VI Domenica di Pasqua

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Omelia VI Domenica di Pasqua (teletrasmessa)

Santuario Madonna di Strada, Fanna 17 maggio 2020

 

 

Carissimi, celebriamo l’Eucaristia in uno dei santuari mariani della diocesi: Madonna di Strada. Saluto, in particolare, tutti gli ascoltatori che sono collegati con noi. Questo santuario è uno dei santuari mariani più antichi del Friuli. Ne parla l’imperatore Ottone II nel 981. Il santuario è immerso in un’atmosfera di armonia, di serenità e di silenzio; un luogo che ci aiuta a ritrovare non solo ristoro nella fatica fisica, ma che ci sostiene e ci dà forza nel cammino della vita, soprattutto nei momenti più difficili, come questo che stiamo vivendo. Alzando gli occhi, il nostro sguardo è attratto dalla bellissima immagine di Maria con il bambino, opera del Pilacorte, alla fine del XV secolo. Gesù tiene tra le mani una pergamena con la scritta: “Ego sum via (Io sono la via)” (Giovanni 14,6).

È significativo celebrare in questo santuario, perché evoca il cammino che siamo chiamati a compiere nella vita. Nei mesi del tempo quaresimale e pasquale, segnati da un nemico invisibile, ma pericolosissimo, che ha fatto irruzione nella nostra vita scombinando i progetti e le abitudini, ci sentiamo fragili, paurosi e impotenti. Anche se i giorni più difficili sembrano passati e lentamente stiamo ripartendo, è necessario, soprattutto per i credenti, imparare ad essere sempre di più uomini e donne di speranza, grati per ciò che abbiamo ricevuto e consapevoli di quanto possiamo offrire, in pace con noi stessi, con gli altri, con la natura e con Dio. Il cammino è spesso considerato la metafora della vita. Gesù, in queste domeniche di Pasqua, ci ha invitato e ci invita anche oggi, a camminare insieme con Lui che si è fatto nostro compagno di strada, a non aver paura di percorrere il cammino verso la casa del Padre. Cammino che ci attrae e ci affascina, ma che, nello stesso tempo, ci preoccupa e ci spaventa. Non è sempre facile metterci alla sua sequela, accogliere con gioia il suo stile di vita, percorrere la via che Lui ci ha indicato per giungere a vivere la vita in pienezza e in abbondanza. Non è facile, anche perché le proposte che ci vengono fatte dal mondo, in apparenza sembrano più attraenti più facili delle proposte che ci fa Gesù.

La pagina del Vangelo di oggi ci porta il cuore del messaggio cristiano, indicando l’amore come la condizione per raggiungere la pienezza della vita e della felicità che tutti cerchiamo e desideriamo. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (v.15). Per essere felici non bastano tante regole o tante cose da fare, ma percorrere la via di Gesù e assumere il suo Vangelo. Spesso, nell’incontro fraterno che Gesù ha trascorso con i suoi discepoli nell’ultima cena, ci ha presentato l’unica condizione per essere suoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Giovanni 15,12). Il verbo amare, sovente, è legato all’osservanza dei comandamenti. La condizione per osservare i comandamenti è l’amore per lui e per i fratelli; così come l’amore, per essere vero, si manifesta nell’ascolto del Signore. Non si tratta di un amore puramente ‘romantico’, fatto di belle parole e di dolci sorrisi, ma dell’amore concreto, che si traduce in gesti di bontà, di solidarietà e di scelte concrete; di gesti forti che implicano una vita vissuta con responsabilità. L’amore vero è una questione seria, che ci porta a compiere scelte coraggiose, a livello personale, familiare e sociale. È un amore che Gesù ci ha dimostrato, salendo sulla croce e offrendo la sua vita per la nostra salvezza.

Qualcuno potrebbe pensare: Gesù ci propone un’impresa impossibile. Come si può amare così? Non ce la faremo mai! Carissimi, la nostra incapacità di amare non ci deve scoraggiare. Gesù non ci lascia soli: “Non vi lascerò orfani: verrò da voi” (v.18). L’orfano è colui che ha perso i legami generativi e non sa più come sostenere e alimentare la propria vita. Gesù ci promette lo Spirito Santo, che da ora in poi, ci legherà profondamente al Padre e al Figlio. Questo sarà possibile se noi lo accogliamo nel profondo del nostro cuore, entrando nella circolarità d’amore della Trinità. Accogliendo lo Spirito, noi riceveremo la forza di accogliere il Vangelo, di viverlo e di testimoniarlo agli altri. Se saremo capaci di partire sempre dall’amore, di non mettere al centro della vita noi stessi ma l’amore di Dio e dei fratelli, non rimarremo mai soli, perché Gesù è con noi, attraverso il dono dello Spirito Santo.

Da questa prospettiva, sentiamo ancora più vero l’invito che l’apostolo Pietro ci ha rivolto nella seconda lettura: “Pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto” (1Pietro 3,15-16). Di fronte alla fatica di vivere l’amore che ci ha testimoniato Gesù, di fronte alle esperienze di sofferenza e di dolore di questi tempi, nasce nel nostro cuore la paura: paura non solo del futuro, ma di non farcela, di non sentire più la presenza viva di Gesù, paura che Lui ci abbia abbandonati. San Pietro ci invita a non soccombere, a guardare dentro di noi in profondità, ad ascoltare la voce e la forza dello Spirito che Gesù ci ha promesso. Siamo invitati a fare esperienza viva dell’amore che Dio ha riversato nei nostri cuori per aprirci agli altri. L’unica possibilità che abbiamo per superare e vincere lo sconforto e la paura è uscire da noi stessi, testimoniare e annunciare agli altri l’amore di Dio per noi, facendoci dono per tutti. Rendere ragione della speranza in questo tempo di Covid-19, significa, concretamente, per noi credenti, rispondere ai bisogni e alle necessità delle persone, non con belle parole ma con scelte concrete di vita, come la carità, la misericordia, la solidarietà, l’ascolto e il dialogo; con l’affrontare le situazioni più difficili e le sofferenze della vita. senza mai imporre niente, senza arroganza e con dolcezza.

Carissimi, facciamo nostra, in quest’ultimo tratto di cammino prima della Pentecoste, la logica dell’amore: l’unica capace di cambiare il nostro cuore e di trasformare il mondo intero.

Buon viaggio a tutti e a tutte, accompagnati da Maria che cammina insieme con noi.

 

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Fanna
19/05/2020
Fanna, Friuli Venezia Giulia Italia