buon discernimento. Nella vita non è tutto uguale. Ci sono elementi che sono più importanti di altri. C’è un bene e c’è un male. Non si può omologare tutto e affermare che tutte le cose hanno lo stesso valore. Gesù ci ricorda che il saggio sa utilizzare cose nuove e cose antiche. Importante e necessaria è l’esperienza della vita. Infatti ci sono alcuni aspetti, proprio perché già sperimentati, che ci dicono che alcune scelte portano nella direzione sbagliata. Questo ci permette di non ricadere sempre nello stesso sbaglia. L’ultimo aspetto che desidero ricordare per un buon discernimento è il dono della Parola di Dio che il Signore ha posto nelle nostre mani. Se ci mettiamo in ascolto del Signore che ci parla con la sua Parola, siamo certi che Lui ci trasmette la sua volontà, quello che è più giusto per noi, anche se talvolta è difficile da attuare, suggerendoci anche le opportunità e la via giusta per arrivarci.

Carissimi, il nostro trovarci tutti insieme, sia per un momento conviviale e soprattutto per celebrare l’Eucaristia, è il frutto di un discernimento della volontà del Signore che ci chiama ad essere segno e testimoni di comunione e di fraternità tra di noi, per creare comunione e unità anche con i nostri corregionali all’estero. Pur con modalità e stili differenti, è importante che ci presentiamo insieme, proprio perché abbiamo la stessa fede nel Signore Gesù e lo stesso desiderio di essere loro vicini, portando il calore delle nostre terre e l’affetto per tutti loro. Il Signore accompagni e benedica questi sforzi comuni, certi che nella comunione e nell’amore vicendevole sta l’aspetto più qualificante dell’esperienza cristiana e della nostra fede.

 

Buona festa a tutti.

 

                                               + Giuseppe Pellegrini

                                                           vescovo

San Vito al Tagliamento
30/07/2017
33078 San Vito al Tagliamento, Friuli Venezia Giulia Italia