QUARESIMA

UN PANE PER AMOR DI DIO

PERCHÉ UNA COLLETTA QUARESIMA? COME È SORTA QUESTA INIZIATIVA “UN PANE per AMOR DI DIO?”

Nel febbraio del 1962 i Vescovi del Triveneto riuniti insieme emettevano un comunicato molto forte per invitare i cristiani delle proprie diocesi a vivere la Quaresima con uno stile totalmente diverso, evidenziando il cammino della carità, della condivisione con i milioni di poveri sparsi nel mondo. Così è nata la colletta “UN PANE PER AMOR DI DIO”. Una risposta alla situazione di fame e di miseria che negli anni ’60 si presentava grave. I vescovi hanno voluto sensibilizzare i fedeli ricordando loro che già nella prima comunità cristiana avveniva questo aiuto fra chiese sorelle.
“Racconta infatti San Luca negli Atti (11, 29-30) che durante la tremenda carestia che al tempo dell’imperatore Claudio colpì la Palestina, i cristiani di Antiochia decisero ciascuno a seconda delle proprie possibilità, di mandare soccorsi agli abitanti della Giudea, e affidarono a Barnaba e Saulo tale delicato incarico”.
La Quaresima è il tempo propizio che attraverso la Parola del Signore, la Liturgia, il cammino di riconciliazione, l’invito al digiuno, alla sobrietà, alla penitenza, tutto concorre a creare in noi un cuore aperto e sensibile alle necessità dei fratelli, non solo vicini ma anche lontani. Non vi chiediamo di rinunciare al necessario, scrivono i Vescovi, bensì di offrire il superfluo. Nella nostra giornata, a considerarla bene, ci sono, e non poche, occasioni di fare qualche piccola rinuncia; tradotte in moneta e raccolte insieme, potranno donarci la gioia di offrire una somma più che discreta per i fratelli lontani.
Diveniamo docili ministri della Provvidenza Divina noi, che la sperimentiamo nella sovrabbondanza dei suoi doni e delle sue grazie. A superare ogni ostacolo dettato da egoismo o da grettezza, a spronarci ad aprire cuore e borsa, risuona, pegno di eterna ricompensa, la parola di Gesù: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero ignudo e mi avete dato un vestito… tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me Venite, o benedetti dal Padre Mio… (Mt 25,34-36).
COSÌ È NATO IL SEGNO CHE ESPRIME CONDIVISIONE – SOBRIETÀ: IL SALVADANAIO, UN PICCOLO SEGNO CONSEGNATO ALL’INIZIO DEL CAMMINO QUARESIMALE, POSTO DAVANTI AI NOSTRI OCCHI IN FAMIGLIA PER NON DIMENTICARE, MA SOLO PER ESPRIMERE SOLIDARIETA’ CON I POVERI LONTANI.

GLI STRUMENTI PER LA QUARESIMA DI SOLIDARIETÀ.
Un segno della Quaresima è la solidarietà con i nostri missionari, espressione della comunione della nostra chiesa con le loro chiese, della nostra gente con la loro gente.
Dal Centro Missionario Diocesano vengono proposti dei PROGETTI con i quali la nostra diocesi mantiene vivo il legame con i nostri missionari.
Viene proposta una locandina che facilita il ricordare-tenere viva la memoria degli impegni Quaresimali: questo manifesto può essere dunque fissato in vari ambienti.
Può essere richiesto un foglio con i progetti missionari.
È reperibile il salvadanaio, strumento già conosciuto. Si invita a consegnarlo a ciascun gruppo attivo in parrocchia, oltre che a quelli della catechesi, e a distribuirlo nelle case agli ammalati. Inoltre, consegnarlo in un momento dedicato, magari inserito nella Celebrazione del mercoledì delle Ceneri o nella messa della Prima domenica di Quaresima, può diventare un modo per coinvolgere tutta la comunità. Si possono poi invitare le famiglie a porre il salvadanaio in un punto significativo della casa, come segno di condivisione. La restituzione potrebbe avvenire all’interno del triduo pasquale, valorizzando il momento.