Quaresima Missionaria 2017

Carissimi
la Quaresima come tempo di ritrovare se stessi in Dio e ritornare a creare relazioni nuove con gli altri ha un suo impatto forte per il cristiano. Se poi, accanto a questo, vogliamo che queste relazioni con la parola di Dio e con i fratelli, in particolare i più bisognosi, diventino condivisione, allora comprendiamo il perché di questi progetti missionari.
Non è la semplice elemosina ma è il camminare, il pensare ogni giorno, per ben 40 giorni, assieme ai nostri fratelli e sorelle missionari e alla gente con la quale vivono, aiutandoli con generosità a realizzare un progetto.
Un “Pane per amor di Dio”, renderà la nostra preghiera e le nostre liturgie ricche di solidarietà. Buona Quaresima a tutti.
 

+ Giuseppe Pellegrini Vescovo
 
 
Presso l’Ufficio sono disponibili i salvadanai, i depliant e le locandine informative per la raccolta “Un pane per amor di Dio”.
 
 
PROGETTI CENTRO MISSIONARIO PROGETTO BOLIVIA CON PAULA E LINO VESCO. SOSTENIAMO L’OPERA EDUCATIVA TRA I RAGAZZI E I BAMBINI DONANDO UNA PIASTRA COPERTA MULTIUSO, PER LO SPORT E ALTRE ATTIVITÀ. Chi è questa coppia di missionari? Si può andare in missione anche come famiglia? Lino Vesco è originario di Concordia, Paula Battiston invece di Cordovado. Il 7 ottobre del 1992 decisero di andare in Bolivia come missionari laici a servizio del Vescovo di Santa Cruz de la Sierra. In Bolivia hanno incontrato il vescovo Mons. Tito Solari, di origini friulane, che ha affidato a loro la cura dei malati di tubercolosi, in particolare dei bambini; alcuni di questi, più tardi, entrarono a far parte della famiglia Vesco, perché adottati. La loro casa è diventata un punto di accoglienza, una casa famiglia, per alcuni ragazzi per un periodo limitato e per altri fino a raggiungere l’obiettivo proposto. Alcuni esempi: Marisol fu aiutata a laurearsi in psicologia, Ester in ginecologia, Josè Luis è diventato ingegnere informatico, altri ragazzi hanno compiuto la maturità, Lucas Andrès, che fu accolto quando aveva 18 mesi ora è diventato un loro figlio e frequenta la scuola media superiore. Un altro settore che interessa Lino è quello medico ambulatoriale. Attraverso l’Associazione Gruppo Bolivia viene dato un semplice compenso ad un medico che è a servizio del centro e Lino si incarica di procurare e distribuire le medicine. L’accoglienza ai ragazzi è data attraverso l’opera di Marisol e un medico spagnolo, Julian, che assieme al Vescovo cercano di creare un luogo di incontro e di riferimento per tutti questi ragazzi abbandonati a se stessi. Anche in questo settore operano i nostri missionari Lino e Paula. Don Roberto Battel e l’Associazione Gruppo Bolivia aiutano e sostengono questa coppia di missionari da oltre 20 anni. È bello e significativo che anche laici e famiglie scelgano questo servizio, realizzino questa vocazione. Non è solo dei sacerdoti, o delle suore, o dei missionari di qualche istituto l’essere chiamati alla missione… ma è la vocazione che nasce dal Vangelo. Single o coppie, non di rado con figli, partono inviati dalle Chiese locali. Giocano il loro carisma nella ferialità, vicini alla gente. Sono giovani che partono al termine degli studi o, più spesso, adulti che lasciano il lavoro per la missione. Si occupano di progetti di sviluppo; collaborano con organismi diocesani (come la Caritas) o si dedicano alla pastorale, condividendo responsabilità e impegni con preti e religiosi. Partono con l’invio della propria diocesi e al rientro (dopo una permanenza di almeno tre anni) si reinseriscono nella società e nella Chiesa locale, portandovi le ricchezze delle Chiese sorelle in cui hanno vissuto. Alla base di questa scelta, una forte dimensione di fede e una spiccata consapevolezza della propria appartenenza alla Chiesa. «Se tutta la Chiesa è missionaria – affermano alcuni -, è “naturale” che a partire in missione non siano solo consacrati e religiosi». Proprio per questo stanno affermandosi anche forme di partenza in piccole comunità di preti e laici che vivono in totale corresponsabilità il mandato missionario costruendo una vita fraterna fatta di riflessione e preghiera comune.  PROGETTO COSTA D’AVORIO CON I MISSIONARI DELLA COMUNITA’ MISSIONARIA DI VILLAREGIA COSTRUIAMO A YAHOSEI DUE SALE PER L’ALFABETIZZAZIONE PER LE DONNE E L’EDUCAZIONE ALLA PACE PER I BAMBINI LUOGO: Costa d’Avorio, Abidjan, Comune di Yopougon, Quartiere di Yahosei CONTESTO: Dal 2007 la Comunità Missionaria di Villaregia dirige un centro socio-sanitario situato nella baraccopoli di Yahosei, un quartiere di 25.000 abitanti privo delle più elementari infrastrutture e dove le condizioni di vita sono caratterizzate dalla più grande precarietà. In questo contesto, il centro socio-sanitario Saint Jean Eudes costituisce uno dei pochi punti di riferimento per la popolazione e soprattutto per le categorie più vulnerabili: donne e bambini. Da quasi dieci anni sono attivi un centro medico e un laboratorio di analisi che offrono un prezioso