Omelia S. Messa Rito di Ammissione tra i candidati al Diaconato e Presbiterato
Concattedrale san Marco, Pordenone 7 ottobre 2020
Un saluto cordiale ed affettuoso a tutti voi presenti a questa liturgia eucaristica per il Rito di Ammissione di 5 giovani del nostro seminario: Alex, Riccardo, Riccardo, Diego e Luca. Un saluto particolare ai loro genitori e parenti, ai gruppi parrocchiali che vedo numerosi, accompagnati dai sacerdoti e al caro seminario. Questi nostri amici da qualche anno hanno iniziato la loro formazione in seminario, camminando verso il sacerdozio ministeriale e ora, sotto lo sguardo della Beata Vergine Maria, nostra madre, pronunciano pubblicamente il loro primo “Eccomi” a Dio che li chiama a mettersi a servizio del mondo e delle Chiesa.
È bello e significativo che il Rito di Ammissione quest’anno si celebri nella festa della Madonna del Rosario, il 7 ottobre. Inizialmente questa festa era dedicata a Santa Maria della Vittoria, che celebrava la liberazione dei cristiani e dell’Europa dai Turchi, nella battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571. Papa Pio V attribuì la vittoria a Maria, aiuto dei cristiani. Successivamente la festa fu dedicata al santo Rosario, una catena di grazie e di doni che ci legano strettamente tra di noi e, attraverso Maria, al Signore Gesù Cristo. La parola di Dio appena proclamata, cari amittendi, vi aiuta a comprendere ancora di più il passo che state compiendo.
Il racconto della Pentecoste ci offre l’ultima testimonianza relativa alla vita di Maria. Con la Chiesa degli inizi, Maria è raccolta in preghiera nell’attesa dello Spirito Santo. Dopo i tristi eventi della passione e morte di Gesù e dopo la sua risurrezione, Maria non si isola, non fugge come hanno fatto altri, ma assiduamente persiste nella vita fraterna e nella preghiera. Sono due aspetti non solo importanti ma necessari per l’essere e l’essenza della Chiesa, per la sua identità di ieri e di oggi. Carissimi amittendi, sono anche per voi i due riferimenti indispensabili nel cammino di formazione per diventare, un domani, ministri ordinati nella Chiesa, testimoni dello stile di vita di Gesù. Maria è concorde, unanime con i discepoli e con la comunità cristiana primitiva, condividendo la vita e la preghiera e facendosi serva di tutti. Maria vive la comunione fraterna, necessaria nel cammino di sequela di suo figlio Gesù. Sequela e comunione fraterna sono inseparabili. Non si può essere discepoli del Signore se non si accetta di vivere insieme agli altri, di sperimentare la fraternità come ‘luogo’ necessario per il discepolato. Una comunione che anche voi siete chiamati a vivere, fin da ora in seminario e poi per tutta la vostra vita. La vita di seminario è importante, ma non è il fine del cammino. Le comunità cristiane di provenienza e le comunità cristiane dove esercitate il servizio pastorale non sono solamente un banco di prova, non state facendo il tirocinio per prepararvi meglio al ministero. Ora, dove vivete, siete chiamati a dare tutto voi stesso, condividendo la fede, la preghiera e l’amore verso gli altri. Nelle vostre comunità cristiane siete chiamati a donarvi totalmente, a mettervi in gioco offrendo il meglio di voi stessi, condividendo le gioie e le difficoltà della vita, e soprattutto condividendo in pienezza la vostra umanità. Fatevi tutto a tutti.
La pagina di Vangelo, il racconto dell’Annunciazione, vi aiuta ancora di più a considerare più attentamente la scelta che oggi state compiendo, anche perché non sempre e non tutti comprendono appieno il significato del Rito di Ammissione, all’interno del progetto formativo del seminario e del cammino che state vivendo. Possiamo definire il vangelo di oggi il racconto della chiamata, della vocazione di Maria. Ho letto con molto interesse le lettere che mi avete inviato che descrivono il cammino vocazionale che vi ha portato a chiedere l’Ammissione. Come ogni chiamata, anche quella di Maria deve sempre tener conto della progettualità dei due soggetti coinvolti: Maria e Dio; voi (tutto noi) e Dio. L’evangelista Luca ci narra che Maria aveva già un suo progetto di vita, dopo aver compiuto un primo discernimento: “Promessa sposa di un uomo della casa di Davide” (1,27). Ma aveva fatto non una scelta esclusiva, perché sempre attenta e aperta alla chiamata e al progetto di vita che Dio aveva su di Lei. La parola di Dio si fa sempre compagna di viaggio di chi è in ricerca. E chi nella vita è in ricerca, rimane attento alla voce del Signore. Maria aveva orientato la sua vita al Signore, lo aveva accolto e ascoltato … sempre però in cammino, sempre attenta alla sua voce e alla sua presenza. Lo testimoniano le domande che coraggiosamente rivolse all’Angelo (cfr. 1,29.34).
Carissimi, è la stessa esperienza che state vivendo anche voi amittendi. In questi anni avete avuto tante idee, progetti e sogni … che man mano si sono rafforzati e concretizzati. Non siete ancora davanti al progetto e alla scelta definitiva, avete ancora qualche anno di formazione da vivere. È un progetto, come lo definisce la Chiesa, tendenzialmente definitivo, che tende verso la scelta di consacrazione definitiva sempre, ma che ora si è fatto più chiaro e che scegliete con tutte le vostre forze. Una scelta che inizia con un vostro SI, deciso e convinto, che vi appassiona e che coinvolge la vostra vita, la vostra umanità e il vostro spirito.
Ma perché l’accoglienza della Parola sia feconda e porti frutto, è necessario, come ha sperimentato e vissuta Maria, che diate spazio, prima di tutto, all’ascolto della Parola. Davanti a Dio è chiesto al discepolo la sapienza del cuore; di un cuore che sa ascoltare, perché solo l’ascolto apre all’incontro vero con il Signore. Un ascolto della Parola e non di se stessi. Quanto è difficile, anche ai nostri giorni, svestirci dell’egoismo, di quello che piace o che fa star bene, e con obbedienza e umiltà lasciare spazio al Signore che parla, che entra nella profondità del cuore e indica la via della vera felicità e della gioia. Un ascolto che deve avvenire nella quotidianità della vita, nell’oggi, perché capace di incarnarsi e di sentire le grida e le necessità dell’umanità.
Solo così, cari amittendi, potrete vivere e valorizzare al meglio gli anni della formazione che vi rimangono, per prepararvi ad essere i pastori di domani, i pastori di una Chiesa che pur tra le fatiche, le difficoltà e gli scandali, come stiamo assistendo, è e rimane sempre sale e luce del mondo. Ad una sola condizione: ascoltare e seguire il Signore Gesù.
Buon cammino.
+ Giuseppe Pellegrini vescovo