S. Messa di misericordia, consolazione e liberazione

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Omelia S. Messa di misericordia, consolazione e liberazione

Santuario Madonna delle Grazie, Pordenone 12 febbraio 2020

 

A distanza di un anno torno volentieri a pregare insieme con voi, invocando il dono dello Spirito Santo, perché illumini il cammino che stiamo facendo e ci sostenga nelle varie prove e difficoltà che incontriamo, nella certezza che il Signore Gesù, vivo e risorto non ci abbandona mai. Le parole che Gesù ci ha detto nel Vangelo appena proclamato, sono preziose perché ci aiutano a mettere un po’ di ordine nella nostra vita. Siamo, infatti, anche noi spesso convinti che sia la realtà che ci circonda a determinare la nostra gioia o la nostra infelicità e che tutto quello che ci capita dipenda dagli altri. Perfino il male stesso che dobbiamo combattere, talvolta pensiamo che sia prodotto dal male che ci fanno gli altri. Invece, facciamo fatica ad accorgerci che la radice del male che ci affligge è dentro di noi e parte dal nostro cuore.

Ciò che esce dall’uomo – ci dice il Vangelo – è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (Marco 7,20-21). È positivo che la società di oggi favorisca la pulizia e l’igiene personale, per paura di prendere infezioni, malattie o qualche batterio; ma è altrettanto importante per noi considerare che, è ben più grave e dannoso il male che esce da noi, tutte le cattiverie e le malvagità che escono dal cuore della persona umana. Gesù non vuole abolire la necessità della purificazione, ma ne parla in un altro senso. Le molte osservanze esteriori possono far dimenticare ciò che più conta: la rettitudine, la giustizia e l’amore. Gesù, sappiamo bene, combatte ogni forma di ipocrisia: curare l’esterno e dimenticarsi dell’interno, di quello che c’è dentro di noi. È necessario, allora, strappare dal nostro cuore gli idoli e le vanità, per avere un cuore docile, capace di conoscere Dio, il vero Dio, di discernere il suo volere e di scegliere, in ogni circostanza, sempre la sua volontà. Per vivere bene, in altre parole, per possedere dentro di noi la vera gioia e felicità, non è necessario avere le mani pulite, ma l’igiene del cuore, essere cioè, capaci di rendere puro il nostro cuore.

Queste parole, stasera, Gesù le rivolge a ciascuno di noi, a noi del XXI° secolo, non per invitarci ad essere attenti alle tradizioni esteriori, quanto per ricordarci che il male che spesso ci assale e ci avvolge, ha la sua origine e parte dal profondo di noi stessi, del nostro cuore malato e chiuso all’amore. Non è importante apparire esternamente buoni e preoccupati delle persone, quando dentro di noi coltiviamo odio, rancori e divisione. Quello che più conta è essere noi stessi, uomini e donne fragili e peccatori, pieni di ansie, dubbi e paure, ma aperti all’amore e alla misericordia del Padre e desiderosi che Lui ci consoli e ci liberi da ogni male e tormento. Quando ci comportiamo male con gli altri, significa che il nostro cuore è malato e impenetrabile all’incontro vero con il Signore. Se vogliamo stare un po’ meglio, il primo peccato da combattere è l’ipocrisia. L’atteggiamento ipocrita ci porta a non essere noi stessi, a dare agli altri una falsa immagine di noi, mostrando quello che non siamo. In questo modo non sarà mai possibile costruire relazioni vere e profonde né tra di noi, né con la guida spirituale, né con il Signore. Ci salveremo e saremo liberati dal maligno, solo se saremo capaci di guardare dentro di noi, di essere noi stessi e di aprirci fiduciosi all’amore di Dio.