servizio a prezzi accessibili anche ai più poveri: sono attivi il servizio di medicina generale, pediatria, ginecologia e ostetricia, cardiologia, oltre che la possibilità di effettuare le analisi del sangue. Nello stesso centro, si svolgono ogni giorno due turni di scuola di alfabetizzazione per 300 donne: un turno pomeridiano e uno serale per permettere alle lavoratrici di frequentare i corsi durante l’ora di pausa o alla fine del lavoro. Infine, da un anno circa, nello stesso centro, i missionari della Comunità Missionaria di Villaregia stanno celebrando la Messa una domenica al mese per offrire alla popolazione un segno di prossimità della chiesa cattolica in un contesto estremamente precario e preso di mira da decine di sette. Attualmente il Centro non dispone dei locali necessari per rispondere a questi bisogni primari della nostra gente. A questo si aggiunge il nostro desiderio di avviare un’attività educativa stabile per i bambini, per arginare le derive della violenza, della droga e della criminalità, piaghe diffuse in questo contesto. Per questo, abbiamo elaborato un progetto di ampliamento del Centro medico-sociale St. Jean Eudes che prevede la costruzione di diverse aule per i corsi di alfabetizzazione e per le attività educative dei bambini vulnerabili del quartiere. OBIETTIVO. Il contributo del Centro Missionario Diocesano permetterà la costruzione di: due aule per l’alfabetizzazione di 70 donne e per il rinforzo scolastico di 100 bambini del quartiere di Yahosei. Il progetto inizierà nel mese di aprile 2017.   PROGETTO ETIOPIA CON DON FILIPPO PERIN, MISSIONARIO SALESIANO ORIGINARIO DELLA PARROCCHIA DI S. GIORGIO, PORCIA. AIUTIAMO A COSTRUIRE UN NUOVA CHIESA – CAPPELLA AD IBAGO La Chiesa – Cappella sarà luogo che consentirà alle famiglie della comunità di celebrare in modo dignitoso, di identificarsi con uno spazio fisico e di segnalare la presenza di una comunità credente, organizzata in un ambiente povero di riferimenti e di aggregazione di qualità. Don Filippo è missionario in Etiopia già da qualche anno. Si incontra nella zona Ovest dell’Etiopia, confinante con il Sud Sudan, a Gambella. La popolazione è composta di varie etnie, in particolare Anywak, Nuer, Mejengir e altre etnie, per un totale di 306000 di abitanti. Don Filippo vive tra gli Anyuak, che sono pastori e agricoltori, ma usufruiscono di un metodo di coltivazione piuttosto povero. La gente soffre per la malaria, la malnutrizione e la tubercolosi. Ha accesso all’acqua potabile solo il 14%. Il Vicariato Apostolico di Gambella, fa parte di quel territorio visitato nel primo 1800 dal grande missionario cappuccino il Card. Massaia, il quale ha lasciato un profondo segno. Più tardi il governo ha dato quel territorio alla chiesa Presbiteriana e poi causa la politica di Menghistù ai pastori locali. Ora è una zona di profughi, gente che a causa della guerra in Sudan, prima e ora tra tribù del Sud Sudan, per cui Gambella è diventata una zona di assistenza profughi. Progetto della chiesa in muratura della comunità di IBAGO: Esiste una cappella di pali coperti di fango e per di più ben dipinto, ma tutto si trova in disfacimento, a causa delle termiti che in poco tempo distruggono tutto. Provvedere ai cristiani di Ibago una cappella nuova è dare garanzia ai loro incontri domenicali, alla catechesi e altre attività. Don Filippo sta sostituendo un parroco (abba) locale, anche con il proposito di dargli una mano. Per contenere la spesa, si sono impegnati per la mano d’opera, nel procurare materiale locale (dal centro, Gambella). Il nostro pregare e il loro pregare insieme attraverso questo gesto di carità ci renderà ancor più uniti.   PROGETTO MOZAMBICO – MISSIONE DI CHIPENE CON DON LORENZO BARRO, a un anno dalla partenza, vogliamo affiancarci per 1. RENDERE LA CASA ABITAZIONE DEI PADRI ACCOGLIENTE ANCHE PER GRUPPI E OSPITI DELLA DIOCESI: Il regalo e l’esperienza più bella che un giovane, una coppia, un professionista possa farsi è poter visitare, non come turista, ma come cristiano una missione. L’incontro con un missionario, come don Lorenzo, diventa una opportunità ad aprire la propria vita al mondo, a non pensare solo a sé stessi, a non essere felici da soli (Follerau). Don Lorenzo sta recuperando le varie piccole strutture perché possano rendersi agibili. 2. SOSTEGNO ALLA FORMAZIONE DEI RESPONSABILILEADERS COMUNITÀ: La Parrocchia di Chipene conta oltre 130 comunità, con grande distanza da un lato all’altro della parrocchia (supera la regione Friuli). Il sacerdote è da solo, assistito da alcune suore. Chi manda avanti tutte le attività sono degli animatori: dei leaders, uomini e donne che oltre il lavoro famiglia dedicano molto tempo alla comunità, a servizio della catechesi, dei catecumeni, dei malati, le coppie sposi, i giovani ecc. Ma c’è bisogno di una preparazione, e questa avviene in missione, al centro, in diocesi, nei centri catechistici. La nostra attenzione è favorire la formazione di chi sarà a capo delle comunità.