Solennità della Madre di Dio 54° giornata mondiale della pace

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OMELIA SANTA MESSA
SOLENNITÀ DELLA MADRE DI DIO
54° GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
LA CULTURA DELLA CURA COME PERCORSO DI PACE

Duomo di San Vito al Tagliamento, 01 gennaio 2021

Carissimi, iniziamo il nuovo anno con tanta speranza anche se siamo ancora immersi nella
tragedia del Covid che porta dolore, sofferenza e tanta paura dentro di noi, nelle nostre famiglie e in
tutto il mondo. Siamo qui raccolti in preghiera consapevoli che la gioia e la serenità non sono frutto
solamente dei nostri sforzi e delle nostre capacità, ma sono un dono di Dio da invocare e chiedere.
Infatti, per evitare il peggio non serve consultare l’oroscopo ma affidarsi a Dio che ci ama e che vuole
il nostro bene. “Ti benedica il Signore e ti custodisca … rivolga a te il suo volto e ti conceda la pace”
(Numeri 6, 24.26). Con questo augurio la Parola di Dio ci fa iniziare nel migliore dei modi il nuovo
anno, invitandoci ad accogliere la benedizione di Dio. Benedire significa donare agli altri la propria
forza. Con la sua benedizione Dio ci trasmette la sua potenza e il suo amore perché noi possiamo
vivere in pienezza la nostra vita, dentro la storia umana, diventando a nostra volta i suoi testimoni e
portatori nel mondo della sua benedizione.
È significativo iniziare il nuovo anno sotto lo sguardo e la protezione di Maria, venerata con
l’antichissimo titolo di Madre di Dio – Teotòkos – in sintonia con i nostri fratelli ortodossi. In questo
modo la Chiesa vuole mettere sotto la protezione di Maria il nuovo anno. Lei e la madre di Dio,
perché Gesù, il figlio di Dio, si è fatto uomo attraverso di Lei. Venerando Maria noi siamo invitati
ancora una volta a fissare il nostro sguardo su Gesù che ci offre la salvezza e l’amore. È lui che siamo
chiamati ad accogliere e seguire. La parola di Dio proclamata in questa festa, ci ricorda che con
l’incarnazione, Gesù entra nella storia e nella vita di un popolo, assumendone tutte le conseguenze.
“Quando venne la pienezza del tempo – dice san Paolo nella lettera ai Galati – Dio mandò il suo figlio,
nato da donna, nato sotto la legge” (4,4-5). Con l’incarnazione Gesù è entrato nel mondo e nella
storia, facendoli divenire tempo di salvezza per tutti. Anche il Vangelo odierno di Luca ci presenta
Gesù che sottomettendosi alla legge ebraica, gli viene affidato un nome. Per la cultura ebraica il nome
indica la realtà stessa, l’essenza della persona, la missione che Dio affida a ciascuno. Il nome Gesù
significa Dio salva, Dio è la mia salvezza. Nel testo di Matteo, con le parole dell’angelo a Giuseppe,
viene esplicitato il significato del nome di Gesù: “Lo chiamerai Gesù: Egli infatti salverà il suo
popolo dai suoi peccati” (1,21). Gesù è presentato al tempio per consacrare tutta l’umanità, per
accoglierci e per dare un significato pieno alla nostra vita. Attraverso Maria, Gesù è entrato nella
storia umana diventando nostro fratello. Gesù è il Dio con noi, colui che dall’interno ci conosce, ci
ama e vuole solo il nostro bene, vuole che noi siamo felici. Veramente quella gioia e quella felicità
che noi cerchiamo, il futuro che desideriamo più bello, ha un volto è un nome: Gesù. Gesù salva, lui
è il principe della pace.