Carissimi, se volete combattere e sconfiggere il male, qualsiasi nome abbia, satana, diavolo, maligno, la prima cosa che siamo chiamati a vivere è di curare la nostra interiorità. Non è un cammino facile, perché richiede spesso un combattimento spirituale. Il libro dell’Apocalisse presenta la storia del mondo e dell’umanità come una grande lotta, un vero e proprio combattimento: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. E il grande drago, il

serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli” (12,7-9). È una lotta che siamo chiamati anche oggi a combattere, perché l’avversario, Satana, ci insidia continuamente perché vuole che ci opponiamo al Signore e alla sua Chiesa, tentandoci e seminando divisione tra di noi e con le persone che ci stanno attorno. Le vie del male che Satana usa per sedurci e per toglierci la serenità e la pace dentro di noi sono il degrado fisico e morale, che ci porta alla distruzione di noi stessi e degli altri, fino alla morte. Significativo quello che Pietro, il primo papa, dice ad Anania nel libro egli Atti: “Anania, perché Satana ti ha riempito il cuore, cosicché hai mentito allo Spirito Santo?” (5,3); lo stesso Satana che aveva messo in cuore a Giuda di tradirlo (cfr. Giovanni 13,2). C’è una versione di questo episodio, riportata in qualche codice antico, che dice: ‘quando il diavolo aveva messo nel suo cuore che Giuda tradisse Gesù’. Interessante, perché ci dice più espressamente che il desiderio e lo scopo di Satana è che noi tradiamo il Signore. La lotta tra Cristo e Satana, lotta che ci sarà fino alla fine del mondo, è la lotta tra la luce e le tenebre per il cuore dell’uomo!

Gesù ha vissuto e ha vinto ogni tentazione, è salito sulla croce perché dalla croce viene la guarigione. Con il dono dello Spirito Santo, per mezzo del quale l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori (cfr. Romani 5,5), Gesù ci rende capaci di essere nel mondo segno del suo amore e della sua misericordia, che dà sollievo anche alle ferite più dolorose. La Chiesa ci aiuta e ci insegna a difenderci dalle tentazioni, invitandoci alla vigilanza. Le opere che ci suggerisce per stare in guardia dal nemico, sono la preghiera costante e fedele, il prolungato ascolto della Parola di Dio, la partecipazione frequente alla Santa Messa, il sacramento della Riconciliazione, l’adorazione Eucaristica, il santo rosario, il digiuno e le opere di carità. La lotta contro santa non è finita … ma attenti a non cadere nella trappola e seguire false strade per vincere il maligno. Ricordiamolo bene che Gesù ha detto: “Come può Satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi” (Marco 3, 23-24). Purtroppo, molti, moltissimi, si illudono di vincere Satana ricorrendo a Satana, perché si recano da persone che si ritengono ‘esorcisti’ ma non lo sono, perché privi del mandato della Chiesa. State attenti, perché è un andare in casa del demonio! Papa Francesco, in una omelia a Santa Marta di qualche tempo fa, così si è espresso: “Il diavolo è

«rabbioso», è «pericoloso», è un condannato già «sconfitto» ma proprio per questo bisogna evitare ogni contatto e stare attenti ai suoi «colpi di coda» che possono essere mortali. Al diavolo «non bisogna avvicinarsi mai», «non dialogare» con lui, non interagire in alcun modo. Il demonio «è un condannato, è uno sconfitto, è un incatenato che sta per morire», ma «è capace di fare delle stragi». Si traveste da angelo di luce, ma è «un angelo di ombra, un angelo di morte». (Vatican Insider, 08/05/2018).

Signore, donaci la luce e la forza per ripartire dalla nostra interiorità, per fare del nostro cuore purificato e libero, la bussola per orientare tutte le nostre scelte. Aiutaci a vincere il male e il maligno che è dentro il nostro intimo più profondo e ci circonda, cercando di attirarci nella sua rete e di conquistare la nostra anima. San Michele arcangelo, difendici nella lotta. Sii il nostro sostegno contro le malvagità e le insidie del diavolo. Con la potenza divina caccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano nel mondo per la perdizione delle anime. Amen.

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Marsure
12/02/2020
33081 Aviano Marsure, Friuli Venezia Giulia Italia