Omelia S. Messa Rito di Ammissione e inizio anno vita comunitaria – Seminario Pordenone 7 ottobre 2019

condividi su

Omelia S. Messa Rito di Ammissione e inizio anno vita comunitaria

Seminario Pordenone 7 ottobre 2019

 

 

Quante volte la Liturgia ci ripropone il testo della Annunciazione. Testo coinvolgente e nello stesso tempo essenziale, che ci aiuta a penetrare il mistero, il mistero più grande e più imperscrutabile, perché ci porta alla contemplazione di Dio stesso, della sua modalità di intervento e di azione con l’umanità. E’ una modalità che parte da lontano, dalla fedeltà di Dio fin dalla creazione dell’uomo e della donna; dalla fedeltà di Dio anche quando l’uomo ha rotto l’alleanza con Lui: una fedeltà che diventa per noi una promessa. In questa celebrazione desidero richiamare due aspetti che sono presenti nel racconto dell’Annunciazione e che Maria ha accolto e vissuto in pienezza: la gratuità e il coraggio.

Il primo è la gratuità di Dio. Dio passa continuamente nella storia e nella vita delle persone. Passa in maniera inattesa, capovolgendo la logica i criteri umani. Dio è passato anche nella vita di Maria, e Lei, con trepidazione, ma anche con fede e coraggio ha esclamato: “Nulla è impossibile a Dio” (Luca 1,37). Come Maria, così anche noi siamo raggiunti dalla presenza e dall’amore di Dio. Non sempre ce ne accorgiamo, non sempre siamo in grado di riconoscere, di ringraziare e lodare il Signore per i suoi doni. Nessuno può salvarsi da solo. L’unico che ci salva è il Signore, perché tutto è grazia, tutto è dono suo. Spesso, però, viviamo in un contesto molto diverso, dove tutto sembra esser dovuto. Facciamo fatica pensare ad un dono offerto gratuitamente. Gli spazi della gratuità si stanno riducendo drasticamente nella società di oggi. Siamo anche noi, talvolta, convinti che non si può più dare qualcosa gratuitamente, senza un secondo fine. E quando questo avviene, si è portati a dare poco valore al dono ricevuto. Dice papa Francesco che la gioia del dono gratuito è l’indicatore della salute del cristiano. Carissimi seminaristi, all’inizio di questo nuovo anno scolastico vi invito a considerare e a riconoscere la gratuità di Dio nella vostra vita. Domandatevi: quando Lui passa ve ne accorgete?

Il secondo aspetto è il coraggio: coraggio di dire di sì, coraggio di donarsi a Dio anche quando non è tutto chiaro e coraggio con se stessi per essere sempre se stessi e non nascondersi dietro falsi paraventi. Quanta paura abbiamo, talvolta, di conoscerci fino in fondo, che qualcuno entri nella nostra intimità aiutandoci a comprendere qualche aspetto oscuro o faticoso della nostra vita. E’ l’unico modo per arrivare ad una piena e vera maturazione umana, affettiva, cristiana e ministeriale. Uscite dal vivere come routine le vostre giornate e le vostre attività. Non è solamente nel fare pastorale, ma è prima di tutto esistenziale. Scegliete con coraggio la vostra vita, scegliete con coraggio la vostra scelta vocazionale. Nella lettera del Santo Padre Francesco ai sacerdoti in occasione del 160° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars, leggiamo: “Mio grande desiderio, facendomi eco delle parole di san Paolo, è di accompagnarvi a rinnovare il nostro coraggio sacerdotale, frutto soprattutto dell’azione dello Spirito Santo nelle nostre vite. Di fronte a esperienze dolorose, tutti abbiamo bisogno di conforto e incoraggiamento. La missione a cui siamo stati chiamati non implica di essere immuni  dalla  sofferenza,  dal  dolore  e  persino  dall’incomprensione;  al  contrario,  ci  chiede di affrontarli e assumerli per lasciare che il Signore li trasformi e ci configuri di più a Lui. In ultima analisi, la mancanza di un riconoscimento sincero, sofferto e orante dei nostri limiti è ciò che impedisce alla grazia di agire meglio in noi, poiché non le lascia spazio per provocare quel bene possibile che si integra in un cammino sincero e reale di crescita”. Carissimi, non aggrappatevi ad una tristezza dolciastra, che è l’accidia. La tristezza paralizza il coraggio di agire, di pregare, rendendovi anche antipatici. Una tristezza che rende sterili i tentativi di conversione. Maria ha avuto il coraggio di uscire da questi schemi, fidandosi di Dio e pronunciando con coraggio il suo sì.

Oggi Pasquale dice ufficialmente il suo primo “sì”, con il Rito di Ammissione tra i candidati al Diaconato e Presbiterato, consapevole che è un sì, carico di impegno e coraggio. Nella preghiera di benedizione, chiediamo al Signore che Pasquale, intimamente unito a Cristo sommo sacerdote, perseveri nella vocazione per diventare apostolo del Vangelo. Mentre Lorenzo, Andrea, Marco e Riccardo, iniziando il cammino del Seminario Maggiore, con uno scritto ufficiale si impegnano a vivere con intensità e con passione la vita comunitaria, come preziosa opportunità di formazione e di maturazione. Michael, Davide e Matteo si accostano alla Comunità vocazionale per iniziare un cammini di discernimento vocazionale.

Carissimi seminaristi, educatori e professori, auguro che il cammino formativo del seminario, sia per tutti voi e anche per me, una bella occasione per rafforzare il nostro amore al Signore e alla Chiesa, consapevoli che Lui è sempre con noi e guida i nostri passi. Buona strada.

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Pordenone
07/10/2019
Via Seminario, 33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia