Solennità del Natale

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Omelia solennità del Natale

Pordenone, 25 dicembre 2020

 

SEMINATORI DI SPERANZA

Carissimi, quanto sentiamo vera anche noi, in questo inedito Natale 2020, la profezia del profeta Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce … perché un bambino è nato per noi” (Isaia 9,1.5). L’immagine dell’opposizione tra le tenebre e la luce è cara alla tradizione cristiana per illustrare il significato della nascita di Gesù ed è pure rilevante per aiutarci a comprendere più profondamente il nostro cuore e vivere serenamente questo tempo non facile. Sono parecchi mesi che viviamo nella paura e nell’angoscia provocata da un virus subdolo e aggressivo che ci toglie la speranza di un futuro migliore. Il profeta Isaia aveva davanti agli occhi le lunghe colonne di prigionieri, paurosi e sconsolati, deportati in massa verso la terra d’esilio. Nonostante questa situazione, Isaia fonda la promessa della liberazione sull’amore di Dio verso il suo popolo che ama e non vuole abbandonare. La nascita di un discendente regale sarà il segno dell’amore provvidente e fedele di Dio alle sue promesse. La forza liberatrice di Dio irrompe nella notte tra le macerie umane, facendoci vedere che Lui è la luce che illumina il cammino della vita dell’umanità. Contro gli scoraggiati e gli scettici che riponevano le loro speranze nelle alleanze terrene, il profeta richiama alla fedeltà all’alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo.

Il racconto della nascita di Gesù si inserisce in questa prospettiva. L’annuncio degli angeli ai pastori è la buona notizia di Dio all’umanità, che vince la paura, dona la gioia e apre alla speranza. “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia … oggi è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore” (Luca 2,10-11). Un bambino che assume pienamente la nostra umanità, come scrive Giovanni nel prologo del suo Vangelo: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (1,14). Per comprende e vivere in profondità il Natale è necessario accostare questi due testi, altrimenti si corre il rischio di uno sterile sentimentalismo che ci fa smarrire il vero significato della festa: Dio, l’onnipotente, in Gesù entra nella storia del mondo assumendo la condizione di fragilità, di limite e di vulnerabilità della condizione umana. Dio si consegna alla nostra attenzione con una presenza debole, entrando in punta di piedi, senza imporsi e senza chiasso, anzi rischiando, com’è successo, di non essere conosciuto e compreso: “Venne fra i suoi e i suoi non l’hanno accolto” (Giovanni 1,11). Il Natale è la festa dell’amore gratuito di Dio, l’infinito che si è fatto vicino a noi legandosi per sempre, perché non ci smarriamo e non perdiamo la via che conduce alla gioia e alla felicità.

Carissimi tutti, lasciamoci per un attimo avvolgere dalla luce che promana dalla grotta di Bethleem e contempliamo l’amore di Dio per noi. Al centro sta Dio con le sembianze di un bambino, simile ad ogni bambino e ai tanti bambini che lontano dai riflettori iniziano la loro vita nelle periferie del mondo dove ci sono ancora guerre, malattie e povertà. Tutti desideriamo un po’ di luce, soprattutto in questi tempi non facili. Pensavamo di trovarla nelle luci sfavillanti delle pubblicità natalizie, nelle vetrine luccicanti o nei veglioni di fine anno. Quest’anno non sarà così! Ma noi cristiani abbiamo una luce molto più forte e significativa. Diceva papa Leone Magno nel sermone 27: “Lascia pure che la luce del corpo celeste agisca sui sensi del tuo corpo ma con tutto l’amore infiammato dell’anima tua ricevi dentro di te quella luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo”. È la luce e la grazia di Dio che ci aiutano a rileggere la storia del mondo e la nostra storia personale da un’altra prospettiva e, come ricorda san Paolo, portano la salvezza per tutti, insegnandoci a rinnegare l’empietà e i desideri mondani per vivere con sobrietà e giustizia (cfr. Tito 2,11-12). In particolare, in quest’anno siamo invitati ad assumere un nuovo stile di vita, più sobrio e più attento alle tante situazioni di povertà che ci sono nel nostro territorio e che il Covid ha aumentato ma che talvolta ci ha fatto dimenticare. Pensiamo ai tanti ammalati, anche di gravi malattie, che non possono essere curati adeguatamente o alle tante povertà, economiche e sociali, che affliggono la società. “Se la nascita di Gesù – ci ha ricordato domenica scorsa papa Francesco – non tocca la nostra vita, passa invano”.

Il Natale inedito che viviamo quest’anno, può diventare per tutti un’occasione per trovare un po’ più di tempo per entrare dentro noi stessi e per confrontarci con le nostre attese e aspirazioni più profonde, per ascoltare la voce del Signore che ci parla. La luce, il messaggio di amore, di pace, di speranza e di gioia che promanano dalla grotta di Betlemme, è per tutti, nessuno escluso, credenti e non credenti, e ci apre la strada per una vita più serena e per vivere con più coraggio questi giorni. Non abbiate paura! L’amore è più grande del male e della sofferenza. Ce lo testimoniano i medici, infermieri, operatori sanitari, i tantissimi volontari che rischiano la vita per assistere chi è ammalato e chi soffre negli ospedali e nella case di riposo; le famiglie e gli insegnanti vicini ai più giovani, quanti si prendono cura degli anziani; i sacerdoti che con pazienza si mettono in ascolto e aiutano chi vive momenti di fatica; i vicini di casa che fanno la spesa per gli altri… tanti piccoli o grandi gesti che ci fanno vedere quanto l’amore sia vivo e presente.

Lo so che non è facile quest’anno scambiarci gli auguri di Buon Natale; ma mai come quest’anno abbiamo bisogno di sentircelo dire. L’esperienza della pandemia ancora in corso – sono più di 10 mesi – ci costringe a chiederci cosa ci porterà di buono il 2021 e cosa noi potemmo offrire di buono agli altri? Non penso solo al vaccino che speriamo funzioni e che sia per tutti, anche per i paesi più poveri del mondo, ma penso soprattutto alla speranza che noi cristiani siamo chiamati a portare nel mondo con gesti concreti di amore e solidarietà. La venuta di Gesù ci spinge ad essere seminatori di speranza, portando a tutti la Buona Notizia che Dio ci ama e rimane sempre accanto a noi. In questo tempo siate vicini alle persone con il cuore, pregando per loro, riallacciando relazioni che si sono spezzate, pronti a riconoscere Gesù nelle persone più bisognose.

 

A tutti auguro un Santo Natale.

X Giuseppe Pellegrini, Vescovo

Pordenone
25/12/2020
33170 Pordenone, Friuli Venezia Giulia Italia